Vaccinazioni, Amati: “Mancano all’appello quasi 7mila insegnanti e 235mila ragazzi. Così dobbiamo aprire le scuole?”

“Sino a questo momento in Puglia risultano totalmente privi di vaccinazione 6.809 insegnanti e 235.521 ragazzi. E mentre ciò accade ascoltiamo opinioni in libertà sulla contrarietà all’obbligo vaccinale e sulla necessità di svolgere le lezioni in presenza. Ma se restano questi i numeri è possibile disquisire sull’obbligo di vaccinare o meno e contemporaneamente pontificare sulla necessità di attivare le lezioni in presenza? Vaccinare tutti i professori e gli studenti è un imperativo da raggiungere entro metà settembre”.

Lo dichiara il presidente della Commissione regionale bilancio e programmazione Fabiano Amati.

La fascia d’età che va dai 12 ai 19 anni è composta da 321.188 pugliesi. Di questi 47.096 hanno ricevuto solo la prima dose mentre 38.571 hanno ricevuto due dosi o dose unica. Sono 235.521 i pugliesi appartenenti a questa fascia che sono ancora da vaccinare, equivalente al 73.33% della popolazione di riferimento.
Per quanto riguarda invece gli insegnanti, su una platea di 110.000 insegnanti, 100.853 (91,68%) hanno ricevuto la prima dose e 2.338 la dose unica. Invece, 93.629 (85,12%) risultano vaccinati. Ne deriva che 6.809 (6,19%) non sono ancora stati vaccinati.
Si tenga conto che i non vaccinati sono in generale un grave pericolo per se stessi e per le persone con cui entrano in contatto; con riferimento al mondo della scuola la problematica si aggrava con la necessità di contenere gli effetti della mancata vaccinazione con il ricorso alla didattica a distanza, cioè a un sistema in grado di uccidere il futuro dei nostri ragazzi.
Per questo motivo auspico che al più presto si possa raggiungere la vaccinazione di tutte le componenti del mondo della scuola, utilizzando persuasione, confronto e – se occorre – anche l’obbligo.
Per tutti gli approfondimenti e per saperne di più sui dati in Puglia in tempo reale della campagna vaccinale con tutte le regioni a confronto visita il portale https://fabianoamati.it/covidreport

Energia, Amati: “Perderemo fondi PNRR per ‘no’ a rinnovabili, unica fonte di produzione idrogeno”

“Tutti diciamo di volere l’idrogeno ma nel frattempo si bocciano tutti i progetti per la realizzazione di impianti per fonti rinnovabili, anche in aree inquinate e quindi non disponibili alla coltivazione agricola. Ma si sa che per produrre idrogeno c’è bisogno di energia da fonti rinnovabili? Ma si sa che i maggiori impegni del PNRR sono su questi argomenti? Non so se siamo di fronte a menzogne o incompetenza”.
Lo dichiara il Presidente della Commissione regionale Bilancio e programmazione Fabiano Amati.
“Salvo che non si pensi a produrre idrogeno dal carbone oppure di andarlo a prendere direttamente dal sole, è notizia di tutti i giorni la stroncatura di tutti i progetti per eolico, fotovoltaico e biomasse; cioè le tre componenti di produzione indispensabili per ottenere l’idrogeno.
Nei giorni scorsi è stato addirittura bocciato un impianto in provincia di Brindisi, peraltro proposto su area dichiarata non idonea per la produzione agricola.
In queste ore, inoltre, si leggono preoccupazioni diffuse, con interviste a tutta pagina, sulla capacità reale di spendere i soldi del PNRR, dimenticando però che il grosso di queste risorse è indirizzato proprio alla rivoluzione energetica.
Com’è noto l’idrogeno è un vettore energetico e per la sua produzione c’è bisogno di slegarlo dall’ossigeno, attraverso una notevole carica elettrica. Ora, questa carica elettrica può essere prodotta o dal carbone, ma in tal caso non cambierebbe nulla sulla strada della riconversione energetica, oppure dalle fonti rinnovabili.
È dunque evidente quanto inquinante e poco compatibile con il nuovo mondo green, sia l’ostilità nei confronti delle fonti rinnovabili, anche quando vengono proposte su aree da sottoporre a bonifica.
A ciò si aggiunga che tutti i programmi futuri e relative risorse, a partire dal PNRR, sono fondati sulla nuova rivoluzione industriale green, per cui ogni ostacolo al raggiungimento degli obiettivi equivarrà a preservare tutte le attuali condizioni d’inquinamento e a perdere tutti i finanziamenti pubblici.
Nel dibattito pubblico dei prossimi mesi non si potrà dunque separare, pena la menzogna o l’incompetenza, l’idrogeno dalle fonti rinnovabili, il Pnrr e i suoi fondi da eolico, fotovoltaico e biomasse”

Torre rossa Brindisi, Amati: “Snam ha formalizzato disponibilità a realizzare opere. Ora non ci sono più alibi”

“Snam ha formalizzato al Comune di Brindisi l’impegno a realizzare le opere di urbanizzazione primaria e secondaria nel quartiere di Torre rossa, così come richiesto dal Consiglio comunale. Ora si attende la convocazione di un incontro tecnico da parte dell’Amministrazione comunale, così da definire l’accordo. Gli alibi e le scuse sono finite, ora sono certo che il Sindaco lavorerà per raggiungere l’importante risultato”. Lo dichiara il presidente della commissione regionale bilancio e programmazione Fabiano Amati.
“Dopo decine di sollecitazioni, intervallate da diverse riunioni della Commissione ambiente della Regione e culminate nell’ordine del giorno del Consiglio comunale dell’8 luglio scorso, la Snam ha formalmente comunicato al Comune di Brindisi, con missiva del 22 luglio, la propria disponibilità a realizzare le opere di urbanizzazione primaria e secondaria nel quartiere di Brindisi-Torre rossa.
La Snam ha deciso di realizzare le opere di urbanizzazione, quali misure di compensazione e riequilibrio ambientale, nel rispetto di quanto previsto dalla legge statale 239/2004 e con riferimento alla realizzazione della pipeline d’interconnessione alla rete Snam del gasdotto Tap.
Con la lettera d’impegno formale, la Snam ha chiesto all’Amministrazione comunale la convocazione di un incontro tecnico, finalizzato a individuare con puntualità le opere,  quantificarle e predisporre un accordo, da stipularsi tra Snam e Comune di Brindisi, per regolare tutti gli aspetti tecnico-economici.
Spero che la stipula dell’accordo possa avvenire entro la pausa estiva, perché non si possono più tollerare le condizioni di vita delle persone residenti nella contrada. Prima di essere un problema amministrativo è una questione di civiltà, umanità e tutela dell’ambiente