“Ve l’avevo detto” è una delle frasi che mi disturbano di più: significa aver avuto ragione quando non si può più fare nulla. Ma devo sottolineare che volevano cacciare me dal partito, per aver detto quello che ho detto, e invece sono stati i cittadini a cacciare loro. Come quelli che andarono per suonare e furono suonati». Fabiano amati, consigliere regionale del Pd, non le manda certo a dire. L’analisi del voto è impietosa.
Chi ritiene che siano i responsabili della disfatta? Ci faccia nomi e cognomi.
«Nella Puglia presentata come l’inespugnabile Stalingrado e rivelatasi invece una delle peggiori regioni italiane, il responsabile è Michele Emiliano con il suo sistema di potere. Prima si prende tutti i posti utili, con il beneplacito di Roma in violazione delle norme statutarie, e oggi dice che l’alleanza fra Pd e M5S avrebbe significato la vittoria senza considerare che il successo pugliese dei Cinque Stelle è arrivato con un voto anche contro la sua gestione. Ma sono responsabili anche coloro che non potevano parlare a tempo debito e oggi vogliono tutti un nuovo Pd, come Loredana Capone. Dov’erano queste persone quando hanno assecondato tutto quanto era utile per il suicidio del Pd? Ci vuole adesso una grande pulizia, ma gli spazzini non possono essere loro».
Allora chi saranno spazzini? II sindaco di Bari Antonio Decaro?
«Penso di avere titoli per fare anche io lo spazzino. Decaro è uno di coloro cui non hanno fatto toccare palla nella partita per le candidature, ma alla sua critica al Pd nazionale deve aggiungerne una alla gestione del partito in Puglia».
Lo ha fatto ieri, in un lungo post dove gli accenni critici al Pd regionale erano evidenti.
«Ecco, io lo affiancherò quando si tratterà di dire che è il sistema di potere di Emiliano che non va: bisogna avere parole di chiarezza. Va interrotto il gioco Emiliano-Lacarra-Boccia, quest’ultimo mandato a commentare i risultati elettorali in tv per consegnarci alla sconfitta anche la prossima volta».
Il Movimento Cinque Stelle in Puglia si prepara a bussare a denari: vorrà una ridefinizione degli equilibri, dopo aver superato il Pd di oltre 11 punti. Cosa ne pensa?
«Non ci voglio pensare. Il Pd ha fatto vincere Giorgia Meloni in Puglia e in Italia, punto. E poi come si può demonizzare il risultato delle Politiche, se il demonio sono stati il Pd e la sua classe dirigente? Un partito lontanissimo dalle persone e dalle loro esigenze. Si è ridotto a un partito dell’alta società che manda in Parlamento chi ha vissuto una vita da adulatore, dimenticando che il nostro statuto prevede primarie e parità di genere».
Cosa ci si deve aspettare ora?
«Ovviamente si parlerà di congresso, che ci piace più del governare. Lo chiedo anche io il congresso, ma con primarie aperte tanto a Roma che a Bari perché siano i cittadini a fare pulizia e dare un profilo nuovo e moderno al partito».
Lei si candiderà?
«Ci penserò, ma certamente sosterrò chi vorrà portare avanti l’idea di un grande partito popolare di massa».
Senta Amati in un partito quando il segretario detta la linea la si rispetta. Non pensa di essere quindi anche lei fra i responsabili di questa disfatta? Ha fatto una campagna elettorale da “antagonista”.
«Per quanto abbia una buona opinione di me, non penso di aver influito su questo tsunami. Gli antifascisti del Pd sono stati contenti di utilizzare una legge elettorale fascista, peggiore della legge Acerbo, nella composizione delle liste arrivando persino a violare le regole statutarie che prevedono parità di genere e primarie. Quando l’ho detto, mi hanno risposto che “i panni sporchi si lavano in casa”, che significa voler mentire ai cittadini in campagna elettorale. lo ho fatto soltanto dichiarazioni risolute invitando tante persone nel Pd a essere coraggiose, perché tacere e galleggiare è il preludio dell’affogare».
Intervista pubblicata su Nuovo Quotidiano di Puglia del 27 settembre 2022