Amati a Turi per un convegno su l’Intelligenza artificiale

Oggi l’assessore al Bilancio partecipa all’incontro promosso dal Comune di Turi sulle opportunità dell’IA applicata alla pubblica.

“L’intelligenza artificiale può rendere la pubblica amministrazione più veloce, giusta e trasparente. In Regione Puglia stiamo cercando di farlo sul serio, con iniziative concrete e aperte al confronto. Non sarà facile, ma è una sfida che dobbiamo cogliere”. Lo dichiara l’assessore al Bilancio Fabiano Amati, che oggi sarà a Turi, tra i relatori dell’incontro pubblico “L’intelligenza artificiale al servizio della pubblica amministrazione: opportunità e sfide”, promosso dal Comune e curato dal consigliere delegato all’Innovazione tecnologica Sergio Spinelli.

L’appuntamento è per oggi pomeriggio, alle 18:00, presso l’Auditorium comunale di via Indro Montanelli (zona Pozzi). A moderare i lavori sarà la dottoressa Ilenia Dell’Aera.

Dopo i saluti istituzionali del sindaco Giuseppe De Tomaso, interverranno anche Claudio Caldarola, presidente della GP4AI – Global Professionals for Artificial Intelligence; Cosimo Elefante, direttore della Transizione Digitale della Regione Puglia; Michelangelo Lerede di AngelStar S.r.l.; e il professore Luigi Viola, docente all’Università Suor Orsola Benincasa.

“Parlare di intelligenza artificiale nella PA – spiega Amati – significa scegliere se vogliamo continuare a gestire tutto come si è sempre fatto, oppure investire tempo e risorse per cambiare davvero. Noi stiamo provando a cambiare. E lo facciamo ogni volta che promuoviamo progetti, strumenti, incontri come questo. Con l’idea che innovazione non è solo tecnologia, ma responsabilità pubblica”.

I numeri della settimana, Amati: “Pagati complessivamente 40,7 mln di euro, ai Comuni 7,1 mln di euro. Tra le voci emergono somme per turismo, tutela ambientale e sanità”

Il report settimanale (dal 7.2.2025 al 13.2.2025) sui mandati di pagamento.

Comunicato stampa dell’assessore regionale al Bilancio della Regione Puglia Fabiano Amati.

“Dalla tutela delle risorse idriche allo sviluppo del turismo, passando per la sanità e il miglioramento delle infrastrutture comunali. Queste le principali voci tra i pagamenti erogati dalla Regione Puglia nel periodo dal 7 al 13 febbraio 2025 per un totale di 40,7 milioni di euro. Tra i principali beneficiari, spiccano Acquedotto Pugliese, ARET Pugliapromozione e diversi comuni pugliesi.

Nel dettaglio: 18 milioni di euro ad Acquedotto Pugliese per interventi finalizzati alla tutela e valorizzazione delle risorse idriche e allo sviluppo sostenibile del territorio, assicurando un miglioramento delle infrastrutture idriche regionali. Ad ARET Pugliapromozione 4,4 milioni di euro destinati a potenziare il settore turistico regionale attraverso la promozione del territorio e delle sue eccellenze, incrementando l’attrattività della Puglia come destinazione turistica di primo livello. Pagamenti significativi sono stati destinati anche a enti come l’Azienda Ospedaliera Universitaria “Policlinico Riuniti” di Foggia, che ha beneficiato di oltre 870 mila euro per il miglioramento delle infrastrutture sanitarie e dei servizi offerti ai cittadini.

Tra i 21 comuni beneficiari di pagamenti, per un totale di 7,1 milioni di euro, ci sono 2,6 milioni di euro per il Comune di San Severo per finanziare diversi progetti, principalmente nel campo dell’istruzione, delle politiche per la qualità dell’aria e dei diritti sociali, per migliorare i servizi scolastici e a promuovere politiche ambientali e sociali nel territorio comunale. Il Comune di Ginosa ha ricevuto oltre un milione di euro da destinare a interventi legati all’istruzione e a misure per affrontare le conseguenze di calamità naturali  in situazioni di emergenza. Nell’ambito dei trasporti e della mobilità sostenibile, il Comune di Ugento ha ricevuto un milione di euro principalmente per progetti infrastrutturali volti a migliorare la mobilità locale. Erogati al Comune di Galatone circa 900 mila euro per azioni di sviluppo sostenibile e tutela del territorio. Infine, il Comune di Gallipoli ha ricevuto 500 mila per sviluppare progetti a sostegno delle famiglie e per potenziare i servizi sociali del territorio. Il totale della spesa pagata dal 1 gennaio 2025 a oggi è di circa un miliardo e mezzo di euro. Negli schemi allegati tutti i dettagli per chi volesse saperne di più.”

Visualizza il PDF Report 14 febbraio

Nella settimana dal 7.2.2025 al 13.2.2025 i pagamenti superiori a 100 mila euro sono stati:

ACQUEDOTTO PUGLIESE S.P.A. 18.098.948,16 €
ARET PUGLIAPROMOZIONE 4.400.000,00 €
COMUNE DI SAN SEVERO 2.654.754,16 €
INPS – GESTIONE EX INPDAP 2.104.937,73 €
DGS S.P.A. 1.561.510,05 €
COMUNE DI GINOSA 1.131.113,38 €
COMUNE DI UGENTO 1.043.264,40 €
COMUNE DI GALATONE 897.304,09 €
AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERITARIA “P OLICLINICO RIUNITI” DI FOGGIA 876.593,83 €
REGIONE PUGLIA – IRAP 603.373,05 €
COMUNE DI GALLIPOLI 539.455,43 €
AB COMUNICAZIONI SRL 399.108,38 €
AUTORITA’ DI BACINO DISTRETTUALE DE LL’APPENNINO MERIDIONALE 307.912,50 €
PUGLIA CULTURE (GIÀ CONSORZIO TEATR O PUBBLICO PUGLIESE) 270.000,00 €
FONDAZIONE ITS “BIOTECH FOR LIFE IT S ACADEMY” 240.000,00 €
SICURITALIA IVRI SPA 225.603,66 €
COMUNE DI ACCADIA 208.747,09 €
PROVINCIA DI LECCE 177.000,00 €
COMUNE DI FOGGIA 162.208,40 €
FONDAZIONE PINO PASCALI – MUSEO D’A RTE CONTEMPORANEA 148.800,00 €
ARNIA – SOCIETA’ COOPERATIVA 144.913,20 €
ASSOCIAZIONE FORMARE PUGLIA 144.913,20 €
D.ANTHEA 144.913,20 €
COMUNE DI TRIGGIANO 121.882,99 €
BETA 80 SPA SOFTWARE E SISTEMI 117.933,00 €
COMUNE DI MELENDUGNO 112.981,95 €
DUSSMANN SERVICE S.R.L. 105.149,03 €
ASSOCIAZIONE SCUOLE E LAVORO A.SC.L A. 103.984,32 €
PROGRAMMA SVILUPPO 103.984,32 €
CIOFS/FP PUGLIA 103.984,32 €
CIFIR – C.F.P. 103.984,32 €
ASSOC. PROM. SOCIALE MONDO NUOVO 103.984,32 €
PUGLIA LIFE SCIENCE FOUNDATION 100.000,00 €
FIPAV – COMITATO REG.LE PUGLIA 100.000,00 €
Totale 37.663.242,48 €

 

I pagamenti inferiori a 100 mila euro ammontano invece a 3.110.183,82 euro.

Diverse somme comprese tra 20 mila e 50 mila euro sono destinate a progetti legati a interventi per l’infanzia, la viabilità, e la valorizzazione del patrimonio naturale e culturale.

 

ALTRE IMPRESE PRIVATE 1.306.996,17 €
ISTITUZIONI SOCIALI PRIVATE 402.107,19 €
PERSONA FISICA 322.217,97 €
COMUNI 291.068,72 €
DITTA INDIVIDUALE 225.470,76 €
ALTRI ENTI E AGENZIE REGIONALI E SUB REGIONALI 128.090,03 €
CONSORZI DI ENTI LOCALI 91.648,00 €
MIUR E ISTITUZIONI SCOLASTICHE 79.767,21 €
DIPENDENTI DIVERSI 76.697,38 €
LIBERI PROFESSIONISTI E STUDI ASSOCIATI DI PROFESSIONISTI 67.212,19 €
CONDOMINI 47.480,47 €
CITTA’ METROPOLITANE 30.000,00 €
UNIVERSITA’ 28.507,88 €
ENTI PREVIDENZIALI 9.563,28 €
REGIONI E PROVINCE 2.130,57 €
ANAS 1.226,00 €
Totale 3.110.183,82 €

 

Il totale della spesa pagata, pari a 40.773.426,30 euro è costituito da 15.058.280,01 euro di spesa corrente e da 25.715.146,29 euro di spesa in conto capitale.

Riepilogo settimanale

Tutti i Comuni beneficiari di pagamenti in questa settimana (dal 7.2.2025 al 13.2.2025).

Ente Importo pagamento
COMUNE DI SAN SEVERO 2.654.754,16 €
COMUNE DI GINOSA 1.131.113,38 €
COMUNE DI UGENTO 1.043.264,40 €
COMUNE DI GALATONE 897.304,09 €
COMUNE DI GALLIPOLI 539.455,43 €
COMUNE DI ACCADIA 208.747,09 €
COMUNE DI FOGGIA 162.208,40 €
COMUNE DI TRIGGIANO 121.882,99 €
COMUNE DI MELENDUGNO 112.981,95 €
COMUNE DI GIUGGIANELLO 87.860,98 €
COMUNE DI PUTIGNANO 43.531,76 €
COMUNE DI CALIMERA 33.117,99 €
COMUNE DI CANOSA DI PUGLIA 27.743,71 €
COMUNE DI MIGGIANO 22.950,49 €
COMUNE DI ORTELLE 15.991,68 €
COMUNE DI BICCARI 15.000,00 €
COMUNE DI BOTRUGNO 12.840,17 €
COMUNE DI NARDO’ 10.000,00 €
COMUNE DI RACALE 10.000,00 €
COMUNE DI SAN PAOLO DI CIVITATE 9.850,64 €
COMUNE DI SAN NICANDRO GARGANICO 2.181,30 €
Totale complessivo 7.162.780,61 €

 

Il totale della spesa pagata dal 1 gennaio 2025 ad oggi è pari 1.575.094.343,13 euro, costituito da 1.507.394.865,89 euro di spesa corrente e da 67.699.477,24 euro di spesa in conto capitale.

Riepilogo dal 1 gennaio 2025

 

“Su Fondi dissesto non servono dichiarazioni confusionarie ma serietà e atti normativi o amministrativi come i nostri. Attendiamo nota del MEF e non comunicati stampa di solerti parlamentari”

Comunicato stampa dell’assessore regionale al bilancio Fabiano Amati, in merito alle dichiarazione dell’on. Dario Iaia sul definanziamento della legge statale n. 145.

“La Regione Puglia è stata costretta con atto amministrativo e con la sottoscrizione dei dirigenti, non dunque con un semplice comunicato stampa, a cancellare 200milioni di euro per investimenti, in favore dei Comuni pugliesi, diretti alla messa in sicurezza del territorio, degli edifici scolastici e della viabilità. Questi contributi ai Comuni, gestiti dalla Regione, sono cosa ben diversa dai fondi sul dissesto idrogeologico gestiti dallo Stato attraverso propri Commissari, assicurati dalla legge statale n. 145 del 2018 e oggi cancellati dalla legge statale n. 207 del 2024.
Questi i fatti. Se dunque c’è qualche parlamentare che intende smentire la nostra interpretazione della legge, avvenuta con un’impegnativa delibera della Giunta regionale, sappia che non basta un solerte comunicato, perché i nostri dirigenti non lo ritengono idoneo per modificare il loro parere di regolarità tecnica sottoscritto in calce alla nostra delibera di definanziamento coatto. I solerti parlamentari ci facciamo scrivere, invece, dal Ministero dell’Economia e noi, lieti, ringrazieremo, chiederemo scusa e revocheremo la delibera con tanto di parere di regolarità tecnica dei dirigenti.
Ma poiché credo che tale nota del MEF non arriverà mai, perché il dettato della legge statale è chiarissimo, invito i solerti parlamentari a non confondere i fondi per i comuni della legge 145 con i fondi che la stessa legge mette a disposizione dello Stato per il dissesto idrogeologico, che allo stato non risultano nemmeno incrementati.
Sarei felice se le energie parlamentari non si sprecassero nei comunicati stampa con effetti di durata non superiore alle 24 ore, ma in attività dirette a ripristinare le risorse gestite dalle Regioni e destinate ai comuni per dissesto e sicurezza di scuole e strade. Se si facesse così scriveremmo noi un comunicato stampa d’applausi, rubricando l’avvenimento in un bel parlare di un parlamentare.”

Covid e scuole, Amati: “La decisione spetta allo Stato e non alle famiglie: ragazzi discriminati. Intervenga Draghi”

“La decisione sulla riapertura delle scuole non può spettare alla Regione, né tantomeno alle famiglie. Essa riguarda le competenze statali e lo Stato ha deciso per la riapertura sin da oggi. Continuare con decisioni dal contenuto equivoco, non fondate su particolari condizioni epidemiologiche e con quasi tutte le attività aperte, mi pare un atto di discriminazione nei confronti dei ragazzi pugliesi”.

Lo dichiara il Presidente della Commissione regionale Bilancio e programmazione Fabiano Amati.

“Sono amareggiato nel cogliere l’idea di una pubblica amministrazione che si attesta alla massima deresponsabilizzazione, approfittando del consenso suscitato dalle paure dei genitori e degli insegnanti, e dallo spirito dei ragazzi, diretto a evitare differenze di trattamento tra la più impegnativa didattica in presenza e la meno impegnativa didattica a distanza. Mi spiace dirlo, ma il dibattito pubblico e la decisione politica non possono svolgersi in questo modo, estraniandosi dai dati epidemiologici, dal dovere dello Stato di formare e dal diritto dei ragazzi di essere formati.
A questo punto spero che i parlamentari pugliesi chiedano al Presidente del Consiglio di occuparsi della questione e di assumere ogni iniziativa utile a garantire l’uguaglianza tra i ragazzi pugliesi e i loro coetanei italiani”.

SMA, Amati: “Notizia meravigliosa. La Puglia prima regione italiana con obbligo generalizzato di screening neonatale”

“Una notizia meravigliosa. Da oggi la Puglia è l’unica regione italiana in cui è obbligatorio sottoporre tutti i neonati a screening per diagnosticare la SMA e così offrire loro la possibilità di accedere tempestivamente a tutte le cuore disponibili. Ho visto così tanto dolore da diagnosi tardiva, che tutto questo mi sembra solo un primo passo e una promessa di maggiore impegno”.

Lo dichiara il Presidente della Commissione regionale Bilancio e programmazione Fabiano Amati, promotore della proposta di legge Screening obbligatorio per l’atrofia muscolare spinale – SMA.

“Ringrazio tutti i colleghi consiglieri che hanno sottoscritto e votato la proposta di legge.
Lo screening neonatale per tutti i neonati e per le malattie neuromuscolari è in Italia un livello essenziale di assistenza dalla fine del 2018, con la legge statale di bilancio per il 2019. È davvero ingiustificabile, dunque, che da oltre due anni si attenda l’aggiornamento dell’elenco degli screening da parte dal Ministero della Salute, nonostante si sappia che per queste malattie la diagnosi precoce è strettamente collegata alla possibilità di poter accedere o meno alle più innovative cure, a partire dalle terapie geniche.
E in questo senso spero che la decisione pugliese possa servire anche da sollecitazione, affinché l’obbligo di screening sia esteso all’intero Paese.
L’atrofia muscolare spinale – SMA è una malattia causata dalla degenerazione dei motoneuroni, prima causa di mortalità infantile e definita rara per la sua incidenza compresa tra 1/6000 a 1/10000.
La diagnosi molecolare di SMA può essere realizzata mediante un test che metta in evidenza l’assenza di funzione di un gene e interpelli un gene omologo a quello che ha subito la perdita di funzione, così da stabilire la gravità della malattia. Poiché la SMA si presta bene a programmi di screening neonatale è più facile con diagnosi precoce l’utilizzo di diverse terapie, ma tutte comunque con maggiore efficacia di successo in base alla precocità dell’avvio del trattamento. Se diagnosticata in tempo diverse possono essere le terapie a cui poter sottoporre i neonati entro i 6 mesi di vita. Un esempio per tutti, la possibilità di poter ottenere il farmaco Zolgensma nome che abbiamo imparato a conoscere con le storie di Melissa, Federico, Paolo e Marco che hanno superato i 6 mesi e che non possono accedere a questa terapia in base alle norme AIFA. Per questo lo screening neonatale diventa una possibilità di riconoscere in tempo la malattia e la proposta di legge approvata oggi renderà obbligatorio lo screening con un test genetico effettuato dal laboratorio di genomica dell’Ospedale Di Venere entro e non oltre l’arco temporale di 2-5 giorni dall’accettazione del campione prelevato e con le modalità stabilite dal centro di riferimento. In caso d’identificazione di un neonato affetto da SMA, il risultato dovrà essere confermato su un nuovo campione di DNA estratto dallo stesso materiale prelevato, comunicato al Punto nascita di riferimento e da questo alla famiglia, che verrà indirizzata presso un servizio di Genetica medica della Regione per effettuare una completa consulenza specialistica. La legge approvata è auto esecutiva e dichiarata urgente, per questo si potrà partire subito.
Ovviamente lo screening neonatale è solo una tappa. In questi anni la genetica medica sta mettendo a punto tecnologie che il sol pensiero reclama ottimismo. Stiamo andando infatti verso il sequenziamento esomico, cioè analisi del 1-2% del genoma che codifica i geni, filtrato ad evitare che possano essere registrate variazioni di significato incerto, ovvero mutazioni in geni che lascerebbero presagire diagnosi per malattie indesiderate ad esordio in età adulta, per le quali al momento non vi è alcuna cura”.

Sma1, Amati: “Rimediato a disuguaglianza tra bimbi italiani ed europei. Onore alle famiglie dei bimbi pugliesi”

“L’Aifa ha posto oggi rimedio, pur con un certo ritardo, a una complicazione burocratica in grado di creare incertezze sulla disponibilità della terapia genica Zolgensma e tragiche disparità tra bimbi italiani ed europei. Si deve alle famiglie di Melissa prima e poi di Federico, Paolo e Marco, un’attività di sensibilizzazione che ci ha esposto con crudezza il problema delle malattie rare e della diagnosi precoce”.

Lo dichiara il Presidente della Commissione regionale Bilancio e Programmazione Fabiano Amati.

“Nella lotta alla SMA è la parola ‘precoce’ che in Italia pare mancare. Poco precoci nel diagnosticarla, nonostante da fine 2018 il test neonatale sia diventato un livello essenziale di assistenza, e poco precoci nel regolamentare l’accesso alle terapie più innovative, nonostante in altri paesi europei è previsto da un pezzo l’uso della terapia genica sino al peso corporeo di 21 kg.
Ed è proprio per la mancanza di precocità che ci siamo ritrovati di fronte a famiglie giustamente disperate e poco inclini a credere nello Stato, promuovendo soluzioni alternative che al loro posto tutti avremmo proposto, con tutti gli errori di valutazione che questo può determinare.
I medici contratti dalle regole di utilizzo delle terapie, i burocrati intimiditi dal carico di responsabilità della decisione, l’opinione pubblica allertata dalla solidarietà e le famiglie lasciate al loro dramma o alla polemica con chi stando dalla loro parte osa nel dire la verità.
Ho visto tutte queste cose in questi mesi e grazie a Melissa e a Federico, Paolo e Marco ho deciso che il campo delle malattie rare non va lasciato senza presidio, con più leggi e atti amministrativi e meno conferenze e convegni.
Questa vicenda ci ha fatto crescere e dobbiamo essere grati ai quattro bimbi pugliesi e alle loro famiglie.
La decisione dell’AIFA apre ora nuovi scenari clinici, offrendo ai medici la possibilità di prescrivere il farmaco Zolgensma con costi a totale carico del servizio sanitario e senza alcun dubbio d’interpretazione.
Colgo l’occasione di un clima prevedibilmente più sereno per ribadire che al cospetto di queste malattie i principali problemi sono la diagnosi precoce e la responsabilità di prescrivere una cura; il costo delle cure e dei farmaci, invece, è solo una conseguenza da gestire secondo buon senso, che nel sistema sanitario universalistico italiano è materia che non manca e dice che nessun bambino può essere lasciato indietro per mancanze di risorse”.

«La nostra malattia? Sono le liste bloccate»

Dalla Gazzetta del Mezzogiorno di domenica 7 marzo 2021

Intervista a Fabiano Amati
di Calpista Roberto

 __________________________________________

Fabiano Amati (consigliere Regione Puglia e Presidente della Commissione Bilancio – Pd) oltre Zingaretti la questione delle allenze resta un motivo di divisione nel Pd? 

La malattia del PD, diventata più grave con la riduzione del numero dei parlamentari, si chiama “liste bloccate”. E siccome le elezioni si avvicinano e bisogna garantirsi un posto ecco cominciate le grandi manovre. È tutto qui il motivo del continuo omicidio o istigazione al suicidio dei leader. 

Se ci fossero le preferenze, sarebbe invece obbligatorio che il Pd, come ognuno di noi, avesse un programma di cose da fare, così da sancire le alleanze sulle base del prodotto posto all’attenzione degli elettori e non sul posizionamento di fedeltà. 

Le liste bloccate fanno invece retrocedere il dibattito e la disputa al rango di manovra e non a scontro d’idee, perdendo per strada – quindi – il dibattito sulle cose concrete, che è ciò che fa leadership di successo e partiti vincenti. 

Per comprendere tutto questo basta leggere le interviste di sindaci, presidenti di regione, consiglieri comunali e regionali, e compararle con quelle dei parlamentari. In quelle dei primi c’è la ricerca affannosa di entrare nel merito delle cose e prendere posizione, mentre nelle seconde c’è la preoccupazione altrettanto affannosa di non dire molto per non dispiacere nessuno, perché non si sa chi comanderà domani nel fare le liste. 

In Puglia siete in maggioranza con parte dei 5Stelle. Come va? E’ favorevole alla riproposizione dello schema alle prossime elezioni locali e nazionali? 

Non so se a questo punto sono io quello strano, ma anche su questo non è una questione di definizioni, soprattutto per un partito di programma come il PD, che dovrebbe essere estraneo a ogni forma di ideologia. L’alleanza con i 5Stelle ha portato in Puglia ad alcuni posti di potere per loro e due novità che già a dirle mettono inquietudine: la possibilità di far raccogliere i tartufi anche ai cittadini non residenti nei perimetri dei parchi del Gargano e della Murgia; la decisione di continuare a dare circa 15 milioni all’anno a quei gran carrozzoni dei Consorzi di bonifica, che se risparmiati si potrebbero ristrutturare almeno due ospedali per ogni anno. 

Dopo che le ho detto questo, che risulta attraverso gli atti e non le parole, come pensa che vada?

Nient’altro che manovra politica, che all’epoca servì per dire a Conte, sbagliando però i calcoli, che in Puglia erano pronti a seguirlo decine di visconti, baroni e cavalieri. Ne deriva che per quanto sia noioso dirlo, le alleanze si fanno sulle cose da fare a Roma, a Bari e nei comuni, cominciando per esempio sull’ambientalismo vero, quello dell’uomo che domina il suo stesso dominio, come fu definito in modo meraviglioso da Paolo VI in un discorso del 1970 alla FAO.

A cosa si riferisce precisamente? 

Faccio un esempio. Tutti vogliamo il mondo verde e l’idrogeno, senza rinunciare al progresso e al mondo sempre più bisognoso di energia. Tuttavia, per avere l’idrogeno si può decidere di mettere una scala sino al sole così da portalo tutto pronto sulla terra, cioè una cosa impossibile, oppure alimentare una scarica di energia pari a un fulmine, in grado di scagliarsi su una goccia d’acqua, così da slegare l’idrogeno dall’ossigeno. Come si alimenta questo fulmine? O con i combustibili fossili, e io preferisco il gas, oppure con le rinnovabili, cioè una combinazione essenziale tra fotovoltaico, eolico e biomasse. E invece? Leggo opinionisti di ogni tipo contro i gasdotti, i serbatoi di gas e gli impianti di rinnovabili, e osservo richieste di autorizzazioni per rinnovabili ferme sulle scrivanie e aste per l’assegnazione dei gigawatt che vanno quasi deserte, a differenza della Spagna, per esempio, dove la domanda supera l’offerta. 

Siamo cioè immersi in un mondo di opinioni e condotte amministrative altamente inquinanti, perché non in grado di farci raggiungere i migliori obiettivi ambientali, alla faccia della rivoluzione verde, dell’idrogeno e delle politiche per le prossime generazioni.

Il Pd, corrente sindaci e governatori, dicono che fare un congresso ora in piena pandemia è fuori dal mondo. Che ne pensa?

Penso che abbiamo ragione. I discorsi delle persone in questo momento sono indirizzati dal vocabolario della pandemia e indisponibili a recepire messaggi che possono essere interpretarti solo con il breviario della follia, cioè quella di vedere una riunione di persone che all’ora del TG si mettono in posa per reclamare la fine delle correnti, il trionfo del riformismo e la virtù del comunitarismo contro ogni leadership, per celare un riequilibro del potere interno per poter fare le liste. Si, sempre loro, quelle bloccate. Se invece del congresso si facesse una riforma della legge elettorale, introducendo le preferenze, svanirebbe in un attimo la smania per il congresso. 

A proposito, lei è in prima linea per sbrogliare la matassa delle vaccinazioni. Sono stati fatti errori a livello pugliese e nazionale? 

A livello pugliese, dico da dicembre che non bisogna limitarsi a mettere carte a protocollo ma stare sul campo, come si faceva nella Protezione civile che ho contribuito a fondare, e che servono grandi centri vaccinali, in grado di realizzare al più presto l’immunità di popolazione; e tutto questo detto con numeri alla mano e aiutato da epidemiologi senza tentazioni politiche.

E mentre cercavo di aiutare ad allestire il centro che allo stato risulta il più grande di Puglia, il Fasano-Conforama, c’era chi spiegava che era sufficiente la frammentazione localistica nonostante la grave carenza di personale. Oggi, invece, tutti convertiti ai grandi centri vaccinali, solo che abbiamo perso tre mesi. 

A livello nazionale, invece, credo che bisogna eliminare al più presto il limite dei 65 anni per l’utilizzo del vaccino AstraZeneca, così come avviene in altro paesi europei e com’è hanno scritto autorevoli esponenti delle società scientifiche, perché abbiamo bisogno di fare in fretta e terminare in poche settimane la vaccinazione degli ultra-ottantenni, super fragili e fragili. 

Amati lei è noto per appartenere alla “corrente Amati”. Una mosca bianca nel Pd. Come vede il futuro del partito alla luce anche del governo di interessa nazionale? 

In realtà vorrei appartenere alla corrente delle persone che si fanno coinvolgere dai problemi delle persone e s’immedesimano nel dolore altrui. Ne conosco tanti. Molti non s’esprimono apertamente per paura di ritorsioni, ma non mi fanno mancare il loro sostegno e la loro simpatia. Altri conducono con me, apertamente, battaglie per costruire ospedali, strade, condotte idriche e fognarie, e con altri stiamo cominciando a lavorare assieme per organizzare la corrente delle idee che si trasformano in programmi e fatti. 

Insomma, seguo il metodo che imparai da amministratore comunale e che oggi condivido con tanti sindaci e amministratori locali, a cominciare dal più noto, Antonio Decaro; con lui condivido da anni, prima come colleghi consiglieri regionali e tra alti e bassi, l’idea che su ogni cosa bisogna fare tutto il possibile e che se lo si fa è certamente sufficiente. In qualche modo la disposizione d’animo dell’attuale governo nazionale, almeno stando al suo Presidente, che dovrebbe caratterizzare il Partito Democratico su ogni cosa, anche correndo il rischio dell’impopolarità per eccesso di chiarezza e verità, e tutto questo per vincere convincendo e per vivere senza galleggiare. 

Tap-Snam e investimenti, Amati: “A fatica qualche passo avanti. Coordinare interventi perché forza contrattuale è stata colpevolmente ridotta”

“Sia pur con fatica un passo avanti su investimenti Tap-Snam l’abbiamo fatto. Abbiamo le proposte della Provincia di Lecce, presentate con un unico atto, e quelle della Provincia di Brindisi presentate dai singoli Comuni, cioè Brindisi, San Pietro Vernotico e Torchiarolo. Poiché il peso contrattuale degli enti locali è stato colposamente portato a quasi zero, credo che difficilmente ci saranno le risorse per accogliere tutte le proposte e perciò serve un coordinamento, che spero sia fatto dalle due Province”. Lo dichiara il presidente della Commissione regionale Bilancio e Programmazione, Fabiano Amati.

“C’è da recuperare il tempo perduto – sottolinea – in lotte e diatribe, che comunque non hanno ragione di continuare, perché il gas Tap-Snam sta entrando nelle case di tutti, comprese quelle di chi ancora protesta contro questa importantissima infrastruttura energetica. Mi rendo conto che è stato dissipato un patrimonio di forza che oggi avrebbe portato al finanziamento dell’intero programma proposto o forse di più, e mi stupisco nel leggere commenti di chi oggi vorrebbe mostrare muscoli per chiedere più risorse, nonostante sia noto che le società interessate abbiano ottenuto maggiore peso contrattuale proprio grazie alla condotta colpevole dei contestatori del ‘non-si-puotismo’ o del ‘ben-altro-luoghismo’. Gravi patologie italiane, in grado d’intralciare la strada della rivoluzione verde e tecnologica”.

“Ma ormai – sottolinea Amati – è accaduto e non si può tornare indietro. Perciò nei prossimi giorni proverò ad aiutare le Province di Brindisi e Lecce a compiere azioni di coordinamento tra le diverse proposte, attribuendo – conclude – priorità a quelle con rendimento duraturo, a partire dal Centro di ricerca per la decarbonizzazione, e accantonando quelle finanziabili con altre risorse”.

Serbatoio GNL Brindisi, Amati: “Ipotesi Capobianco non è alternativa ma foglio di via a Edison”

Sulla questione della localizzazione del serbatoio Edison leggo che viene proposta la soluzione alternativa di Capobianco. E allora mi chiedo: vi pare plausibile che Brindisi rinunci alla Zona franca doganale o che Edison possa attendere almeno cinque anni per la realizzazione di banchine, colmata, e dragaggi, opere allo stato prive dei finanziamenti pubblici stimati per almeno 100 milioni di euro? 

Peraltro, l’ipotesi Capobianco si scontrerebbe con la proposta del sindaco di spostare in quei luoghi la Marina. E chi glielo dice ora che è una pessima idea? È evidente a tutti che chi sostiene l’ipotesi Capobianco quale alternativa sta suggerendo, non si sa quanto consapevolmente, un’opzione dall’esito impossibile e un foglio di via a Edison. Ma quando la finiremo di giocare alla politica?”.
Lo dichiara il Presidente della Commissione regionale Bilancio a Programmazione Fabiano Amati.
“Il ‘ben-altro-luoghismo’ si è immortalato dunque nell’offrire una soluzione localizzativa diversa per il serbatoio Edison, dimenticando però di avanzarla con le caratteristiche della plausibilità. Un dettaglio non da poco.
Se dunque si analizzassero i fatti e i luoghi, piuttosto che incentrare le osservazioni sulle persone che esprimono idee, forse non ci si ritroverebbe in un vicolo cieco.
I fatti, quindi. Capobianco si compone a grandi linee di due parti. L’una, cioè quella colmata da British gas, è destinata alla Zona franca doganale, così come da decisione adottata dall’Agenzia delle dogane. Qualora la proposta si riferisse dunque a questa parte, bisognerebbe rinunciare alla Zona franca. E non mi sembra una buona idea quella di rinunciare a un grande investimento per accogliere un investimento più piccolo.
La seconda parte di Capobianco, invece, ha bisogno di essere infrastrutturata (banchine e colmata), operazione che allo stato non ha nemmeno la progettazione e che per essere realizzata ha bisogno di 100 milioni d’investimenti pubblici. In altre parole, se ci fossero i soldi e tutto dovesse andare per il meglio, servirebbero almeno cinque anni di tempo per rendere disponibile l’area a ciò aggiungendo, ovviamente, i tempi di realizzazione del serbatoio di gas naturale liquefatto. Un ottimo motivo per convincere Edison ad andare altrove.
In realtà Capobianco non è una soluzione alternativa plausibile ma un rifugio dialettico, per dare a vedere di possedere una soluzione alternativa e non farsi affibbiare il giudizio di ‘non-si-puotisti’, che mi pare invece possa essere confermato, a meno che non passi l’idea, Dio non voglia, che in tanti parlano senza un minimo di approfondimento di merito”.

Nuovo ospedale Monopoli-Fasano, Amati: “Accelerazione lavori e più operai sul cantiere, avanti per recuperare dopo il lockdown di marzo”

“Sul cantiere del nuovo ospedale Monopoli-Fasano si lavora a ritmo serrato per recuperare il tempo perso a causa della sospensione dei lavori per l’emergenza sanitaria di marzo scorso.

Dal dossier consegnato a fine ottobre risulta infatti un evidente incremento di presenze di personale impegnato tra settembre e ottobre: sono state superate le 100 unità, di conseguenza è stata registrata un’accelerazione dei lavori rispetto ai mesi precedenti. I dati dicono che sono trascorsi 690 giorni dall’avvio del cantiere, pari al 65,8% del tempo di durata complessivo, con riferimento ai 1.000 giorni previsti”.

Lo comunica il Consigliere regionale Fabiano Amati, commentando l’andamento dei lavori alla luce del dossier redatto al 31/10/2020.
“C’è innanzitutto da segnalare l’aggiornamento del cronoprogramma a causa della chiusura del cantiere per l’emergenza Covid: la data di fine lavori è stata infatti spostata dal 6/09/2021 al 25/10/2021.
È evidente lo sforzo che tutti i protagonisti di questo grande programma stanno compiendo per recuperare il ritardo sul completamento delle opere di cantierizzazione.
Nello specifico sono state svolte le seguenti attività: getto del secondo impalcato sui blocchi NH1, NH4, NH5, NH6 e NH7; getto di setti, pilastri e scale tra il livello 1 e il livello 2 sui blocchi NH1, NH2, NH3, NH6 e NH7; getto dei solai del terzo impalcato sui blocchi NH2, NH3.
Per quanto riguarda le opere esterne – sottolinea Amati – risultano ultimati i lavori di allargamento della strada di accesso al cantiere ed è stata impermeabilizzata la vasca al di sotto del piano terra. A ottobre si sono tenute le prove di tenuta sulle tubazioni del piazzale di carico e scarico del Polo Tecnologico e si è tenuta la campagna di monitoraggio dei fitofarmaci.
Sul fronte impiantistico, è sempre in corso di realizzazione l’impianto LPS, il cui avanzamento è contestuale all’esecuzione dei pilastri. Per la cabina di consegna ENEL – prosegue Amati – dopo lo scavo è stato realizzato il basamento, posato il prefabbricato e attivato il collegamento tra le cabine utente e ricezione. Due importanti notizie arrivano dall’avvio di nuove procedure: prima di tutto è stata aggiudicata la gara per la progettazione delle strade che regoleranno la viabilità dalla ss 16 Adriatica e inoltre la Direzione dei lavori ha trasmesso la propria migliore offerta per l’attività di progettazione preliminare e definitiva relativa alla fornitura di arredi e attrezzature per il nuovo ospedale.
Tra tutti questi passi in avanti va detto che la ditta costruttrice lamenta la difficoltà di trovare in zona altri carpentieri per dare maggiore impulso alle opere strutturali.
Risultano pagati sette Stati Avanzamento Lavori (SAL), per un totale di euro 10.363.798,49, pari al 13,00% dell’importo complessivo (73.263.878,28 euro).

Voglio ringraziare – conclude Amati – la squadra di tecnici e tutti gli operai che in questo periodo difficile, dovuto alla pandemia che ha purtroppo rallentato i lavori, sono impegnati a contribuire alla realizzazione dell’opera più importante di questo secolo per il territorio in cui sorgerà: un ospedale per tutti, per curare anche le malattie tempo-dipendenti, mai trattate nelle strutture presenti nel raggio di 130 km”.