Il ministero delle Infrastrutture e la Regione Campania hanno espresso formale intesa sulla richiesta di dichiarazione dello stato di emergenza in relazione alla vulnerabilità sismica della galleria Pavoncelli, opera fondamentale per l’approvvigionamento idrico dell’intera regione Puglia e gravemente danneggiata dal terremoto dell’Irpinia nel 1980. Ora l’ultima parola spetta al Consiglio dei ministri per la deliberazione def
initiva. Lo rende noto l’assessore alle Opere Pubbliche della Regione Puglia, Fabiano Amati, che il 13 ottobre scorso aveva proposto alla giunta regionale pugliese, che aveva condiviso l’iniziativa, la richiesta alla presidenza del Consiglio dei ministri per il riconoscimento dello stato di emergenza della Pavoncelli. «L’ulteriore tassello sulla strada della dichiarazione dello stato di emergenza arriva – informa il comunicato – a seguito di varie segnalazioni di pericolo di crollo della galleria che l’assessore Amati aveva rivolto ad istituzioni competenti ed organi di informazione e culminate con due incontri interistituzionali a Roma con la Protezione Civile, il 5 e il 12 ottobre scorsi, e con la richiesta dello stato di emergenza alla presidenza del Consiglio dei ministri da parte della giunt
a regionale pugliese. »Allo stato mi sento di ringraziare la Regione Campania per la formale intesa rilasciata – sottolinea Amati – soprattutto se si considera che il tema sollevato aveva fatto sorgere negli anni particolari conflitti. Il gesto compiuto è un buon segno sulla strada della soluzione definitiva dell’emergenza«. La ‘Galleria Pavoncellì, che collega le fonti irpine con gli schemi dell’Acquedotto pugliese che alimentano le principali località della regione, fu realizzata nei primi anni del 900; a seguito del terremoto dell’Irpinia del 1980, venne danneggiata e si decise di realizzare una nuova condotta (Pavoncelli bis) parallela alla prima, affinchè la flessibilità nell’uso della prima e della seconda consentisse le operazioni di manutenzione senza interruzioni del servizio. I lavori della Pavoncelli bis furono avviati nel 1990 e sospesi nel 1992 a causa di difficoltà derivanti dall’elevato flusso d’acqua e da soluzioni temporanee di contenimento che all’epoca non furono sufficienti per consentire la ripresa dei lavori. Il cantiere, però, non fu mai riaperto anche a causa dell’insorgenza di complesse e defatiganti vicende amministrative e giudiziarie. Allo stato, l’unica ipotesi possibile di ripresa dei lavori è costituita dall’adozione di un apposito decreto della presidenza del Consiglio – Dipartimento per la Protezione civile, considerate la disponibilità delle risorse finanziarie e l’avvenuta aggiudicazione dei lavori.