“Ho avuto risposta alla richiesta di chiarimenti sui più recenti bandi per le assunzioni in AQP, ma i miei dubbi non sono stati fugati e in alcuni casi addirittura confermati. E’ per questo che ho chiesto oggi all’Amministratore unico di riaprire le procedure di selezione esplorativa, rendendo omogenei e coerenti i criteri e requisiti richiesti, spiegando le ragioni che egli stesso, e con estrema cortesia, mi ha chiesto di porre in evidenza.”
Lo dichiara il Consigliere regionale Fabiano Amati, annunciando di aver risposto questa mattina alla lettera di chiarimenti inviatagli dall’Amministratore Unico di AQP, circa i dubbi avanzati nei giorni scorsi sui bandi pubblicati dall’azienda per la ricerca e selezione dei seguenti profili professionali: n. 1 specialista gare e contratti; n. 4 Biologi per progetto potenziamento controllo di processo; n. 2 chimici per progetto di potenziamento controllo di processo; n. 4 periti chimici; n. 1 manutentore elettrico-meccanico; n. 7 conduttore impianto di potabilizzazione; n. 1 junior controller operativo di ingegneria di manutenzione.
“Non sfugge – dice Amati – l’ovvietà di alcune specificazioni contenute nella lettera di Aqp, relative alla necessità di individuare specifici requisiti per ogni singolo ruolo da ricoprire: non ci si aspetta certo che il chimico possa essere chiamato a fare l’ingegnere, né che venga inibito l’intento di dar spazio anche a giovani figure professionali che avranno la possibilità di crescere e maturare in AQP.
Tuttavia, le condivisibili premesse non cancellano, né rendono meno visibili, le già segnalate discordanze tra criteri, che riguardano la disomogeneità nella scelta dei requisiti richiesti per i diversi profili professionali, con riferimento all’età massima, all’esperienza pregressa e alla votazione nel conseguimento del titolo di studio.
Sul piano generale, ho rilevato che i requisiti richiesti per le varie figure professionali, così come delineate dalla società nei propri bandi ‘esplorativi’, evidenziano la indicazione – da parte di AQP – di profili c.d. ‘preferibili’. Il minimo comune denominatore di tutte (o quasi) le figure professionali sarebbe rappresentato dal criterio della preferenza dei requisiti, che farebbe emergere – di fatto – una procedura rimessa a un ampio margine di discrezionalità nella scelta delle candidature che perverranno. In altri termini, un’esplorazione senza mappa e dagli incerti confini, che renderebbe impossibile la verifica ex post dell’iter logico-motivazionale seguito nella scelta.
Oltretutto, sempre sul piano generale, mi risulta ‘oscuro’ come sia possibile tramutare in ‘preferenza’ (assunzione di soggetti iscritti nel collocamento mirato) ciò che è previsto come obbligo dalla L. n. 68 del 1999. L’alternativa è secca: o l’AQP è in regola con la predetta normativa in materia di diritto al lavoro obbligatorio dei disabili, e in tal caso ben potrebbe essere inserita una clausola di ‘preferenza’, oppure presenta scoperture in organico rispetto a tale ipotesi e quindi non si tratterebbe di una ‘preferenza’ ma di un mero obbligo. Tale riflessione di secca alternativa, a conferma dell’oscurità interpretativa, è deducibile – tra l’altro – dal fatto che per il profilo dei conduttori di impianto di potabilizzazione (“Leone Cuozzo” di Conza della Campania), due dei posti sarebbero riservati agli iscritti nella lista del collocamento obbligatorio; da ciò sarei portato a ritenere che vi sia una scopertura in organico e che quindi non sarebbe possibile parlare di ‘preferenza’.
Sul versante dei singoli requisiti richiesti, risulta ancora necessario procedere a puntualizzazione, frutto di quanto contenuto nella lettera di risposta e da numerose segnalazioni che continuo a ricevere.
Mentre risulta una coincidenza pressoché puntuale tra i requisiti indicati per i profili per cui è richiesto il possesso del diploma di scuola superiore (età entro i 35 anni, preferibile esperienza pregressa), non si registra la stessa omogeneità per i profili per cui è richiesta la laurea.
Difatti, nel caso del profilo “specialista gare e contratti” è richiesta un’età entro i 45 anni, oltre a un’esperienza triennale; per il profilo dei “chimici per progetto potenziamento controllo di processo” e per quello di “biologi per progetto potenziamento controllo di processo”, l’età è fissata entro i 40 anni ed è richiesta una non meglio precisata esperienza pregressa, oltretutto ‘preferibile’; per il profilo di “junior controller” l’età è richiesta entro i 30 anni, e compare per la prima ed unica volta il requisito del voto di laurea (non inferiore a 105), circostanza sulla cui ‘originalità’ (perché solo per questo profilo?) si attende una spiegazione plausibile.
Al riguardo, l’Amministratore uncico di AQP ha giustificato con la sua risposta la difformità dei requisiti anagrafici massimi richiesti per i profili dei laureati (“specialista gare e contratti” 45 anni, gli altri 40 anni), adducendo la circostanza che per lo “specialista gare e contratti” è richiesta una pregressa esperienza di tre anni, mentre per gli altri una generica esperienza pregressa.
Volendo seguire la spiegazione offertami – ove in linea teorica decidessi di condividerla – ne deriva la sua violazione in concreto. Se ciò che ‘discrimina’ tra i profili dei laureati è l’esperienza pregressa di 3 anni per lo “specialista gare e contratti” e l’esperienza generica per gli altri, dovrebbe risultare (e ciò non è) che partendo dal limite massimo comune di 40 anni per tutti i profili dei laureati, il limite anagrafico per lo “specialista gare e contratti” si sarebbe dovuto innalzare a 43 (40 +3): così non è stato, tuttavia, perché il limite massimo fissato per questo profilo è 45 anni, allo stato ingiustificatamente.
Alla luce di tutto questo, ho chiesto una modifica dei criteri di selezione adottati nei bandi, così da allontanare ogni possibile sospetto, condividendo la comune ottica di garantire il rispetto dei principi di trasparenza, pubblicità ed imparzialità dei provvedimenti dell’azienda in materia di assunzioni, che lo stesso amministratore unico di AQP ha voluto giustamente ribadire.”