“I diritti dei bambini devono trovare rispondenza e rappresentanza nelle azioni della politica. Anche quando continuiamo a mantenere il Porcellum, senza rendercene conto, stiamo commettendo una violazione dei diritti dell’infanzia, rendendoci esperti educatori alla raccomandazione”.
Lo ha detto il Consigliere regionale Fabiano Amati nel corso della seduta del Consiglio regionale dedicata ai diritti dell’infanzia.
“Viviamo tempi in cui l’ovvietà dei diritti dei bambini al futuro e ad essere rappresentati diventa rivoluzione: convochiamo quotidianamente decine di incontri, promuovendo attività di concertazione, ma escludiamo i bambini e le loro esigenze.
Questo accade perché assumere decisioni con lo sguardo rivolto all’infanzia significherebbe intraprendere azioni riformatrici in un paese che ha fatto della conservazione la sua cifra amministrativa.
L’interesse adulto si scontra con quello dei bambini, in ogni ambito in cui ci affacciamo e in ogni problematica che affrontiamo.
Pensando all’attuale legge elettorale, il cosiddetto ” Porcellum”, per esempio, vediamo quanto lampante sia l’inconciliabilità tra l’interesse dell’adulto alla “comodità dell’elezione” e quello alla buona educazione a cui hanno diritto i bambini, costretti oggi a leggere la “raccomandazione politica” come unico volano di affermazione.
Anche nel campo della depurazione, le proteste portatrici di interessi “adulti”, tipo una falsa rappresentazione del diritto alla balneazione, non considerano che nei luoghi in cui i depuratori non ci sono i bambini si ammalano di più per gastroenterite. E così sulla riforma delle pensioni, sull’edilizia ospedaliera, sull’eliminazione delle province e di tutti gli sprechi da elefantiaca organizzazione istituzionale. Insomma, tutte le difese di interessi “adulti” il più delle volte fanno a cazzotti con il mondo e i diritti dei più piccoli, e il futuro diventa retorica.
E allora c’è bisogno di ‘profeti’, diceva Papa Bergoglio al direttore di Civiltà cattolica. Chi sono i profeti chiedeva Spataro? Sono le persone che fanno ruido …. cioè fanno casino. Per questo chiedo alle organizzazioni a tutela dell’infanzia di farsi rappresentanti dei diritti dei bambini in ogni manifestazione della pubblica amministrazione, disponibili a ‘fare casino’ facendosi “profeti”, ovvero dpersone del “dire avanti”, in grado di portare avanti la vena riformatrice ed emancipare le fredde stagioni di un paese come il nostro che ha fatto della conservazione la sua cifra.”