“La delibera che regola i requisiti igienico-sanitari per il commercio dei prodotti alimentari sulle aree pubbliche, così com’è, impedisce sostanzialmente la possibilità di aprire locali pubblici nei centri storici delle città, bar e caffetterie, a causa della previsione di parametri obbligatori troppo restrittivi per la realizzazione dei servizi igienici con gli standard più evoluti. Ho chiesto, dunque, agli assessori competenti di appellarsi ad un maggior senso di realtà, e giammai di minore sensibilità, e di modificare la delibera in corso e i relativi parametri obbligatori per la realizzazione dei servizi igienici negli esercizi di somministrazione, solo con riferimento – ovviamente – ai centri storici”.
Lo ha scritto il Consigliere regionale Fabiano Amati in una lettera inviata oggi agli assessori regionali alla Sanità e all’Urbanistica Elena Gentile e Angela Barbanente, con riferimento alla Delibera della Giunta regionale n. 1225 del 4 luglio 2013 (“Requisiti igienico-sanitari per il commercio dei prodotti alimentari sulle aree pubbliche”).
“Ho constatato e segnalato alle istituzioni competenti – ha spiegato Amati – la presenza di una forte contraddizione tra la volontà di rivitalizzazione dei centri storici, il relativo rispetto delle condizioni tecnico-strutturali degli immobili e le prescrizioni in materia di servizi igienico-sanitari.
Con la delibera adottata, infatti, si prescrive, giustamente, che gli esercizi di somministrazione, quali bar o caffetterie, debbano prevedere almeno un servizio igienico, accessibile anche da persone diversamente abili, per la cui realizzazione sono previste numerose prescrizioni.
Mentre ciò è giusto per ogni zona delle Città, non mi pare che sia compatibile con i centri storici e con il relativo apparato di normative edilizie che li regolano.
Il rispetto di tali prescrizioni per i centri storici, infatti, di fatto renderebbe il più delle volte impossibile l’apertura degli esercizi, con relativa impossibilità di portare a compimento il giusto programma di rivitalizzazione dei centri storici. Ed alla fine non avremmo né i bar, né i servizi igienici.
Peraltro, nella stessa narrativa della delibera si legge che il provvedimento è stato adottato su segnalazione delle AASSLL e per la difficoltosa integrazione delle norme igienico-sanitarie con i Regolamenti locali di igiene e sanità pubblica.
È proprio così, e non è un caso. Infatti, la maggior parte dei regolamenti locali tengono conto del fatto che la vincolistica urbanistica e strutturale dei centri storici, spesso non si concilia con la normativa igienico – sanitaria, nelle sue caratteristiche più evolute e moderne. Proprio per questo, posseggono previsioni meno cogenti, che cercano di ponderare i diversi interessi privati all’impresa e quelli pubblici di parità di condizioni di vita e di maggiore vivibilità dei centri storici, che hanno portato a preferire l’apertura di un locale pubblico anche qualora le condizioni strutturali dell’immobile non consentono il rispetto puntuale della normativa sulle caratteristiche standard dei servizi igienico-sanitari.
Per questo, credo sia sensato modificare la delibera approvata, conciliando le giuste esigenze di civiltà, sviluppo e rigenerazione urbana e quelle di rispetto delle delle dotazioni igienico sanitarie dei locali pubblici nei centri storici.”