Cisternino, Amati all’incontro pubblico “Una squadra al servizio del nostro futuro”

Domenica 13 settembre, a Cisternino alle ore 18.00, il Consigliere regionale Fabiano Amati, Presidente della Commissione regionale bilancio e candidato alle Elezioni Regionali Puglia 2020, sarà presente all’incontro pubblico dal titolo “Una squadra al servizio del nostro futuro”. L’appuntamento è organizzato dal Pd di Cisternino e avrà luogo in via Roma, n. 34.

Amati parlerà del suo programma e del suo impegno per la Regione Puglia. Interverranno tutti i candidati al Consiglio Regionale per la circoscrizione di Brindisi. L’incontro è aperto alla cittadinanza

Mi candido….Con queste parole vi racconto le mie motivazioni

Mi candido…
per tornare in Consiglio regionale e anche qui, in questo posto.
Un luogo che frequento ogni mattina dell’anno, a contatto con le persone, i loro problemi e le possibili soluzioni.
Un angolo di strada impegnativo e spesso commovente, come lo sono le cose utili a ricordarmi sempre da dove vengo e chi mi manda.
Mi candido per completare le opere avviate e portate avanti anche quando potevano sembrare solo sogni; ma non c’è mai stato niente d’importante che prima di realizzarsi non sia stata una chimera.
Mi candido per accompagnare la crescita delle cose già realizzate, su cui ho speso tutta l’energia che potevo e che meritano di essere potenziate o ingrandite.
Mi candido per riprovare a fare ciò in cui ho fallito, e purtroppo non tanto perché le idee fossero sbagliate ma per la pigrizia con cui spesso si accolgono i cambiamenti e le novità.
Mi candido pensando che c’è sempre qualcosa di nuovo da fare o proporre, perché sin da ragazzo ho imparato che il metodo per progredire consiste nella volontà e nel duro lavoro, e che con questi ingredienti non c’è nulla di umano che non si possa realizzare.
Mi candido per tutto questo, ma soprattutto per poter leggere ancora per un po’, negli occhi di chi incontro, quel sorriso di complicità che sancisce la forza dei fatti realizzati, mettendo a tacere le parole amare di chi, per pregiudizio, preferiva non crederci, se non addirittura ostacolare.
Mi candido dunque per raccontare ancora una volta una storia vera, fatta di vittorie e sconfitte, di sguardi rivolti al futuro e incomprensioni. Tutto fatto, in ogni caso, con quel pizzico di allegria che abbatte il malumore e rende la vita una festa.
Non devo inventare buoni propositi per convincere a sostenermi, perché sono visibili sia i fatti che il mio piacere di vivere a contatto con le persone.
Ecco perché mi candido.
E un giorno, quando tutto sarà finito, spero di poter pensare a questi anni e a questi giorni con il cuore troppo piccolo per contenere la gratitudine e troppo grande per poterlo far battere soltanto per me.
Grazie a tutti, come sempre.

Preferenza di genere, Amati: “Parliamoci chiaro, o 60/l40 obbligatorio o impugnerò il provvedimento del Prefetto Bellomo”

“Parliamoci chiaro e a scanso di ogni equivoco. Sarà impugnabile il provvedimento del Prefetto Bellomo, per violazione del decreto legge, qualora non contenga l’inammissibilità delle liste che non rispettino il rapporto di genere 60/40 o un meccanismo di riduzione dei candidati così come avviene per i comuni. E quel ricorso, a tutela delle donne, lo potrei presentare io come cliente e avvocato”.

Lo dichiara il Consigliere regionale Fabiano Amati, Presidente della Commissione regionale bilancio.

“Il decreto legge prevede che il Commissario nominato dal Governo debba attuare la preferenza di genere e in conseguenza adeguare tutte le norme incompatibili della legge elettorale regionale. Ebbene, la prima norma incompatibile con la preferenza di genere è quella che permette di concorrere alle elezioni le liste che non abbiamo candidati di generi diversi, nella proporzione fissata dalla legge statale, cioè 60 e 40.
Ammettere infatti la preferenza di genere senza nessun intervento preventivo sulle quote di candidati nelle liste significherebbe violare il decreto legge e ridurlo a strumento di soluzione di qualche bagarre di potere. Nulla a che vedere, dunque, con la parità di genere.

Né si può dire – prosegue Amati – che la sanzione pecuniaria sia idonea a realizzare la compatibilità tra la preferenza di genere e le quote di candidati, perché il decreto legge è stato emanato per assicurare l’esercizio del diritto (doppia preferenza) durante le elezioni e non per punire la condotta di chi elude la disposizione sulle quote, consentendogli comunque la possibilità di concorrere alla competizione elettorale. Un po’ come dire che se parcheggi dove è vietato sostare, basta la multa per assicurarsi il diritto di lasciare l’auto in divieto per cinque anni.

Sarebbe peraltro davvero curioso – aggiunge – poter pensare che il legislatore abbia avuto come intenzione quella di introdurre la preferenza di genere e allo stesso tempo consentire l’assenza di candidati di sesso diverso nelle liste, tornando di fatto alla preferenza unica. In tal caso, infatti, si verificherebbe un’eclatante violazione dell’art. 120 della Costituzione – conclude – posto a garantire i livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali e che ha consentito – nel caso specifico – il ricorso alla decretazione d’urgenza”.