“La politica ha il dovere di dire la sua quando sancisce la strategicità di un’opera, così come sta avvenendo oggi nel corso della riunione del Consiglio regionale, e quest’ultima non potrà e non dovrà subire ribaltamenti legati alla sua eventuale localizzazione. Non è in base alla localizzazione che si può decidere la strategicità o meno per il Paese”.
Lo ha detto il Consigliere regionale Fabiano Amati, intervenendo nel corso del dibattito in Consiglio regionale sull’avvio delle procedure di consultazione per la realizzazione del metanodotto per il trasporto di gas dall’Albania alla Puglia.
“Ben venga la scelta dell’assessore Minervini – ha specificato Amati – di aver programmato dettagliatamente, e con tempi serrati, la fase di consultazione delle comunità locali e di tutti i soggetti coinvolti a vario titolo dall’eventuale realizzazione del gasdotto transfrontaliero dall’Albania alla Puglia, perché rappresenta un elemento di responsabilità, in grado di conciliare saggiamente la necessità di assumere una posizione politico-amministrativa e quella di ascoltare quanti potranno contribuire ad un’azione consapevole.
Alla fine di tutto il processo di ascolto, però, è bene sia fatta chiarezza sul fatto che dovrà assumersi una decisione e non esisterà nessuna possibilità di revocarla solo perché a qualcuno non piace la scelta di localizzazione dell’opera.
Per questo, chiedo ai colleghi Consiglieri regionali e a tutte le comunità e associazioni coinvolte di assumere un atteggiamento di maturità nel processo di promozione del progresso, che impone una precisa posizione non revocabile in base a contrasti con il nostro nostro organo più bizzarro, il cuore. E’ molto facile caricare di elementi romantici il giudizio sulle grandi opere: nessuno di noi accetterebbe con leggerezza di trasformare il proprio habitat. Sopravvalutiamo il “giudizio del cuore” al punto che viviamo tempi in cui la categoria del naturale è un bene, quella dell’artificiale è un male, la chimica è veleno, l’organico è sanità e salute. Ma mentre dibattiamo, interpellando il cuore, privi della consapevolezza di avere una necessità strategica che quasi all’unanimità abbiamo rappresentato oggi in quest’aula, non possiamo però dimenticare che una volta assunta una decisione, in base a quanto la scienza, la tecnica e l’economia suggeriscono, questa diventerà inappellabile, perché questo paese rischia di morire proprio quando non è in grado di esprimersi con decisione.
In questo momento, dunque, la tecnica e lo studio di merito dovranno necessariamente guidare il percorso che stiamo per intraprendere affinché la lungimiranza di quanto tutti insieme agevoleremo non subisca rallentamenti forniti da pregiudizi emotivi condizionanti e condizionati dal singolo, a scapito della collettività, dell’innovazione e dello sviluppo”.