Il presidente Vendola, l’assessore alle Opere Pubbliche Fabiano Amati e il presidente di Anci Puglia Michele Lamacchia con il vice Francesco Vendola e il presidente dell’ATO Puglia Vincenzo Zaccaro hanno presentato oggi in conferenza stampa il nuovo piano d’ambito dell’ATO (Ambito territoriale ottimale), approvato lo scorso 27 ottobre dall’assemblea dei comuni e che sarà in vigore fino al 2018. Il piano è il primo approvato direttamente dai comuni. Il piano d’ambito permetterà di tracciare gli investimenti in materia idrica che assommeranno a circa 1,5 miliardi di euro per potenziare la qualità dell’approvvigionamento idrico. “Abbiamo specificato – ha detto Amati –
la sostituzione delle condotto con più di 50 anni di anzianità, nuovi depuratori, i recapiti finali per i reflui, la sostituzione delle condotte fognarie, interventi per la falda, la sostituzione dei contatori, un dissalatore. Il piano successivo sarà l’adozione del piano triennale, con opere per il Sinni potabile, la condotta Seclì/S.Eleuterio, opere per la
ricerca perdite e prolungamento reti fognarie con particolare attenzione per le marine”. “Voglio ringraziare – ha concluso Amati – i sindaci per avere tenuto bassa la tariffa (che passa da 1,37 a 1,43), nonostante le richieste di investimenti. L’adeguamento della tariffa serva anche per far partire gli impianti di affinamento, se altrimenti sarebbero stati totalmente a carico delle casse comunali”. Il presidente Vendola ha definito quello odierno “un passaggio importante, politicamente impegnativo, un traguardo per nulla scontato. E’ stato messo sotto controllo il ciclo complesso delle acque in Puglia, con un monitoraggio del ciclo e l’avvio di cantieri utili al territorio. Ci eravamo trovati con un piano nel 2005 che aveva causato azioni legali da parte dei Comuni contro il gestore Acquedotto per i mancati investimenti dopo gli aumenti della tariffa. Avevamo decine di depuratori non a norma. Oggi i depuratori, una settantina, sono stati avviati e AQP è passato da un investimento annuo di 24 milioni a uno di 150: gli appalti hanno permesso di risparmiare acqua ed evitare crisi del potabile. Per questo intendo ringraziare i comuni per la scelta condivisa sulla tariffa e sul piano d’ambito. La mancanza di un piano d’ambito era anche causa di manovre speculative di agenzie di rating che abbassavano il valore di AQP, che restava in difficoltà con il sistema del credito: AQP è sempre un boccone appetibile per le speculazioni finanziarie. E oggi – ha concluso Vendola – abbiamo scritto invece una pagina di buona politica”.