“Per evitare il rischio di privatizzazione dell’acqua, a partire dal 1° gennaio 2026, occorre che entro fine giugno 2024 si affidi il servizio idrico integrato alla stessa AQP, previa attribuzione gratuita di quote societarie ai comuni pugliesi, e sul punto della gratuità della cessione delle azioni sono stati la presidenza della Giunta regionale e il presidente dell’AQP ad affermare la piena legittimità, correggendo un’infondata riflessione contraria contenuta nell’analisi tecnico normativa – ATN. Ora dobbiamo correre e ci dichiariamo disponibili ad accogliere tutte le richieste di modifiche migliorative alla nostra proposta avanzate dal Governo regionale, il quale – assieme ai colleghi di tutti i gruppi politici – si è manifestato in perfetta sintonia sull’obiettivo dell’affidamento in house, così da salvaguardare la gestione pubblica di AQP.”
Lo dichiarano il consigliere e commissario regionale di Azione Fabiano Amati, i consiglieri regionali Sergio Clemente e Ruggiero Mennea, capogruppo, e il responsabile regionale acqua di Azione Nicola Di Donna.
“Com’è noto, la data di scadenza della concessione del servizio (con legge statale) ad AQP è prevista per il 31 dicembre 2025, determinando l’avvio di una gara per il nuovo affidamento.
È chiaro che la soluzione ottimale sarebbe quella di eliminare la data di scadenza dell’attuale concessione, ma tale prospettazione potrebbe pure trovare punti di vista contrari e perciò conviene premunirsi per tempo, ossia entro e non oltre fine giugno 2024, approvando un impianto normativo in grado di consentire anche l’affidamento in house providing, nel solco dell’attuale normativa europea e statale.
L’insistenza sulla necessità di garantire le condizioni giuridiche per ottenere un affidamento diretto ad AQP non risiede in un atto di “disobbedienza” alla normativa europea ordinaria sulla gestione dei servizi pubblici, ma è l’esito di un processo di approfondimento fondato sulle peculiarità idro-geo-morfologiche della Puglia, che non giustificano scelte di tipo ordinarie, pena insormontabili difficoltà nella gestione. E su questo basti pensare al problema del necessario trasferimento dell’acqua dalle regioni limitrofe – in particolare Campania e Basilicata – per cogliere il complesso groviglio di potestà pubbliche che devono essere necessariamente poste in armonia, per cui una gestione del servizio non affidata a un gestore interamente pubblico, come AQP, potrebbe comportare molteplici problemi interdittivi e quindi una peggiore qualità del servizio.
In questo senso si muove la nostra proposta di legge, aperta a tutte le modifiche migliorative, imperniata sul necessario coinvolgimento dei comuni pugliesi per assicurare il realizzarsi dell’impostazione legislativa vigente in materia di affidamento in house providing, ovvero attraverso l’esercizio del “controllo analogo” a quello che esercita sui propri servizi, da parte del committente sul soggetto affidatario, e la necessità che il soggetto affidatario realizzi la parte più importante della propria attività con l’ente committente che la controlla. Solo al ricorrere di tali condizioni è prevista la possibilità di procedere all’affidamento del servizio senza gara.”