“Ringrazio Fabio Fazio, Rai 3 e il suo direttore Franco Di Mare, per aver ben spiegato, interpretando il ruolo del servizio pubblico, il contrasto tra i riti magici dell’agricoltura biodinamica e la prova scientifica. Tutti siamo liberi di credere e propagandare la magia, purché tale fede non sia affermata con la legge dello Stato, usando le tasse versate dai cittadini e penalizzando l’agricoltura biologica”.
Lo dichiara il Presidente della Commissione regionale Bilancio e Programmazione Fabiano Amati.
“Nel programma Che tempo che fa, andato in onda domenica sera, è stato spiegato in cosa consiste l’agricoltura biodinamica e l’errore di equipararla con la legge dello Stato all’agricoltura biologica, sottraendole inoltre le risorse.
Il fatto che tale equiparazione sia stata affermata dal Senato con una votazione quasi unanime, non esclude la necessità di un’auspicabile rivalutazione nel passaggio del provvedimento alla Camera. Così come molte volte è successo in passato, in particolare per il caso Stamina, e senza rigidità.
L’agricoltura biodinamica non è un’evoluzione qualitativa dell’agricoltura biologica, come si vorrebbe sostenere, perché in nessun modo possono ritenersi accettabili pratiche contornate da riti propiziatori, come per esempio l’uccisione di vacche o cervi per asportare corna e vesciche, da riempire con liquami o fiori di achillea e poi sotterrare sino a giorno di Pasqua.
Mi pare che fornendo le informazioni scientificamente più appropriate, il servizio pubblico si sia reso interprete del suo ruolo, imperniato sul pluralismo delle posizioni, purché fondate sulla prova. Il diritto di parola è strettamente correlato al dovere di conoscenza e prova, per cui non si può discutere la teoria di centralità della terra nell’universo se prima non si prova l’errore di Copernico”.