L’assessore alle Opere pubbliche e Protezione civile, Fabiano Amati, ha chiesto questa mattina al Presidente della V Commissione consiliare Donato Pentassuglia, di essere sentito per riferire sui recenti avvenimenti relativi agli incontri che si sono svolti tra la Regione Puglia e l’Ilva di Taranto, conclusi con la dichiarata indisponibilità da parte di Ilva ad interloquire con la Regione.
Lo scopo è quello di informare dettagliatamente la Commissione sulle vicende che hanno comportato il fallimento della conclusione dell’accordo con Ilva S.p.A. e conseguentemente della possibilità di invasare la diga Pappadai con l’acqua del Sinni, che Ilva attualmente preleva e destina a scopi industriali. Amati ha chiesto inoltre di poter presentare, nel corso della stessa audizione, un altro progetto, attualmente in fase di studio e valutazione, che coinvolgerebbe Enel S.p.A. in qualità di gestore dell’invaso artificiale del Cogliandrino e di invitare alla seduta anche l’assessore all’Ambiente Lorenzo Nicastro.
La vicenda risale al 17 novembre del 2010, quando Amati ha convocato una prima riunione tecnica volta ad approfondire le problematiche relative al completamento dei lavori di realizzazione dell’impianto di affinamento Gennarini-Bellavista di Taranto, utile a fornire all’Ilva acqua super affinata da destinare a scopi industriali ed evitare così che quest’ultima continuasse a prelevare acqua dal Sinni , utile invece per invasare la diga Pappadai. Risale poi al 17 gennaio scorso la convocazione di un secondo incontro sull’argomento al quale parteciparono il presidente Nichi Vendola, l’assessore Fabiano Amati e il vice presidente dell’Ilva Fabio Riva, al quale hanno fatto seguito una terza riunione, il 24 gennaio scorso, e ad un’ultima, svoltasi due giorni fa, a conclusione della quale Ilva ha deciso di interrompere qualsiasi dialogo con la Regione Puglia sull’argomento.
Dalle riunioni era emerso che il completamento e la messa in funzione dell’impianto di affinamento di Taranto Gennarini Bellavista avrebbe permesso di risparmiare i 250 litri al secondo di acqua destinata all’uso potabile, che l’Ilva preleva dal Sinni per le proprie attività, ed alimentare così la Diga Pappadai. L’Ilva avrebbe potuto compensare il mancato prelievo dell’acqua dal Sinni utilizzando il quantitativo necessario dall’impianto di super affinamento Gennarini Bellavista, in cambio di un contributo economico da destinare ad Acquedotto Pugliese, gestore dell’impianto. Sulla questione l’Ilva aveva dato la sua disponibilità all’approfondimento della questione ed in particolare, nel corso degli incontri, si era convenuto sulla necessità di un confronto tecnico bilaterale tra Ilva e Acquedotto Pugliese destinato a verificare i costi di gestione dell’impianto e quantificare l’eventuale contributo che l’Ilva avrebbe dovuto versare in cambio dei 250 litri derivanti dall’impianto di affinamento. Intanto, dopo l’emersa esigenza di realizzare una rete di distribuzione interna allo stabilimento Ilva, l’assessore Amati, come da impegni assunti, aveva scritto una lettera al Capo Dipartimento di Protezione civile Franco Gabrielli, per chiedere l’autorizzazione all’utilizzo delle economie risultanti dal progetto per la costruzione degli impianti di super affinamento Gennarini e Bellavista di Taranto per realizzare la rete di distribuzione interna allo stabilimento. L’8 febbraio scorso però, di fronte alla specifica richiesta rivolta all’Ilva da Amati di dichiarare la disponibilità a sostituire l’acqua destinata al potabile prelevata dal Sinni con quella super affinata proveniente dall’impianto Gennarini Bellavista di Taranto, a fronte di un contributo economico fisso da destinare ad Aqp per la gestione di quest’ultimo, con un risparmio rispetto a quanto attualmente viene versato da Ilva all’Eipli e alla Regione Basilicata, e a proseguire dunque nelle trattative, l’Ilva ha risposto con un secco no.
Data: Gio, 10 Febbraio 2011 @ 13:20