“Il Direttore generale di Arpal non deve autosospendersi perché ha deciso di candidarsi; il DG di Arpal deve essere dichiarato decaduto per legge dal Consiglio regionale perché la sua gestione dell’agenzia è ampiamente discutibile e perché solo così si può fare in virtù di una sentenza della Corte costituzionale.
Il presidente Emiliano deve evitare il metodo della confusione attraverso la dissipazione delle parole e aiutarci a portare in Consiglio regionale la riforma dell’Arpal, così da far decadere il DG e offrire all’agenzia un management più all’altezza del compito. Non farlo può lasciare intuire di essere vittima di un ricatto politico, oppure di essere accondiscendente sulla gestione di Arpal.
Stiamo insistendo per la convocazione del Consiglio regionale, per ora purtroppo inascoltati, perché è nostro dovere occuparci dell’interesse pubblico al buon andamento della pubblica amministrazione.
Il DG di Arpal, come chiunque, ha il diritto di passare da uno schieramento politico all’altro e di fare il girovago della candidatura come e quando gli piace e con le ragioni ritenute più idonee. Ma questo suo diritto costituzionale non può mettere in attesa il nostro dovere di prendere decisioni per riportare ordine in Arpal, così come sarebbe stato necessario fare da mesi.
Su questo aspetto della vicenda, ossia la questione della gestione Arpal, c’è un assordante silenzio dei partiti di maggioranza – tranne il gruppo alla regione del PD – e di minoranza e di diversi esponenti politici – candidati alle elezioni – scatenati contro il DG Arpal candidato e non contro il DG Arpal cattivo gestore. Il motivo? Non riesco a capire quello dei partiti del centrodestra, mentre mi è chiaro il motivo dei partiti di centrosinistra e di Boccia e Lacarra: assecondare il presidente Emiliano. Ma la situazione di Arpal può mai essere subordinata alle ragioni di questo teatrino?”.