di Martucci Oronzo
«Avere un incarico in giunta per rappresentare al meglio gli interessi del territorio è importante, ma non bisogna piangere, tanto meno piangersi addosso, piuttosto ragionare in questi termini: non ho un settore di cui occuparmi? E allora mi occupo di tutti i settori»: Fabiano Amati, consigliere regionale eletto con il Pd in provincia di Brindisi, presidente della Commissione Bilancio, risponde così a chi gli chiede se un assessore regionale espressione della provincia di Brindisi potrebbe ottenere maggiori risultati per il territorio di provenienza. La provincia di Brindisi, tra l’altro, non ha mai avuto rappresentanti in giunta dal 2015, anno della prima elezione di Michele Emiliano alla presidenza, forse anche a causa della scarsa sintonia che esiste tra Amati ed Emiliano.
Presidente Amati, le rappresentanze politiche, istituzionali e sociali del territorio brindisino non mostrano grande determinazione nel rivendicare una presenza in giunta.
«Mettiamola così: il tema della rappresentanza del territorio è infondato se quella rappresentanza serve solo a garantire un posizionamento politico; è molto fondato se significa che chi non è in sintonia con il presidente Emiliano non può e non deve far nulla. Penso che la politica non debba essere condizionata da antipatie e simpatie. Onestamente, ho fatto più cose disturbando di quante ne avrei potute fare se fossi stato nel governo, mediando. Ma…».
Ma…?
«Qui non è in discussione il mio lavoro politico, si tratta di permettere al territorio di esprimere al meglio tutte le sue potenzialità. Ecco perché Brindisi si deve scuotere da questa condizione servile agli agglomerati politici precostituiti di destra, sinistra e centro, con l’obiettivo di turbare e anche disturbare chi trova giovamento da questa condizione servile».
Cosa ha ottenuto e realizzato da consigliere, disturbando?
«Beh, l’oncoematologia presso l’ospedale Perrino è stata attivata su mia iniziativa, così come su mia iniziativa è nato l’ospedale di comunità a San Pancrazio e sono in fase di realizzazione gli ospedali di comunità presso il “Di Summa” di Brindisi e a Latiano. E ancora: ho combattuto per portare acqua e fogna in alcuni quartieri periferici di Brindisi e combatto quotidianamente accese battaglie, creando incomprensioni, sullo sviluppo ambientalista di Brindisi, come nel caso del deposito Edison nel porto. Provo anche a far ottenere a Brindisi ciò che le è dovuto per il passaggio del gasdotto di Tap. Questi sono atti di governo senza stare al governo».
La politica delle cose.
«Sì, senza soggezione verso alcuno e in modo determinato. Voglio ricordare che chi viene assoggettato o si fa assoggettare rischia di non avere nulla. Chi si fa assoggettare rende il territorio sguarnito di voci e persone, e non deve lamentarsi dell’ingratitudine umana. Non sono un radical chic, nel lavoro politico mi bagno quotidianamente con le lacrime delle persone, non mi trastullo».
I suoi colleghi si bagnano con le lacrime delle persone, cioè con i loro problemi quotidiani?
«Io guardo a me, spero che lo facciano. Bisogna evitare di pensare che la politica sia movimento senza spostamento».
Tra qualche settimana la delegazione brindisina del Pd in Consiglio regionale si arricchirà con l’arrivo dell’imprenditore Carmelo Grassi. Quale potrà essere il suo contributo per rappresentare gli interessi del territorio?
«Conosco e stimo Carmelo Grassi, ma non l’ho mai visto all’opera. Spero che io possa dare una mano a lui e lui a me per superare i “nì” inconcludenti che sono inutili e non portano vantaggi ai cittadini che ci hanno delegati a rappresentarli. La carriera politica deve dipendere dalla capacità di rappresentare e cogliere ogni aspetto della condizione umana, cioè esigenze, bisogni, problemi. Non certo dalla sudditanza verso il capo. La sudditanza non può che provocare, lo ripeto, movimenti senza spostamenti, cioè iniziative inutili».
Nuovo Quotidiano di Puglia edizione di Brindisi di sabato 23 ottobre 2021, pagina 11