“Ha ormai motivazioni dolose, generate da insopportabili complicità politiche, l’inquinamento ambientale del mare e del suolo di Porto Cesareo e Nardò. Dopo l’ennesimo fallimento, ossia le vergognose trincee drenanti per fortuna bocciate dalla Provincia di Lecce, si decide d’insistere nella follia anti-scientifica avallata anche dai dirigenti ordinari della Regione e di Aqp, avviando un complesso procedimento di VIA e però evitando di autorizzare provvisoriamente il collegamento del depuratore di Porto Cesareo a quello di Nardò, così da mettere fine a uno dei più grandi scempi ambientali della Puglia”.
Lo dichiara il Presidente della Commissione regionale Bilancio e Programmazione Fabiano Amati.
“Si continua a cincischiare senza provare alcuna vergogna, inseguendo l’anti-scienza e l’intento inquinante dell’amministrazione comunale di Nardò, per aggravare un risultato inquinante che nel 2022 porta il segno della vergogna.
Per evitare la soluzione legale ordinaria, cioè il collegamento al recapito di Nardò, si erano inventati le trincee drenanti, dando rassicurazioni sulla rapidità del procedimento. E invece la Provincia di Lecce ha bocciato sonoramente le trincee drenanti, inviando il progetto alla più complessa procedura di VIA, così com’era ampiamente prevedibile.
In un Paese normale, e tra le mani di dirigenti non condizionati da motivazioni politiche, a questo punto si dovrebbe abbandonare lo scempio delle trincee, autorizzare provvisoriamente lo scarico e avviare gli allacci fognari. E invece no.
Si insiste con le trincee drenanti, si valuta quasi con sollievo la notizia che tale soluzione debba essere assoggettata al più complesso e lungo procedimento VIA e in luogo della soluzione provvisoria si preferisce continuare a inquinare mare e suolo.
E tutto questo perché? Per assecondare una follia di stampo politico, del tutto sfornita della più elementare prova scientifica e razionalità idraulica”.