“Una serpentina fatta di 12 trincee, primo recapito a Torre Colimena e scarico finale in mare, per creare illusioni e accumulare ritardi mostruosi, compresa l’attuale sospensione dei lavori, nonostante tutti gli indicatori ARPA riferiscano le condizioni ambientali scarse del suolo e del mare di quel territorio. Ma si può amministrare in questo modo? Non darò tregua per riportare a salute e normalità una situazione d’inquinamento non più tollerabile”.
Lo dichiara il Presidente della Commissione regionale Bilancio e programmazione Fabiano Amati, commentando l’esito della riunione della Commissione ambiente sul depuratore di Sava-Manduria.
“I lavori del nuovo depuratore e di adeguamento del vecchio sono completati al 90% e sospesi dal 22 aprile in attesa di definire la variante progettuale del recapito finale e vari adeguamenti normativi.
Si spera che l’iter della variante progettuale del recapito, composto di 12 trincee drenanti, un primo recapito a Torre Colimena e quello finale in mare, possa concludersi entro ottobre 2021, per poi terminare i lavori a giugno 2022 e avviare il tutto all’esercizio entro dicembre 2022.
Oltre dieci anni per fare ciò che si poteva fare da subito, con maggiore risparmio di fondi pubblici e minori orpelli da illusionisti.
Il clamoroso ritardo rispetto agli originari e abbondantemente scaduti 540 giorni contrattuali, è addebitabile alla mancata consegna all’appaltatore dei lavori relativi allo schema di recapito dei reflui depurati.
Rimangono ovviamente da definire i tempi di conclusione del procedimento relativo al Provvedimento Ambientale Unico, per la parte relativa al recapito finale in mare attraverso le 12 trincee drenanti e il passaggio dal bacino artificiale di Torre Colimena, nella ovvia speranza che le preziose acque reflue deputate possano essere completamente riutilizzate, evitando di sprecare in mare una grande ricchezza: ma ciò vale per tutti gli agglomerati e non solo per quello di Sava-Manduria.
Preoccupano, infine, i dati sulla perdurante e scarsa qualità ambientale dei corpi idrici della zona, resi così dall’attuale scarico nel sottosuolo di liquami quasi tal quali. La presenza anomala, nelle acque prelevate dai pozzi-spia, di nitrati, cloruri, antimonio, ferro, manganese e solfati, rende evidente quanto non si riesce a far comprendere, e cioè che la bellezza dell’incanto di quei territori è compromessa dall’attuale situazione oltre il limite di ogni normalità igienico-sanitaria, e che solo l’entrata in esercizio del depuratore potrà finalmente risolvere. Altro che scarico a mare da contrastare”.