“Finalmente la discussione sull’impianto di ultraffinamento “Gennarini-Bellavista” riprende quota, ripartendo dal punto in cui si era fermata qualche mese fa per l’ostilità di ILVA, oggi per fortuna revocata, nel contribuire ai costi di gestione dell’impianto, decisamente inferiori rispetto a quanto oggi ILVA paga a EIPLI e alla Regione Basilicata. La funzionalità dell’impianto comporterebbe, infatti, il dirottamento presso l’invaso Pappadai, funzionale alle esigenze potabili ed irrigue, dell’acqua del Sinni oggi prelevata da ILVA per gli usi industriali, dallo schema del Sinni.
Attendiamo con fiducia il prossimo incontro già fissato, che si terrà tra trenta giorni, al fine di analizzare i risultati del confronto tecnico che oggi si avvia tra Governo regionale, AQP e ILVA.”
Lo ha dichiarato il Consigliere regionale Fabiano Amati, a margine della riunione odierna della V commissione consiliare.
“È importante sottolineare – dice Amati – che l’iniziativa di funzionalizzazione del Gennarini-Bellavista è finanziata con fondi della Protezione civile nazionale (14 milioni di euro), il cui mancato utilizzo comporterebbe una ingiustificata revoca del finanziamento, che non possiamo consentire.
L’ipotesi progettuale è peraltro prevista dall’Autorizzazione Integrata Ambientale rilasciata qualche mese fa ad ILVA dal Ministero dell’Ambiente, e mi spiace dover rilevare che ove ILVA avesse accolto per tempo l’iniziativa puntuale del Governo regionale, a questo punto staremmo registrando solo le fasi di avanzamento del progetto.”
L’avvio in esercizio dell’impianto di super affinamento Gennarini-Bellavista di Taranto permetterebbe di sostituire con acque ultra affinate quelle prelevate dallo schema idraulico del Sinni e del Tara, attualmente utilizzate da ILVA, e di invasare, con la risorsa risparmiata, la Diga del Pappadai (in fase di collaudo), consentendo così di mettere in funzione una grande opera utile ad integrare la richiesta di acqua sia potabile che utilizzata per scopi irrigui.