Populista la mia proposta per abbattere le liste d’attesa? Non populista, caso mai vicina al popolo».
Così reagisce Fabiano Amati (Azione) all’intervista di Pier Luigi Lopalco (Pd) che aveva definito «populista e semplicistica»
l’idea che si potesse risolvere il problema con una legge regionale, mentre la questione ha un rilievo nazionale. La legge è stata bocciata in Consiglio ma con le posizioni di Amati si schiera la Cgil pensionati.
Cosa pensa delle parole di Lopalco?
«È vero che la materia interessa al popolo. E siccome io non ho alcun disprezzo per le esigenze del popolo, faccio un ragionamento: le agende dedicate ai malati oncologici, il divieto di agende chiuse al Cup e lo stop all’abuso delle visite a pagamento sono temi che piacciono al popolo. Ci sono delle norme al riguardo e io penso che vadano fatte rispettare. Anche con mezzi risoluti come la decadenza di chi è responsabile delle violazioni di queste norme. Compresi i dg delle Asl».
Lopalco dice che alcuni temi, presi singolarmente, sono apprezzabili. È la legge in quanto tale ad essere fuorviante.
«Se quelle norme vanno bene “a pezzi”, possiamo anche ripresentare la legge scomposta in tante parti. Ogni pezzo una legge diversa. Il problema per me è un altro: fare in modo che le norme che ci sono, a livello nazionale e regionale, vengano rispettate. Perché altrimenti le persone malate rischiano di dover scegliere il cimitero non potendo ottenere una rapida strada verso l’ospedale».
Ma se ci sono norme che già prevedono quello che lei Amati e le liste d’attesa
«La legge necessaria per fissare le sanzioni»
Dice, a cosa serve una legge ulteriore?
«Non è scritto da nessuna parte cosa succede se non sì eseguono le prescrizioni previste. La nostra legge prevede proprio questo, fissa la sanzione nel caso in cui non si dia corso alle previsioni: per questo stabilisce la decadenza dei manager. Perché questo è il punto cruciale: nessuno sì spaventerebbe mai di un obbligo, se a quell’obbligo non fosse collegata una conseguenza in caso di mancato rispetto. È la storia della società umana e del diritto. Piuttosto, mi chiedo perché tanta ostilità a questa previsione»?
Dica lei: perché?
«Perché quella norma è particolarmente tignosa. Determina la “decadenza automatica” di chi non la rispetta: dunque non ci sono mediazioni, raccomandazioni e occhi chiusi sulla realtà. Una norma che mette tutti di fronte alla responsabilità. Ecco perché tanta ostilità».
Si dice pure: la legge regionale è fuorviante perché il problema è nazionale.
«L’Emilia Romagna ha approvato una delibera di giunta e nessuno dice che quelle normae sono fuorvianti. È vero, il problema è nazionale. Ma nella graduatoria delle difficoltà ci sono Regioni che stanno peggio e quelle che stanno meglio. Sa cosa vuol dire»?
Che cosa?
«Significa che le Regioni che stanno meglio danno sollievo a migliaia e migliaia di persone. Allora mi chiedo: se è così, perché non ci dobbiamo adoperare per migliorare la vita di quelle migliaia di persone? A questa domanda, è chiaro, non devo rispondere io»