Sul Piano casa siamo assediati da decine di profeti di sventura, impegnati a parlare senza attendere le sentenze, a travisare quelle che ci sono e senza mai fare una proposta concreta, realistica e immediata per la crescita, lo sviluppo e senza il “benaltro” impostato come sole dell’avvenire. Ecco perché il Paese stenta, sballottolato tra ideologie, falsificazioni e post-verità, e perciò portato lontano dalla vita di ogni giorno delle persone.
Sedi questo argomento si evitasse di parlare dall’alto di stipendi o pensioni pubbliche, forse si riuscirebbe ad immedesimarsi nella condizione più dolorosa di chi produce per il Paese, rispettando ambiente e legalità, e versa in tasse ciò che serve per pagare proprio quegli stipendi e quelle pensioni. Sull’impugnazione della legge sul Piano casa da parte del Governo nazionale sento dire cose incredibili. La più grossa è quella dell’impugnativa perché il Piano casa avrebbe consentito interventi in violazione del Piano paesaggistico. Ma diciamo sul serio? E quando mai? Tutti gli interventi del Piano casa possono essere realizzati solo se rispettosi delle prescrizioni, linee guida e direttive del Piano paesaggistico. E ciò è scritto nero su bianco. Non c’è possibilità di sbagliarsi. Il Ministero eccepisce, invece, sul fatto che la delibera del Consiglio comunale d’individuazione degli ambiti ove realizzare gli interventi non debba essere condivisa con il Ministero, ossia le famosissime ed efficientissime (sic!) Soprintendenze, con l’effetto di annullare il potere di scelta dei Comuni.
Ora, per quanto si possa argomentare, questa auto-attribuzione di potere non è prevista da nessuna legge statale e si rivela una pretesa assurda, diretta a realizzare la morte del Piano casa e ad affamare un grande comparto produttivo. Sul punto, peraltro, e di recente intervenuta una sentenza della Corte costituzionale, la 192 del 2022, con cui è stato sancito il principio elementare, estraneo ai profeti di sventura, che ogni intervento del Piano casa può solo soggiacere alle prescrizioni, direttive e linee guida del Piano paesaggistico e non alle misteriose elucubrazioni ministeriali.
Ma i profeti di sventura parlano pure a vanvera: dicono di aver avvertito per tempo sui rischi d’impugnativa, ma non si capisce dove, come, quando e soprattutto con quale proposta concreta e alternativa; dicono della virtù di proposte assessorili, modificate però all’unanimità dal Consiglio regionale, senza aggiungere che tali proposte rendevano inservibile il Piano casa ed erano contrastate dagli ordini professionali, dalle associazioni di categoria e dai comuni; dicono di Piani urbanistici generali ma non delle lungaggini per adottarli. con procedimenti demandati strumentalmente a conferenze di servizi che non si concludono mai.
E anche su questo, ovviamente, nemmeno una parola sul fatto che ho depositato una proposta di legge ifi proprio per semplificare l’adozione di Piani urbanistici e che quando il Consiglio regionale ha approvato un’altra mia proposta per attuare per legge una parte del Piano paesaggistico, la stessa compagnia di profeti di sventura ha urlato il suo “urrà” alla notizia dell’impugnazione, per poi retrocedere in un imbarazzato silenzio quando la Corte costituzionale ha rigettato il ricorso. Insomma, niente di nuovo sotto il sole. Dobbiamo solo combattere per sconfiggere quello che Franco Cassano chiamò narcisismo etico.
È anche questo il nostro compito e la nostra missione.
Articolo pubblicato su Nuovo Quotidiano di Puglia del 27 ottobre 2022