Con riferimento alle molteplici richieste di chiarimento avanzate da alcuni Consiglieri regionali sui lavori della task force per la realizzazione di nuovi ospedali, utilizzando strumenti di partenariato pubblico-privato, l’assessore alle Opere pubbliche e Protezione civile Fabiano Amati ha rilasciato la seguente dichiarazione:
“La sommarietà oggettiva degli articoli giornalistici pubblicati sull’argomento, sia pur prodotti con encomiabile precisione, hanno generato qualche fraintendimento, che in alcuni casi e per passione civile e’ sfociato in attacchi ingiusti rivolti a funzionari che hanno partecipato alla riunione della task force di venerdì scorso.
“Ritengo opportuno pertanto precisare che allo stato il procedimento e’ stato avviato (riunione del 18.2.2010) per gli studi di prefattibilità presentati dalle ASL di Lecce e di Brindisi, mentre nella riunione del 25.2.2010 sarà avviato il procedimento sugli elaborati presentati dalle ASL della BAT e di Taranto.
“Il procedimento di verifica, finalizzato ad ottenere il livello di progettazione idoneo a bandire le gare per lo strumento giuridico prescelto ai sensi del Codice dei contratti pubblici, e’ imperniato sui seguenti criteri inderogabili:
1) dotazione posti letto: modulare il livello progettuale alle disposizioni del Piano di rientro;
2) piano economico-finanziario: assicurare la contrazione al massimo dell’eventuale quota di finanziamento pubblico, attraverso la massima valorizzazione del patrimonio edilizio oggetto di dismissione, l’asservimento di servizi non strettamente funzionali e riferibili ad altre strutture ospedaliere della stessa ASL, la destinazione dei canoni di locazione che si dovessero eventualmente risparmiare, una più approfondita ricognizione del patrimonio immobiliare della ASL non conferito alla società veicolo per la recente iniziativa di cartolarizzazione ed ogni eventuale iniziativa che potesse/dovesse emergere con riferimento a specifiche caratteristiche dell’opera, ovvero della gestione aziendale di riferimento;
3) localizzazione: formulare la proposta con la condivisione delle istituzioni locali interessate (provvedendo alla verifica tecnica di tutte le proposte avanzate dalle stesse istituzioni), nel rispetto di criteri attinenti alle distanze della struttura con il bacino di riferimento, alla preesistenza di reti viarie a rapido scorrimento (ovviamente con riferimento al contesto morfologico), all’assenza di vincoli idrogeologici e paesaggistici inderogabili ed alla compatibilità dell’area ad ottenere dal Comune interessato la destinazione urbanistica propria, ai sensi dello strumento di pianificazione comunale.
“Gli studi di fattibilità o i progetti preliminari (il livello di elaborazione rileva ai fini dello strumento prescelto) dovranno essere presentati alla task force nel tempo variabile di 45-90 giorni e sottoposti alle verifiche della stessa, la quale potrà avvalersi della consulenza dell’Unita’ Territoriale di Finanza di progetto istituita presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.
“Allo stato posso dunque dire che le riflessioni sulla dotazione di posti letto per ogni struttura (che dovrà risultare compatibile col Piano di rientro) e sulla localizzazione appaiono rispettivamente pronunciate in errore e non tenendo conto della necessaria condivisione delle istituzioni locali.
“Al rispetto rigoroso dei criteri si sono attenuti tutti i partecipanti alla riunione del 18 febbraio 2010 e le ipotesi di localizzazione sono state trattate da tutti, senza eccezioni, come ipotesi, da verificare al pari di altre sulla base dei criteri tecnici individuati e, si ripete, col consenso dei comuni interessati.”