“Il Consiglio di stato ha posto fine (speriamo), con sentenza del 6 agosto scorso, al decennale contenzioso tra la Puglia e l’ATO Calore Irpino, per la realizzazione della galleria Pavoncelli bis, dichiarando la piena legittimità dell’ordinanza sullo stato di emergenza della vecchia galleria Pavoncelli, richiesta dalla Regione Puglia nell’ottobre 2009 e in base alla quale si è riusciti – dopo trent’anni – a completare il procedimento di approvazione del progetto e avviare dei lavori della nuova galleria di valico.”
Lo comunica il consigliere regionale Fabiano Amati, anche in qualità di Presidente del Comitato Tecnico Consultivo per la realizzazione della Pavoncelli bis: galleria idraulica che sostituirà la vecchia Pavoncelli, gravemente danneggiata dopo il terremoto in Irpinia del 1980, per consentire l’approvvigionamento idrico della Puglia – in sicurezza, sul versante del rischio sismico – dalle sorgenti di Caposele e Cassano Irpino.
“La Pavoncelli bis è allo stesso tempo una delle storie più complesse, scandalose e esaltanti, tra tutte quelle che riguardano opere pubbliche al servizio della Puglia. È la più complessa per i suoi profili interregionali (riguarda infatti il territorio della Puglia e della Campania) e per le specificità geologiche del territorio su cui sorge; la più scandalosa perché il procedimento per la sua realizzazione è iniziato nel 1980 e sino al 2009 sono stati spesi almeno 250 miliardi di vecchie lire per realizzare ben poco; la più esaltante perché riguarda il cuore dell’Acquedotto pugliese e garantisce la vita ad almeno un milione e cinquecento mila pugliesi. E quanto a me è quella che più mi ha impegnato, con gioie e frustrazioni, nel lavoro di amministratore pubblico regionale.
Tra complessità e scandali, da decenni si combatteva una ‘guerra’ giudiziaria sulla realizzazione dell’opera, portata avanti da vari organismi pubblici irpini sulla base di un pregiudizio: cioè che l’opera potesse servire ad ampliare la portata del prelievo idrico in favore della Puglia.
Che non sia così è stato riconosciuto dal Consiglio di Stato, che rigettando il ricorso dell’Ato Alto Calore ha affermato la piena legittimità del procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale ministeriale, scaturito dalla ordinanza di protezione civile concessa dal Governo nazionale nel novembre 2009, richiesta dalla Regione Puglia – a gran voce – nell’ottobre dello stesso anno, come unico strumento idoneo a sbloccare lo scempio di sprechi e ritardi; come poi si è ampiamente rivelato, considerato che il cantiere è attualmente in pieno esercizio.
Naturalmente, tutto ciò è stato reso possibile anche grazie al Commissario per l’emergenza e all’intera struttura tecnica del commissariato, al Servizio risorse della Regione Puglia, oltre che all’Avvocatura Generale dello Stato, che ha difeso con particolare impegno e ingegno le ragioni della Puglia e dell’Acquedotto pugliese. Senza il loro aiuto, oggi non avremmo potuto vantare questo parziale successo, che ci fa ben sperare per l’entrata in esercizio – al più presto – di questa fondamentale opera idraulica.”