Il Partito democratico è sempre più orientato ad accettare le primarie per risolvere la “querelle” della candidatura in Puglia. E’ quello che da ieri (13 gennaio) sta emergendo all’interno del partito di Bersani.
Sabato prossimo si svolgerà l’assemblea regionale del partito. E a quanto pare la candidatura di Francesco Boccia e la rinuncia alle primarie pare non abbia il quorum necessario dell’assemblea regionale.
Contro la soluzione Boccia senza primarie, che avrebbe l’appoggio dell’Udc, ma porterebbe allo sganciamento della sinistra radicale e alla candidatura autonoma di Nichi Vendola, sono contrarie le minoranze che fanno capo a
Franceschini e Marino, nonché l’area di Michele Emiliano, che conta 37 voti dei 123 dell’Assemblea. Per votare la deroga alle primarie occorrono i tre quinti dei componenti dell’organismo. Nonostante le pressioni e le lusinghe sull’Area Emiliano, il quorum non è stato raggiunto.
Di fronte allo stallo anche D’Alema avrebbe convenuto che se le cose non cambiano da qui a sabato il ricorso alle primarie “diventa difficilmente evitabile”.
A favore delle primarie anche il fasanese Fabiano Amati, dirigente regionale del Pd nonché assessore alle opere pubbliche della giunta Vendola, uno dei più convinti sostenitori sin dalla prima ora del ricorso ai gazebo per scegliere il candidato governatore della Puglia per il centrosinistra.
“Pare si stia andando verso le primarie – commenta Fabiano Amati -. È una cosa buona e giusta, un modo per tenere insieme tutti quanti e allo stesso tempo per allargare la coalizione”. E Amati non esclude, al pari dell’assessore regionale Guglielmo Minervini, la presentazione di una candidatura che maturi all’interno del Pd (al posto di Boccia) che vada nell’obiettivo dell’allargamento della coalizione ma che si “misuri” sempre con le primarie.