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Un contributo alla memoria di Marzio Perrini
Un volume che rappresenta un contributo alla figura e al valore di un uomo di cultura. È stato presentato ieri sera, 2 maggio, al Teatro Sociale il libro, pubblicato postumo da Faso Editrice, di Marzio Perrini dal titolo “I motori a Fasano: dai cavalli alle automobili”. Un’iniziativa organizzata dalla stessa casa editrice e patrocinata dal Comune, che ha visto come relatore d’eccezione il consigliere regionale Fabiano Amati. Presenti il sindaco Lello Di Bari, che ha salutato i presenti e ha dedicato un ricordo affettuoso alla figura di Perrini, scomparso nel 2008, e a tutti i suoi cinque figli presenti.
Un “amarcord”, quindi, come ha evidenziato Fabiano Amati sulla storia dei motori, ma soprattutto sulla storia di Fasano, grazie alla penna sagace di un uomo definito “tragico eroe cittadino”, riferendosi all’episodio del rapimento, avvenuto il 28 dicembre 1988 e che lo vide libero soltanto l’11 luglio dell’anno successivo.
Una cavalcata di ricordi dunque, dai primi omnibus a cavallo, fino al primo mezzo “motorizzato”, la Lambada, soprannominato ironicamente “la lampara” per via dei viaggiatori ammassati all’interno proprio come le sardine in una rete di pescatori. L’epoca delle “grandi opere”, come la “statale 16, Napoli-Lecce” dal 1840 al 1858, quindi l’attuale “172 dir” e infine la “Vernisina-Selva di Fasano”. E ancora l’inaugurazione della stazione di Fasano nel 1865.
Tutte opere che determinarono l’esigenza di istituire una linea di trasporti. Ed ecco che Raffaele Mancini acquistò il primo autobus che fu affidato a quello che probabilmente fu il primo patentato del paese, tale Vincenzo Galiulo detto “Giacobbe”. Il mezzo in seguito fu venduto ai fratelli Vito e Raffaele Di Tano che chiesero la prima autorizzazione per il trasporto cittadino. Gli stessi fratelli aprirono anche la prima officina, che ebbe come “capo mastro” un certo Giuliano Grimaldi, barese, sotto la direzione del quale si formarono i primi valenti meccanici fasanesi.
Dopo il passaggio dai cavalli ai motori (ricordato il “brek” di Giovanni Schiavone detto “U nerv”), arrivarono anche le motociclette e con esse, nel 1946 la prima gloriosa Fasano-Selva, che vide la specializzazione della meccanica fasanese. Infine il passaggio del testimone lavorativo ai motoristi. Pagine quindi dense di memorie, di ricordi dove Perrini, come ha affermato in conclusione Amati: «non ha trattenuto i ricordi e il suo cuore».
A chiudere la serata, il ricordo emozionante ed emozionato di uno dei cinque figli, quell’Oronzo che le cronache locali rammentano benissimo, nelle immagini che fecero il giro della penisola appena subito il rilascio di Marzio Perrini, sostenere il proprio padre debilitato fisicamente e moralmente.