“Il dato rilevante che emerge dal rapporto 2012 sulla sicurezza stradale è la mancata decrescita significativa della incidentalità mortale, o con feriti, sulle strade statali e provinciali; cioè quelle su cui sono necessari i maggiori interventi di adeguamento e messa in sicurezza, per esempio con l’eliminazione di incroci che consentono l’attraversamento delle carreggiate, che molto spesso sono ostacolati da lungaggini burocratiche e opposizioni di comitati per la tutela del paesaggio. Questo dato oscura, purtroppo, i migliori risultati della Puglia sulla riduzione complessiva degli incidenti con morti e feriti, in particolare su strade urbane e autostrade, generando la necessità che le pubbliche amministrazioni agiscano con particolare determinazione e senza consentire inutili e dannosi ritardi da eccesso di confronto sulle tecniche costruttive, magari ben oltre i termini previsti dalle leggi e in prossimità dell’apertura dei cantieri.”
Lo dichiara il Consigliere regionale Fabiano Amati, commentando il VII Rapporto sulla sicurezza stradale in Puglia, anno 2012.
“La maggiore mortalità sulle strade statali e provinciali, pur nel contesto della riduzione complessiva di incidenti, ha comportato – inoltre – un leggero incremento dell’indice di mortalità 2012 (2,6), rispetto a quello (2,2) dell’anno 2011.
Se i rapporti servono a qualcosa, come io credo, il rapporto per il 2012 conferma la necessità di aprire rapidamente i cantieri, anche perché la maggior parte delle strade interessate sono oggetto di finanziamento regionale in favore delle province, con fondi destinati alle ex strade ANAS, o di continue richieste di intervento su strade statali ampiamente note alle cronache delle tragedie stradali.
Ne deriva, inesorabilmente e senza rischio di smentita, che dal numero complessivo di 264 morti e 16.821 feriti, sicuramente avremmo potuto contare il salvataggio di qualche vita in più o conseguenze meno gravi, se solo qualche opera pubblica avesse avuto un procedimento più rapido.”