“L’esondazione del fiume Ofanto dei giorni scorsi ha certamente creato problemi e disagi ai cittadini delle zone colpite ma gli eventi che si sono verificati non hanno provocato gravi danni grazie ad un costante monitoraggio della protezione civile, delle Province e Comuni interessati, dei Vigili del fuoco e delle forze dell’ordine (Forestale, Polizia, Carabinieri e Guardia di finanza), coadiuvati dall’Autorità di bacino della Puglia”.
E’ il commento dell’assessore alle Opere pubbliche e Protezione civile Fabiano Amati dopo i fenomeni di esondazione del fiume Ofanto a seguito degli eventi meteorologici dei giorni scorsi, anche con riferimento alla richiesta di informazioni del Consigliere regionale Ruggiero Mennea. “Lo straripamento del fiume – ha spiegato Amati – si è verificato a seguito di forti piogge che hanno colpito la zona dell’Alta Irpinia, creando esondazioni in corrispondenza dell’attraversamento della statale 655 a Melfi e a Canosa di Puglia, lungo la strada provinciale 231, al confine col territorio di Cerignola. Lo straripamento si è verificato solo in corrispondenza del tratto del fiume compreso tra la traversa di Santa Venere e il ponte romano in agro di Canosa di Puglia a causa dell’assenza di arginature, mentre non si sono verificate nel tratto a valle, perché la presenza di argini ha permesso il contenimento della piena. Non ci sono state falde nel sistema di controllo e monitoraggio, grazie al quale sono state tempestivamente avvisate tutte le strutture circostanti le zone a rischio. Fin dai primi momenti, la Sala Operativa di Protezione civile ha allertato e sollecitato l’attivazione di tutte le strutture emergenziali ed è stato costantemente seguito l’andamento della piena. Lo stato di attenzione e di allerta ovviamente continua, anche alla luce delle previsioni di criticità meteorologica, che nei prossimi giorni prevede precipitazioni e temporali”. “Resta ovviamente in piedi – ha continuato l’assessore – la questione del rifacimento delle arginature del fiume, andate distrutte anche per lo sfruttamento agricolo delle aree. Sarebbe il caso d’affrontare il problema con l’aiuto finanziario del Governo nazionale, almeno con l’accortezza di non depredare somme destinate al sud per il dissesto idrogeologico in favore delle regioni del nord, così come sta accadendo con il decreto mille proroghe. Se non si instilla una nuova mentalità anche nei parlamentari che per lealtà politica votano le leggi, si rischia di considerare fisiologici gli straripamenti e le alluvioni, per poi gridare allo scandalo quando accadono. E’ come se ognuno di noi – ha concluso Amati – si dimenticasse di uscire con l’ombrello per poi lamentarsi di essersi bagnato a causa della pioggia”.
Data: Mar, 22 Febbraio 2011 @ 17:06