Intelligenza artificiale, intervista a Radio Radicale per “Puntini sull’AI”.

Intelligenza artificiale… oggi sono stato intervistato da Marco Cerrone su Radio Radicale per “Puntini sull’AI”.

Abbiamo parlato di intelligenza artificiale e di come la Puglia stia diventando laboratorio nazionale: dal progetto LLaMAntino alla legge regionale sull’IA, fino alle applicazioni nella Pubblica Amministrazione per capire perché la dimensione linguistica dell’IA è anche una questione democratica: trasparenza, controllo pubblico, qualità dei servizi.

Al centro la L.R. 4/2025 su innovazione e IA, il caso d’uso del chatbot BiT Puglia per il bollo auto, le opportunità e i rischi nella sanità e negli appalti pubblici, fino al mosaico normativo europeo – nazionale – regionale.

Puoi rivedere e riascoltare la puntata qui https://www.radioradicale.it/scheda/769688

Piattaforma podcast qui https://bit.ly/puntini-sull-ai

IA e il modello Puglia – Articoli di Gazzetta del Mezzogiorno

Oggi su La Gazzetta del Mezzogiorno due articoli raccontano la sfida pugliese sull’intelligenza artificiale.

Da un lato l’accordo tra Regione Puglia, Treccani e Università di Bari per sperimentare un modello linguistico open source capace di tradurre, valorizzare e rendere accessibile la cultura italiana.
Dall’altro l’ambizione scientifica: con “LLaMantino-3-Anita”, primo grande schema generalista in lingua italiana, l’Università di Bari punta a superare i colossi internazionali, offrendo un’IA trasparente e sicura.

È il modello made in Puglia che innova i processi amministrativi, rafforza la lingua italiana e apre una finestra sul futuro digitale della cultura.

Amati oggi a Ceglie Messapica: “Parliamo di intelligenza artificiale, tra innovazione, etica e responsabilità pubblica”

Oggi, lunedì 16 giugno, alle ore 18:30, l’assessore al Bilancio della Regione Puglia Fabiano Amati parteciperà a Ceglie Messapica all’incontro pubblico “Intelligenza artificiale: innovazione, etica e progresso”, organizzato dal consigliere comunale Pietro Piccoli, presso la sala “Cocò” in via Putignano 15.

Nel suo intervento, Amati affronterà il tema dell’intelligenza artificiale da un punto di vista pubblico, istituzionale e pratico: dai primi impieghi regionali, come l’uso sperimentale dell’IA per il calcolo del bollo auto, alla proposta di un data center pubblico regionale, infrastruttura strategica per garantire autonomia, sostenibilità e controllo sul dato.

«Parlare di intelligenza artificiale oggi – dichiara Amati – significa occuparsi del futuro delle nostre comunità. Non dobbiamo temere l’innovazione, ma governarla. La sfida è culturale, tecnica e politica. Ed è ora di affrontarla.»

Insieme ad Amati interverranno Don Lorenzo Elia per la Conferenza Episcopale Pugliese, l’ingegnere Cosimo Elefante per il Dipartimento Transizione digitale, Daniela Castelluccia, esperta PNRR, e il sindaco di Ceglie Angelo Palmisano.

Domani Amati a San Vito dei Normanni: l’intelligenza artificiale spiegata agli studenti

Fabiano Amati, consigliere e assessore al Bilancio della Regione Puglia, domani, venerdì 6 giugno, sarà al Secondo Istituto Comprensivo di San Vito dei Normanni per un incontro con le classi seconde e terze della scuola secondaria di primo grado, dedicato al tema dell’intelligenza artificiale e al suo impatto sulla società.

L’iniziativa, dal titolo “Artificial Intelligence. Evoluzione e rivoluzione: la nuova vita dell’uomo”, si terrà presso l’Auditorium dell’istituto alle 10.30 e affronterà le principali sfide legate all’innovazione tecnologica, al ruolo della conoscenza scientifica e alla responsabilità individuale e collettiva.

Interverranno, insieme ad Amati, Rosalinda Giannotti, ingegnere elettronico, e la dirigente scolastica Maria Conserva, che modererà l’incontro.

“L’AI non è un mistero, né una minaccia, ma uno strumento che impone scelte culturali e politiche” afferma Amati in vista dell’incontro.

Papa Leone e l’IA: una rivoluzione umana – Il mio articolo su La Gazzetta del Mezzogiorno

La Chiesa entra nella rivoluzione dell’intelligenza artificiale con coraggio e responsabilità.

Dopo l’attenzione prudente di Papa Francesco, Papa Leone XIV rilancia: l’IA è una sfida da umanizzare, non da temere. Libertà, dignità e giustizia digitale sono al centro del nuovo magistero.

Questo e altro nel mio articolo pubblicato oggi su La Gazzetta del Mezzogiorno

“L’attesa è finita: online LLaMAntino, la prima Chatboat italiana con intelligenza artificiale progettata dall’Università di Bari”

Comunicato stampa dell’assessore regionale al Bilancio Fabiano Amati

“Come promesso, vi presento LLaMAntino: l’unica Chatboat al mondo, con intelligenza artificiale, che parla la lingua italiana e che è stata progettata dall’Università di Bari.

La trovate a questo indirizzo o cliccando sopra https://chat.llamantino.it

Non vi aspettate per ora – e sottolineo per ora – le performance delle altre Chatboat più famose. Abbiamo bisogno di allenarla per raggiungere grandi risultati.

E per allenarla, nell’attesa di avere a disposizione ulteriore tecnologia tutta nostra (GPU), stiamo pensando di acquistare su un cloud sul mercato lo spazio necessario, addestrarla (fine tuning) e farla evolvere per raggiungere i nostri ambiziosi traguardi.

Ringrazio per gli insegnamenti degni di un maestro Gianni Semeraro dell’Università di Bari e il suo gruppo di ricerca, e Mino Elefante, che dall’organico della dirigenza regionale mi sta accompagnando alla scoperta di questa meraviglia.

E ora, buon divertimento, nell’attesa di nuovi e ulteriori traguardi, accordati sempre più con i benefici della seconda rivoluzione industriale.”

LLAMantino: l’unico modello d’Intelligenza Artificiale che parla italiano e viene dalla Puglia – Il mio articolo su La Gazzetta del Mezzogiorno

È il primo grande modello generalista interamente in lingua italiana, nato all’Università di Bari, grazie al lavoro del Prof. Gianni Semeraro e dei suoi straordinari collaboratori.
È pubblico, open source, trasparente. È pugliese.
La Puglia può guidare l’Europa verso un’IA democratica, etica, utile.
Proviamolo. Usiamolo. Diffondiamolo.
Leggi l’articolo che ho scritto oggi per La Gazzetta del Mezzogiorno

Vietato vietare l’intelligenza artificiale a scuola

di FABIANO AMATI

dal Corriere del Mezzogiorno del 11 aprile 2025

Vietato vietare l’intelligenza artificiale a scuola

Il divieto di usare l’intelligenza artificiale a scuola non è un atto educativo. È un istinto.
Un riflesso condizionato, come quello di chi chiude gli occhi davanti a una luce troppo intensa. Solo che qui la luce è quella del futuro. E a chiuderli, come spesso accade, sono gli adulti.

Non c’è pedagogia nel proibizionismo digitale: c’è solo paura. Paura di perdere il controllo, del confronto, del ribaltamento gerarchico: il docente che inciampa, l’alunno che vola.
E allora via coi divieti, come se bastasse spegnere il router per bloccare una rivoluzione epocale.
Ma lo sappiamo: i divieti non arrestano la realtà. La clandestinizzano. E spesso la esaltano.

Così nasce una scuola schizofrenica: si chiede spirito critico, ma si proibisce lo strumento che oggi più di ogni altro potrebbe esercitarlo. Si parla di futuro, ma si ragiona con l’eco del passato.

Il problema vero non è (solo) pedagogico. È generazionale.
Da un lato, studenti che usano l’intelligenza artificiale come estensione del pensiero e trovano ogni via — bravi! — per eludere i divieti. Un po’ come i predecessori con le cartucciere.
Dall’altro, docenti spesso in difficoltà a cogliere la portata della rivoluzione in corso, che reagiscono reclamando lo scudo della proibizione.

Ma vietare ciò che non si conosce è una forma passiva di censura, e insieme un modo garbato per mascherare i ritardi di adattamento.

La soluzione è semplice: non vietare l’IA agli studenti, ma imporne la conoscenza agli insegnanti.
Formazione obbligatoria, estesa, continua. Non per umiliare nessuno, ma per rimettere tutti in pari.
Non con il metro della gerarchia scolastica, ma con quello della realtà, che — nel campo dell’IA — sta già capovolgendo ogni gerarchia.

Solo così sarà possibile valutare non l’assenza dell’IA, ma la qualità del suo uso. Come si fa con qualsiasi strumento: la calcolatrice, la grammatica, il cervello.

L’autenticità del pensiero non risiede nei divieti, ma nella capacità di guidare la macchina.
Il vero discrimine oggi non è tra chi copia e chi non copia, ma tra chi sa usare l’intelligenza artificiale e chi no.

E per chi teme la sparizione della voce umana, c’è un rimedio antico e potente: ridare valore alla memoria, alla letteratura, alla prova orale.
Imparare poesie — unione semantica di “fare” e “sentire” —, allenare la mente a costruire frasi, immagini, nessi, idee.
E poi darli in pasto alla macchina, sì. Ma non per farsi sostituire: per farsi potenziare.

Chi avrà usato bene l’IA farà anche una grande interrogazione.
Perché non avrà copiato, ma costruito. Non si sarà nascosto, ma si sarà rivelato meglio.
Lo sforzo starà tutto nella capacità degli insegnanti di riconoscere l’intelligenza, anche quando è aumentata.

Un legislatore degno di questo nome non può proteggere chi rifiuta il cambiamento per paura, ma chi deve imparare per vivere nel mondo con gli strumenti della modernità.
Un Paese non muore per i giovani che non sanno, ma per gli adulti che non vogliono più imparare.
Si invecchia davvero quando si comincia a difendere il cervello già pieno, invece di onorare quello ancora da riempire.

Ecco perché la politica deve stare dalla parte del cervello vuoto, non dell’ego pieno.
È da lì che si rinasce.
Con mente aperta. E connessione attiva.