“Si continua a inquinare allegramente e consapevolmente il suolo e il mare di Porto Cesareo e Nardò, nonostante sia tutto pronto per depurare i reflui. E tutto ciò per una sciatta gestione amministrativa, orientata a supportare opinioni politiciste fondate sul federalismo dei liquami, cioè ognuno si tratti e smaltisca i suoi, senza accorgersi che alla fine si infliggono danni alla salute, all’ambiente e alla produzione turistica”.
Lo dichiara il Presidente della Commissione regionale Bilancio e programmazione Fabiano Amati, commentando l’esito dell’audizione odierna per la messa in esercizio del depuratore di Porto Cesareo.
“Sono amareggiato nell’osservare una scarsa sensibilità ambientale posta a fondamento di un procedimento che non si conclude mai, per inseguire soluzioni progettuali vietate dalla legge e intraprese solo per lisciare il pelo a opinioni di manovrismo politico. Basti pensare che si sono persi quattro anni per trastullarsi su una soluzione che non poteva nemmeno essere progettata, perché in violazione di legge, così come riferito dalla dirigente della sezione ambientale della Regione.
Oggi ci ritroviamo a prendere atto che la soluzione consentita è precisamente quella che si doveva perseguire quattro anni fa, cioè lo scarico in battigia, o in alternativa quella individuata undici anni fa, cioè la condotta sottomarina.
Non indietreggerò nemmeno di un millimetro su questa battaglia ambientalista e salutista, contro chiunque agisca omettendo di considerare che le conseguenze dannose ricadono anche su chi ostacola o avalla soluzioni infondate per paure inesistenti, violando peraltro gli obblighi di disciplina e onore che la Costituzione pone a carico di tutti gli amministratori e dipendenti della pubblica amministrazione”.