Depuratore Porto Cesareo, Amati: “L’inquinamento va fermato. Le ipotesi alternative rappresentano uno sperpero di denaro e non mutano il recapito finale”

“Non ci siamo, la depurazione posta al servizio di cause politiche, peraltro infondate, non può essere sostenuta. La questione è molto semplice e non si può tergiversare: si vuole evitare oppure no l’inquinamento di Porto Cesareo e Nardò con un’autorizzazione provvisoria allo scarico? Sia chiaro, ogni ulteriore ipotesi di modifica dello schema idraulico, introducendo le trincee drenanti, non comporta la modifica del recapito finale, per cui il danno ambientale di ben tre trincee drenanti per allungare il percorso e dissimulare lo scarico non mi pare sostenibile”.

Lo dichiara il Presidente della Commissione regionale Bilancio e programmazione Fabiano Amati.

“Non accetto il mancato avvio del procedimento di autorizzazione provvisoria, considerato che pure nel caso si assumesse l’ulteriore passaggio delle trincee drenanti non muterebbe il recapito finale, cioè lo scarico in battigia a Torre Inserraglio. Per questo prego ancora una volta la Regione e Acquedotto Pugliese di avviare il procedimento per l’autorizzazione provvisoria, inoltrando alla Provincia la richiesta di parere sull’assoggettabilità a Via, così da accelerare il procedimento finalizzato a sottrarre quella splendida parte del territorio pugliese all’inquinamento.
La questione è ormai scoperta: qualsiasi fantasia o lungaggine sull’argomento nasconde la necessità di assecondare dispute politiche infondate, che non possono sacrificare la salute delle persone. Depurare le acque è un atto di civilizzazione che sottrae le persone alle malattie e il fatto che ne stiamo parlando da tanti anni senza concludere un bel nulla è un segno di arretratezza che non mi stancherò mai di combattere”.

Depuratore Sava-Manduria, Amati: “Un’altra estate inquinando il suolo e il mare. Chiesta audizione”

“Passeremo un’altra estate inquinando il suolo e il mare di una parte bellissima del nostro territorio ionico. E tutto ciò per sostenere punti di vista disancorati dall’igiene, dall’ambiente e dalla civiltà, contro il recapito finale e la localizzazione di un utilissimo depuratore ancora in costruzione. Per sapere a che punto siamo ho chiesto l’audizione dei dirigenti regionali, di AQP e di Arpa Puglia”.

Lo dichiara Fabiano Amati, Presidente della Commissione regionale Bilancio e Programmazione.

“Sono decorsi troppi anni dall’avvio del progetto di depurazione ed ancora l’impianto è in costruzione e non si ha alcuna certezza sull’entrata in esercizio, perché siamo ancora impallati su fantasiose e irrealizzabili ipotesi di recapito finale.
Poiché si tratta di un’opera di civiltà di cui il territorio non può fare a meno, occorre conoscere l’attuale stato dell’arte e sollecitare una pronta definizione del procedimento”.

Depuratore Porto Cesareo, Amati: “Continua l’inquinamento consapevole del mare e del suolo per via di sciatte gestioni amministrative”

“Si continua a inquinare allegramente e consapevolmente il suolo e il mare di Porto Cesareo e Nardò, nonostante sia tutto pronto per depurare i reflui. E tutto ciò per una sciatta gestione amministrativa, orientata a supportare opinioni politiciste fondate sul federalismo dei liquami, cioè ognuno si tratti e smaltisca i suoi, senza accorgersi che alla fine si infliggono danni alla salute, all’ambiente e alla produzione turistica”.

Lo dichiara il Presidente della Commissione regionale Bilancio e programmazione Fabiano Amati, commentando l’esito dell’audizione odierna per la messa in esercizio del depuratore di Porto Cesareo.

“Sono amareggiato nell’osservare una scarsa sensibilità ambientale posta a fondamento di un procedimento che non si conclude mai, per inseguire soluzioni progettuali vietate dalla legge e intraprese solo per lisciare il pelo a opinioni di manovrismo politico. Basti pensare che si sono persi quattro anni per trastullarsi su una soluzione che non poteva nemmeno essere progettata, perché in violazione di legge, così come riferito dalla dirigente della sezione ambientale della Regione.
Oggi ci ritroviamo a prendere atto che la soluzione consentita è precisamente quella che si doveva perseguire quattro anni fa, cioè lo scarico in battigia, o in alternativa quella individuata undici anni fa, cioè la condotta sottomarina.
Non indietreggerò nemmeno di un millimetro su questa battaglia ambientalista e salutista, contro chiunque agisca omettendo di considerare che le conseguenze dannose ricadono anche su chi ostacola o avalla soluzioni infondate per paure inesistenti, violando peraltro gli obblighi di disciplina e onore che la Costituzione pone a carico di tutti gli amministratori e dipendenti della pubblica amministrazione”.

Dalla Regione Puglia, un contributo al Comune di Carovigno per il depuratore, il più imponente presidio di salute della zona / rassegna stampa

Con passione e con il giusto decisionismo, abbiamo superato decine di difficoltà operative, molte delle quali sorte per un irragionevole paradosso ecologista: ritenere fonte d’inquinamento un impianto tecnologico, com’è un depuratore, la cui unica funzione consiste, invece, nel mettere fine all’inquinamento del suolo e della falda.

Al Comune di Carovigno, la Regione Puglia ha erogato un contributo straordinario, pari a € 250.000,00, per i maggiori costi sostenuti nel procedimento di realizzazione del depuratore consortile, il più imponente presidio di salute della zona.

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Carovigno, Amati: “Un aiuto alle casse del comune per l’impianto di depurazione”

“Le parole corrispondono ai fatti. La Regione Puglia ha erogato al Comune di Carovigno un contributo straordinario, pari a € 250.000,00, per i maggiori costi sostenuti nel procedimento di realizzazione del depuratore consortile, il più imponente presidio di salute della zona, a lungo irragionevolmente contrastato e da qualche anno in esercizio. Si tratta di un importante aiuto alle casse comunali, in applicazione di una norma da me proposta in sede di assestamento e variazione al bilancio 2019”.

Lo comunica il Consigliere regionale Fabiano Amati, presidente della Commissione regionale bilancio.

“Il contributo assegnato aiuta il Comune a ridurre i rischi di dissesto per i maggiori oneri determinati dalla soccombenza in un procedimento giudiziario nato sull’annosa questione del depuratore. Risolvere il problema della fogna e della depurazione di Carovigno è stato uno dei miei maggiori impegni da Assessore regionale ai lavori pubblici. Una carenza – spiega Amati – protrattasi per tanti anni, frutto di inerzie e di mille irragionevoli proteste, con l’unica conseguenza di tenere in uno stato igienico precario i comuni di Carovigno, San Vito dei Normanni e San Michele Salentino. Con passione e con il giusto decisionismo, abbiamo superato decine di difficoltà operative, molte delle quali sorte per un irragionevole paradosso ecologista: ritenere fonte d’inquinamento un impianto tecnologico, com’è un depuratore, la cui unica funzione consiste, invece, nel mettere fine all’inquinamento del suolo e della falda”.

Il contributo economico regionale, dunque, chiude il cerchio del mio impegno per la depurazione, cioè per l’igiene, la salute e la civiltà, nel Comune di Carovigno, evitando di far pagare con il rischio dissesto le conseguenze abnormi create nel procedimento di realizzazione del depuratore. Infine, desta soddisfazione constatare che il dirigente regionale che ha firmato la liquidazione delle somme in favore del Comune, Andrea Zotti, è la stesso che con determinazione eseguì il mio indirizzo politico di avviare all’esercizio ­– e senza tentennamenti – l’impianto di depurazione, e che per questo – conclude – subì pure qualche procedimento penale, dichiarato infondato con sentenza di assoluzione resa nei suoi confronti e di altri valorosi dirigenti regionali e di Aqp”.

Depuratore Carovigno, Amati: “L’assoluzione dei dirigenti regionali e AQP mette a tacere chi ci ostacolò nello svolgimento del nostro dovere”

“L’assoluzione dei dirigenti regionali e AQP sulla vicenda del depuratore di Carovigno mette a tacere chi tentò di ostacolarci nello svolgimento del nostro dovere, con proteste, manifestazioni di piazza, ricorsi giurisdizionali e isterie disinformate. Sono contento, dunque, per Luca Limongelli, Andrea Zotti, Massimiliano Baldini e Fabrizio D’Andria”.

Lo dichiara il Presidente della Commissione regionale bilancio Fabiano Amati, con riferimento alla sentenza di assoluzione “perché il fatto non sussiste” pronunciata dal Tribunale di Brindisi (Giudice Ambrogio Colombo), anche su richiesta del Pubblico ministero Giuseppe De Nozza, con riferimento all’autorizzazione allo scarico nel corpo idrico di Canale Reale del depuratore consortile di Carovigno, San Vito dei Normanni e San Michele Salentino. All’epoca dei fatti il Consigliere Amati rivestiva la carica di assessore regionale alla tutela delle acque.

“Nel periodo 2009-2013 ingaggiammo un’efficacissima iniziativa amministrativa per superare diverse criticità nel sistema depurativo pugliese. C’erano alcuni siti privi di rete fognaria, dediti allo scarico in pozzi di raccolta bucati, e per questo destinati a recapitare liquami non trattati, tal quali, nel sottosuolo e nel mare.

L’agglomerato di Carovigno era tra questi. Dopo lunghe peripezie, compresa una difformità costruttiva (una condotta era stata realizzata in contro pendenza), l’impianto era pronto per l’esercizio ma mancava l’autorizzazione provinciale allo scarico, nonostante la Asl di Brindisi avesse raccomandato la soluzione del problema per eliminare i gravi rischi per la salute dei cittadini. Siccome il tempo passava e l’autorizzazione non veniva rilasciata, con i cittadini abbandonati a galleggiare nei liquami, decidemmo di modificare la legge regionale e riportare in capo alla Regione la competenza ad autorizzare lo scarico. Lo scarico fu dunque autorizzato, superando tutte le inerzie, nella formula provvisoria, perché il recapito finale è una condotta sottomarina.

Su tale iniziativa, ad alto contenuto ambientale e di salute, subimmo notevoli attacchi, critiche e iniziative giudiziarie, resi ancor più eclatanti da interventi di esponenti del mondo dello spettacolo, che accomunarono il caso di Carovigno a quello più noto – e purtroppo ancora irrisolto – di Sava-Manduria.

Ora il depuratore è in funzione, i cittadini vivono in un contesto ambientale degno del primo ventennio del 2000 e il Tribunale di Brindisi ha sancito la mancata sussistenza di ogni reato a carico di quattro servitori della Regione.

Se questa vicenda può offrire un insegnamento, esso consiste nel fatto che dietro problemi complessi, trattati come se fossero alla portata di tutti, ci sono uomini che soffrono anni di tensione e paure.

Ricordarselo sempre, anche quando la lotta politica ti porta a confondere moventi e obiettivi per lotta stessa, può servire a fare meno danni alle persone e dare più benefici tempestivi ai luoghi che abitiamo”.