“Anche oggi un buco nell’acqua, ignorando il fatto che la vita di un uomo non è un esperimento di sopravvivenza. Mentre ci sono persone che soffrono dolori irrimediabili e chiedono di essere aiutate a porre fine alla sofferenza applicando la sentenza della Corte costituzionale n. 242 del 2019, noi ci riuniamo e rinviamo per non decidere e tenere lontano da noi la responsabilità. E a volte chiamiamo in audizione esperti di diritto per sentir dire che la proposta di legge sarebbe addirittura impugnabile da parte del Governo, non sapendo, purtroppo, che è stato lo stesso Governo a chiedere alle Regioni di eseguire la sentenza della Corte costituzionale con una nota del 9 novembre scorso”.
Lo dichiara il Presidente della Commissione regionale Bilancio e programmazione Fabiano Amati, promotore e primo firmatario della proposta di legge regionale per organizzare le modalità di “Assistenza sanitaria per la morte serena e indolore di pazienti terminali”.
“Sulle questioni difficili o controverse si usa la tecnica del rinvio per approfondimenti proprio per evitare l’approfondimento o per confessare il mancato approfondimento. E di qui fiumi di parole rivendicando il diritto di parola senza mai ricordare che tale diritto è solo una conseguenza del dovere di conoscenza.
Oggi abbiamo sentito in audizione i rappresentanti dei Comitati etici delle strutture sanitarie pubbliche e il Presidente dell’Ordine nazionale dei medici, i quali hanno espresso il proprio parere favorevole alla proposta con suggerimenti degni di ascolto.
Abbiamo inoltre audito, su richiesta di un gruppo politico di minoranza e di una collega di maggioranza, un docente di diritto costituzionale e un docente della facoltà teologica.
Gli auditi hanno espresso il proprio punto di vista e spettava a noi decidere. E invece no. La decisione è un lusso che non possiamo mai prenderci e allora un rinvio. E mentre noi rinviamo per accomodare le nostre tattiche politiche c’è gente fuori che attende. Attende la nostra decisione”.