«Resisteremo con forza e determinazione, dinanzi all’Autorità giudiziaria, per ottenere il rigetto del ricorso di Tap contro il diritto dei pugliesi a ottenere le compensazioni territoriali derivanti dal potenziamento del gasdotto e da usare per detrazioni nelle bollette del gas».
L’assessore regionale al Bilancio Fabiano Amati non è intenzionato a fare un solo passo indietro in merito. D’altronde la battaglia vinta ad ottobre scorso con il collega Alessandro Delli Noci è anche sua e indietro non si torna.
Assessore, la Puglia è stata la prima regione a legiferare in attuazione della Legge Marzano.
“Assolutamente sì. Dopo un lungo iter giudiziario che ha comportato, in accordo col Ministero all’Ambiente e alla sicurezza energetica, alcune modifiche all’impianto normativo, con la decisione della Corte Costituzionale, è stato scritto l’ultimo capitolo che esclude soltanto l’applicazione retroattiva dell’articolo due della Legge approvando tutto il resto. Per salvaguardare gli interessi delle comunità locali, l’impianto normativo prevede che le misure di compensazione e di riequilibrio ambientale e territoriale vengano richieste ma solo per i nuovi impianti e per il potenziamento degli esistenti”.
Quindi, partita chiusa. O almeno così sembrava. Invece?
“Succede che la società Tap ha fatto ricorso. Siamo alquanto stupiti considerata la recente pronuncia della Corte costituzionale sulla nostra legge che prevede appunto questa misura compensativa. A ciò si aggiunga ulteriore stupore dato dal fatto che la Regione Puglia intende favorire gli insediamenti energetici, in particolare quelli indirizzati alla sicurezza ambientale, in quanto funzionali a realizzare l’indipendenza energetica dell’Italia e anche del continente europeo. Quindi è davvero incomprensibile la decisione del Tap. Anche perché ricordiamo un’altra versione istituzionale della società, a questo punto probabilmente dettata da tattica e non da buona fede”.
Cosa intende?
“In passato la società si è impegnata a convincere i territori interessati dell’utilità dell’infrastruttura, anche con riferimento a ricche promesse di compensazioni.
La misura di compensazione per ogni impianto o infrastruttura energetica è disposta proporzionalmente fino al tre per cento del valore commerciale del volume del gas prodotto e trasportato. Non aggiungo altro…”.
Un tre per cento che fa la differenza nelle bollette dei pugliesi…
«Certo. La legge pugliese sul gas riguarda le tasche dei cittadini ed è la prima volta in Italia che una regione la applica. È stata una battaglia difficile ma necessaria per amore dei pugliesi, soprattutto dei meno abbienti. Parliamo di bollette alleggerite, non di poco. Non solo. Questa legge ha anche un’importanza sotto un altro aspetto…».
- Cosa intende?
“La materia delle compensazioni risolve un problema concreto del presente, recuperando errori clamorosi del passato e ponendo le basi per non ripeterli in futuro. E tutto questo sotto l’egida di una norma statale che l’autorizza, perché se così non fosse non si capirebbe a cosa serve l’articolo uno, comma quattro, della legge Marzano. Per ogni legge bisogna sempre scegliere un’interpretazione in grado di darne un senso concreto.
La storia ci ha insegnato che la nostra bella regione può avere un peso in campo energetico: dobbiamo, quindi, puntare a crescere in questo senso per la realizzazione di tutti gli investimenti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, compreso l’eolico offshore, e di tutti gli impianti per il recupero di energia. Questa sarebbe una bella battaglia da fare assieme, altro che polemiche su una legge in grado di mettere un po’ più di pane nelle case delle persone, risparmiando sulla bolletta del gas”.