“È possibile realizzare impianti offshore, che per capacità risultano equivalenti a quelli nelle aree portuali, allo stato già occupate da altri programmi come le zone franche doganali. L’ipotesi Cerano a Brindisi sarebbe plausibile solo qualora si realizzasse un nuovo molo, ma tale idea risulta più dispendiosa da un punto di vista ambientale ed economico. Mi pare a questo punto che, assieme ai depositi di GNL previsti sia a Brindisi che a Taranto, possiamo candidarci per ospitare impianti offshore di rigassificazione, su cui non si evidenziano problemi di sorta, come riferito in Commissione dai Presidenti delle Autorità portuali pugliesi”.
Lo dichiara il Presidente della Commissione regionale Bilancio e Programmazione Fabiano Amati, commentando l’Audizione dei Presidenti delle Autorità di sistema portuale del Mar Ionio e Adriatico meridionale, Prof. Patroni Griffi e Dott. Prete, sulla possibilità di tecniche localizzative di terminali di GNL e impianti di rigassificazione nelle aree portuali di riferimento.
“La riunione di oggi è servita per ridurre la peste del prendere partito pro o contro senza pensare. E ringrazio Patroni Griffi e Prete che hanno fornito elementi per pensare e per ridurre a irragionevolezza posizioni di pregiudizio, che pur si alimentano in parti dell’opinione pubblica pugliese.
Nel nostro Paese dipendiamo per il 40-45 per cento da gas della Russia e questo costituisce un rischio geopolitico molto importante. Il Governo nazionale sta cercando di ridurre la dipendenza energetica e di differenziare le fonti di approvvigionamento.
I rigassificatori sono presenti nel nostro Paese, ma sono tutti siti nel nord dell’Italia; si tratta di due tipologie d’impianti (a Ravenna onshore, a Livorno e a Rovigo offshore).
I porti pugliesi non hanno disponibilità di spazio sul demanio marittimo, salvo importanti opere idrauliche, e pure nelle aree in cui i Piani regolatori portuali lo prevedono sono state già programmate altre attività.
Ne deriva che sono invece disponibili aree per far approdare il prodotto rigassificato da impianti posti al largo delle nostre coste.
In questo senso e considerando i punti di vista di favore espressi dai due Presidenti su tutti i carburanti di transizione, mi pare che la Puglia sia pronta per poter esprimere, qualora dovesse risultare necessario, il suo sì a impianti offshore, nella consapevolezza che questi programmi sono portatori di pace, sicurezza ambientale e prosperità. La triade del nuovo mondo green che combatte con gli inquinatori del no-a-tutto”.