“Sono vergognosi i dati parziali 2023 degli screening per i tumori alla mammella, colon e cervice uterina. Si violano in fila: gli obiettivi assegnati dalla Giunta e che gli stessi DG si sono dati; le leggi sull’estensione delle fasce d’età, ritenute legittime dalla Corte costituzionale; il dovere civile di prevenire con ogni sforzo la morte delle persone, su patologie molto diffuse e però curabili. E tutto questo è frutto delle inerzie delle burocrazie sanitarie, sulle quali è più forte l’interesse a governare la sanità nella prospettiva degli ingranaggi piuttosto che dei malati.
A parte le prevedibili scuse di Palese sul Covid ormai carta di briscola, sui ministeri affiancanti, sulle carenze di personale e mille “se”, “ma” e “cioè”, lanciamo un appello al Presidente Emiliano affinché su queste cose si sferri la nostra comune e più grande offensiva. Noi ci siamo.”
Lo dichiarano il Consigliere e commissario regionale di Azione Fabiano Amati, e i Consiglieri regionali Sergio Clemente e Ruggiero Mennea, capogruppo.
“Nel periodo gennaio-ottobre 2023, a fronte dell’obiettivo di estensione degli inviti al 100% della popolazione bersaglio, la media regionale è del 75,30% per il tumore al seno, lasciando fuori dall’invito 87.527 persone; del 52,75% per il tumore al colon, lasciando fuori dall’invito 277.077 persone; dell’85,3% per il tumore alla cervice uterina, lasciando fuori dall’invito 49.663. In buona sostanza, in totale sono fuori dagli inviti 414.227 persone, a cui bisognerebbe aggiungere quelli nemmeno considerati dalle burocrazie sanitarie, ossia la fascia d’età 45-49 e 70-74 per il tumore al seno e la fascia d’età 46-49 e 70-74 per il tumore al colon, per la pervicacia con cui le già citate burocrazie sanitarie violano sia le nostre leggi regionali (ritenute legittime dalla Corte costituzionale) che l’ultima raccomandazione della Commissione europea nella lotta ai tumori. Una vergogna. Si sentono sciolti dagli obblighi delle leggi, infliggendo danni alle persone e impennando la mancanza di cultura giuridica sull’unica ruota della presunzione.
Nello specifico, guardando alle singole ASL, i dati di estensione sono invece i seguenti.
ASL Bari il 60,81% per seno, il 79,98% per il colon e l’86,76% per la cervice uterina, mancando dunque l’obiettivo del 100%;
ASL BAT il 90,08% per seno, il 51,31% per il colon e l’88,34% per la cervice uterina, mancando dunque l’obiettivo del 100%;
ASL Brindisi l’82,63% per seno, il 67,10% per il colon e l’86,20% per la cervice uterina, mancando dunque l’obiettivo del 100%;
ASL Foggia il 67,48% per seno, il 47,04% per il colon e l’86,68% per la cervice uterina, mancando dunque l’obiettivo del 100%;
ASL Lecce il 67,01% per seno, il 49,36% per il colon e il 92,58% per la cervice uterina, mancando dunque l’obiettivo del 100%;
ASL Taranto l’83,8% per seno, il 63,69% per il colon e l’85% per la cervice uterina, mancando dunque l’obiettivo del 100%.”