Il fine vita non è resa ma libertà e senso del limite – Il mio articolo su La Gazzetta del Mezzogiorno

Il fine vita non è un’eresia, ma libertà e senso del limite

E mentre la Corte costituzionale ha dato già nel 2018 il suo nulla osta, con un invito a legiferare, i politici che fanno? Rimandano.

Nel mio articolo su La Gazzetta del Mezzogiorno torno a parlare di fine vita tra diritto, coscienza e responsabilità pubblica.
Perché non si può continuare a evitare il voto nascondendosi dietro le parole.

Leggi l’articolo completo:

Fine vita, Amati: “Esiti bizzarri del caso Toscana. Governo Meloni chiede alla Corte costituzionale di dire NO a ciò che la Corte ha già deciso”

Comunicato stampa del consigliere e assessore regionale Fabiano Amati, promotore e primo firmatario sin dal giugno 2022 della proposta di legge Assistenza sanitaria per la morte serena e indolore di pazienti terminali.

“Non c’è che dire: siamo un Paese bizzarro. Non si parla per far succedere cose ma per parlare di parole. Succede così che, sul fine vita, una regione, la Toscana, legifera in conformità a una decisione della Corte costituzionale e il Governo nazionale chiede alla stessa Corte costituzionale di dire NO a ciò che essa stessa ha deciso. E purtroppo le altre regioni si astengono dal legiferare, compresa la Puglia, in cui da anni si attende l’esame in Consiglio regionale della mia proposta di legge. Eppure il fatto è molto semplice, anche se si volessero trattare come opinioni le questioni di coscienza.
La Corte costituzionale nel 2019, dopo l’ennesima inerzia del Parlamento, ha deciso che non è reato aiutare una persona a morire se incurabile e in preda a sofferenze insopportabili. E il tutto alla condizione che l’aiuto sia prestato da personale sanitario del servizio pubblico, ossia dal servizio sanitario delle regioni, sulla base di consenso della persona interessata e parere del comitato etico. Ha adottato, in buona sostanza, una sentenza additiva di prestazioni, che obbliga la Regione all’erogazione. Non si tratta, dunque, di questione di coscienza, ma di osservanza di una decisione della Corte costituzionale.
Detto ciò, com’è possibile che una legge come quella Toscana, o speriamo al più presto quella pugliese, possa essere dichiarata incostituzionale se approvata proprio per corrispondere a una decisione della Corte costituzionale?”

Il commento di oggi sul fine vita

Sulle leggi regionali sul fine vita non c’entra la coscienza di chi deve decidere… c’entra la legge e la dignità di chi soffre.

In attesa del Parlamento, la legge regionale sul fine vita è necessaria, perché la sentenza additiva della Corte costituzionale del 2019 rende obbligatoria la prestazione a carico del servizio sanitario regionale.
Non farlo equivale a “violare” la legge.
In Puglia siamo stati i primi a presentare un testo (nel 2022) ed è all’ordine del giorno del Consiglio regionale da 35 sedute, ininterrottamente.
I motivi della mancata approvazione sono due:
– c’è chi dice “serve una legge nazionale”; il che sarebbe auspicabile ma non è ostativo alle leggi regionali, considerato che ogni giorno d’attesa condanna un uomo a non avvalersene e a soffrire per dolore e dignità perduta;
– ⁠c’è chi dice “la vita è sacra”; dimenticando però gli insegnamenti del cardinale Carlo Maria Martini e di Jurgen Moltman, teologo della speranza, quello de “Nella fine, l’inizio”.
Queste sono le considerazioni poste alla base del racconto di Francesco Strippoli per il Corriere della Sera

Pagina del Corriere della Sera del 16/02/2025