“Sull’Arpal c’è la mia testimonianza e la mia accusa su un inciucio tra pezzi di maggioranza e minoranza, finalizzato a impedire una riforma in grado di mettere fine a una serie di irregolarità di gestione sempre denunciate con abbondanza d’indignazione dall’assessore al ramo Sebastiano Leo, ma ieri inspiegabilmente attestato su una clamorosa retromarcia. E per straordinaria coincidenza, la decisione del rinvio si è legata alla pubblicazione di due decreti d’approvazione di graduatorie per assunzioni a tempo determinato, ove, sempre per coincidenza, risultano vincitori persone su cui la stampa ha segnalato contiguità politica con i vertici dell’Arpal e non solo”.
Lo dichiara il Consigliere regionale Fabiano Amati.
“Lascia sgomenti sia la decisione di rinviare la proposta di legge, così da farla finita con questa gestione, e sia il voto trasversale, che sulla retromarcia ha congiunto parte della maggioranza con la minoranza. Dando infatti per buone le ragioni di merito della minoranza, che senso può mai avere la decisione di rinviare l’esame della proposta per non consentire il voto su una situazione a mio giudizio non più gestibile? La si può mettere come si vuole, ma questo modo di fare ha il sapore amaro della complicità, almeno politica. Noi promotori della proposta di legge siamo comunque sereni perché prima o poi l’argomento tornerà alla nostra attenzione, ma nel frattempo registro l’imbarazzo di molti colleghi nel giustificare la condotta assunta: a loro vorrei ricordare, se posso permettermi, quanto effimere siano le micro furbizie, convenienze o artifici, rispetto allo stupefacente valore della vita vera”.