Emiliano, Amati e Piemontese: “Impugniamo bilancio dello Stato per indennizzi a emotrasfusi. Viola Costituzione mettere 20 milioni all’anno a carico della Regione per una competenza dello Stato”

Nota del Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e degli assessori al Bilancio e alla Salute Fabiano Amati e Raffaele Piemontese.

“Abbiamo deciso d’impugnare dinanzi alla Corte costituzionale il bilancio dello Stato per il 2025, nella parte in cui addebita alla Regione Puglia il pagamento di indennizzi in favore di soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazione di emoderivati (c.d. indennizzi emotrasfusi), per una competenza chiaramente statale, con un onere annuale regionale di circa 22 milioni di euro. La problematica, seppur risalente nel tempo, ha subito negli ultimi anni un notevole aggravio anche in considerazione della pretesa, avanzata dai Ministeri dell’Economia e della Salute, di escludere tali risorse dal Fondo e dalla perimetrazione sanitaria. Un’ingiustizia che pesa in termini vitali sul bilancio della Regione, già impegnato per contributi alla Stato per circa 66 milioni quest’anno, per circa 97 milioni per il 2026, 2027 e 2028, e 107 milioni per il 2029”. Lo dichiarano il presidente Emiliano, il vicepresidente Piemontese e l’assessore Amati.

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Centro malattie neuromuscolari. Amati: “Policlinico Bari disattende sue stesse indicazioni e mette a carico di Giunta e malati un altro anno di ritardo sull’avvio lavori. E speriamo di non rischiare il finanziamento”

Comunicato stampa del consigliere e assessore regionale Fabiano Amati.

“Noi terremo duro e faremo di tutto per ottenere il risultato, ma sul Centro regionale di malattie neuromuscolari il Policlinico di Bari disattende il suo stesso cronoprogramma, mettendo a carico della Giunta regionale e dei malati critiche e sofferenze per via di un altro anno di ritardo sull’avvio dei lavori. Si passa, infatti, dalla previsione del 31 maggio 2025 a quella del 30 giugno 2026, su un programma avviato nel 2023.
E il tutto con il rischio di perdere il finanziamento da 40 milioni del Fondo Sviluppo e Coesione, con scadenza 31 dicembre 2029.
Un anno più o meno può sembrare relativo nella percezione dei burocrati sanitari, ma anche un solo giorno è invece decisivo per i malati, perché il trascorrere del tempo non sospende purtroppo il decorso della malattia.
Il Centro per malattie neuromuscolari, individuato dalla Giunta regionale presso il Policlinico di Bari e con la prescrizione di fare subito e bene, serve alla Puglia per occuparsi di gravi malattie neurodegenerative, come la Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA), l’Atrofia Muscolare Spinale (SMA) e le distrofie muscolari; queste patologie sono ad alta complessità assistenziale e perciò bisognose di cure specialistiche e multidisciplinari.
La Puglia deve certamente continuare nel suo percorso di eccellenza nella diagnosi precoce delle malattie, ma non possiamo renderci complici delle distrazioni tipiche delle burocrazie nel raggiungimento dei livelli di eccellenza nell’assistenza di tutte le persone già affette da malattie neuromuscolari e con gravi problemi, da effettuarsi in un unico centro corredato da tutte le discipline cliniche e diagnostiche necessarie.
È questo il motivo per cui da diversi mesi ci occupiamo di questa problematica, rimuovendo notevoli ostacoli e combattendo numerose resistenze. E su questa strada continueremo senza sosta ed esitazioni.”

Fine vita, Amati: “È questo il PD che mi piace e ringrazio il gruppo per l’impegno a sostenere la nostra comune proposta di legge. Subito in Consiglio”

“È questo il PD che mi piace e ringrazio il gruppo consiliare per l’impegno risoluto ad approvare la nostra comune proposta di legge sul fine vita, depositata il 7 ottobre 2022 e iscritta ininterrottamente da 35 sedute del Consiglio regionale. Su questo e su altri temi siamo nelle condizioni di ricominciare a fare tantissime proposte condivise, che tanto bene hanno portato alla Puglia e ai pugliesi.”

Lo dichiara il Consigliere regionale e assessore Fabiano Amati, promotore e primo firmatario della proposta di legge “Assistenza sanitaria per la morte serena e indolore di pazienti terminali”.

“Sul fine vita sarebbe spettato alla Puglia e al popolo pugliese il posto di campione d’Italia dei diritti civili, se solo il Consiglio regionale avesse approvato la mia vecchia proposta di legge, depositata il 7 ottobre del 2022 e iscritta dal 17 gennaio 2023 all’ordine del giorno dell’assemblea.

E a chi ha contrastato questa proposta di legge con questioni di carattere religioso ed etico, vorrei ricordare ancora una volta gli insegnamenti del cardinale Carlo Maria Martini e del teologo tedesco della speranza Jürgen Moltmann, quello del “Nella fine, l’inizio”.

“Le leggi regionali sul fine vita trovano il presupposto nell’osservanza di una sentenza della Corte costituzionale, ritenuta anche dal Ministero della Salute auto-applicativa e fonte di obblighi esecutivi a carico delle regioni, per cui è già da escludere in partenza il rischio di una sentenza d’incostituzionalità.

Nel merito, la sentenza della Corte costituzionale, la numero 142 del 2019, ha sottratto dall’alveo della responsabilità penale la condotta di assistenza alla morte in presenza di determinate condizioni e fatto salvo il diritto di obiezione di coscienza, facendo scaturire – anche in termini di rispetto della dignità della persona umana – il dovere delle strutture sanitarie e del personale sanitario di prestare tutta la più adeguata assistenza per conseguire uno scopo, la morte, fonte di minore afflizione e sofferenza rispetto a ogni cura e senza aver rinunciato prematuramente alle cure palliative.

Così posta la questione e riaffermando la competenza concorrente delle regioni in materia di tutela della salute, emerge dunque l’obbligo per le strutture sanitarie italiane, la cui gestione avviene com’è noto a livello regionale, di fornire il livello di assistenza riveniente dall’applicazione di norme statali, così come derivate da un giudizio di costituzionalità con cui è stata ampliata la sfera di non punibilità di una condotta sanzionata dall’art. 580 del codice penale e perciò aggiungendo una nuova prestazione assistenziale a carico del servizio sanitario nazionale e regionale.

La sentenza additiva di prestazioni della Corte costituzionale risulta peraltro bilanciata anche con riferimento all’articolo 81 della Costituzione, poiché la nuova prestazione è abbondantemente coperta dai Livelli essenziali di assistenza sia nella prospettiva delle cure comunque necessarie previste per i malati terminali e cronici, sia per la sua assimilabilità sotto il profilo meramente finanziario alle cure palliative.

Ora, subito in Consiglio”.

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“Su Fondi dissesto non servono dichiarazioni confusionarie ma serietà e atti normativi o amministrativi come i nostri. Attendiamo nota del MEF e non comunicati stampa di solerti parlamentari”

Comunicato stampa dell’assessore regionale al bilancio Fabiano Amati, in merito alle dichiarazione dell’on. Dario Iaia sul definanziamento della legge statale n. 145.

“La Regione Puglia è stata costretta con atto amministrativo e con la sottoscrizione dei dirigenti, non dunque con un semplice comunicato stampa, a cancellare 200milioni di euro per investimenti, in favore dei Comuni pugliesi, diretti alla messa in sicurezza del territorio, degli edifici scolastici e della viabilità. Questi contributi ai Comuni, gestiti dalla Regione, sono cosa ben diversa dai fondi sul dissesto idrogeologico gestiti dallo Stato attraverso propri Commissari, assicurati dalla legge statale n. 145 del 2018 e oggi cancellati dalla legge statale n. 207 del 2024.
Questi i fatti. Se dunque c’è qualche parlamentare che intende smentire la nostra interpretazione della legge, avvenuta con un’impegnativa delibera della Giunta regionale, sappia che non basta un solerte comunicato, perché i nostri dirigenti non lo ritengono idoneo per modificare il loro parere di regolarità tecnica sottoscritto in calce alla nostra delibera di definanziamento coatto. I solerti parlamentari ci facciamo scrivere, invece, dal Ministero dell’Economia e noi, lieti, ringrazieremo, chiederemo scusa e revocheremo la delibera con tanto di parere di regolarità tecnica dei dirigenti.
Ma poiché credo che tale nota del MEF non arriverà mai, perché il dettato della legge statale è chiarissimo, invito i solerti parlamentari a non confondere i fondi per i comuni della legge 145 con i fondi che la stessa legge mette a disposizione dello Stato per il dissesto idrogeologico, che allo stato non risultano nemmeno incrementati.
Sarei felice se le energie parlamentari non si sprecassero nei comunicati stampa con effetti di durata non superiore alle 24 ore, ma in attività dirette a ripristinare le risorse gestite dalle Regioni e destinate ai comuni per dissesto e sicurezza di scuole e strade. Se si facesse così scriveremmo noi un comunicato stampa d’applausi, rubricando l’avvenimento in un bel parlare di un parlamentare.”

Il Governo nazionale cancella 193 milioni di euro per dissesto e sicurezza di scuole e strade

Emiliano e Amati: “Una stangata. La legge di bilancio statale ci ha costretto a cancellare 200 milioni di investimenti per la messa in sicurezza del territorio ed edifici. Appello ai parlamentari di maggioranza”

 

“La Giunta regionale ha dovuto approvare oggi una “stangata” derivante dalle norme del bilancio statale.
Si tratta di una delibera per cancellare la previsione di spesa per investimenti dal 2027 al 2034, per un ammontare complessivo di 193.684.750 euro, relativi a importantissime destinazioni: la messa in sicurezza del territorio per rischio idrogeologico; la messa in sicurezza di strade, porti, viabilità, nonché interventi per ridurre l’inquinamento ambientale; la messa in sicurezza degli edifici scolastici; progetti di rigenerazione urbana, riconversione energetica e utilizzo di fonti rinnovabili; infrastrutture sociali; bonifiche di siti inquinati.
Il finanziamento statale per detti tipi d’interventi, previsti sino al 2034 e iscritto nel bilancio della Regione, era stato previsto da una legge del 2018 (n. 145), cancellato dalla legge di bilancio statale per il 2025 (n. 207 del 2024).
Dal 2021 a oggi sono stati assegnati e utilizzati 133.945.250 euro, mentre restano da assegnare i finanziamenti per il 2026, pari a 21.149.250 euro.
Nel nostro Paese c’è ancora scarsa attenzione per la mitigazione del rischio idrogeologico, la sicurezza degli edifici scolastici e della viabilità stradale. E tutto ciò si vede dalle progressive decurtazioni di finanziamento, prima destinate con legge e poi revocate.
Ci appelliamo ai parlamentari di maggioranza per il ripristino della misura, facendo presente che ogni qual volta essi votano una norma di definanziamento o di maggior rigore nel raggiungimento della finanza pubblica, c’è un interesse pubblico che viene sacrificato, come quello alla vita in questo caso.
Definanziare o irrobustire le norme di finanza pubblica senza prima qualificare la spesa o ridurre gli sprechi ha come conseguenza clamorose ingiustizie”. Lo hanno dichiarato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano e l’assessore al Bilancio, Fabiano Amati.

AMATI: LE COMPENSAZIONI? CALIBRATE SU TAP E I TERRITORI

Mentre Tap si appresta a chiudere l’iter autorizzativo per il raddoppio che gli permetterebbe di raggiungere una capacità di trasporto da 10 a 20 miliardi di metri cubi di gas trasportati ogni anno dall’Azerbaigian all’Italia, in Puglia si gioca un nuovo tempo nella partita sulle compensazioni, in cui questa volta e è la Regione a fare la parte del leone grazie alla nuova legge che applica la Marzano.

Assessore Fabiano Amati, lei segue le vicende Tap fin dall’inizio. Ed è uno degli ideatori della legge regionale sulle compensazioni energetiche. Nonostante abbia presentato ricorso al Tar, Tap vi ha chiesto formalmente un incontro. Un segnale di aperturanonda poco. Quandosi terrà?

“Nei prossimi giorni”.

Ora la Regione lavora al regolamento, che dovrà stabilire anzitutto quanto il gestore dovrà versare nel range dallo 0 al 3% fissato dalla legge sul volume di gas trasportato. Come vi orienterete a riguardo, anche tenuto contro che una cifra troppo alta rischia di mettere in crisi il piano industriale dell’azienda?

“La legge utilizza la preposizione “fino” al 3% proprio per scegliere la compensazione congrua, salvaguardando il diritto dei cittadini e la tenuta del piano industriale dell’impresa”.

Mentre si tratta sulla legge regionale, i sindaci dei territori in cui insiste il tracciato – in primis Melendugno, che ospita il Terminale di Ricezione del gasdotto (Prt), e la contigua Vernole – chiedono di essere coinvolti nella trattativa avendo maturato diritti di ristoro maggiori rispetto allo sgravio in bolletta che la vostra cifra troppo alta rischia di mettere in crisi il piano industriale dell’azienda?

«La legge utilizza la preposizione “fino” al 3% proprio per scegliere la compensazione congrua, salvaguardando il diritto dei cittadini e la tenuta del piano industriale dell’impresa».

Mentre si tratta sulla legge regionale, i sindaci dei territori in cui insiste il tracciato – in primis Melendugno, che ospita il Terminale di Ricezione del gasdotto (Prt), e la contigua Vernole – chiedono di essere coinvolti nella trattativa avendo maturato diritti di ristoro maggiori rispetto allo sgravio in bolletta che la vostra bolletta agisce su altro titolo, ossia sul titolo delle compensazioni territoriali. E la distinzione tra compensazioni ambientalie territoriali non è questione di la- na caprina ma un dato normativo come peraltro interpretato dalla Corte costituzionale. La Regione, quindi, ha il dovere di aiutare la Provincia di Lecce a portare a compimento la pratica delle compensazioni ambientali; e lo dice chi da anni implorava i comuni di chiedere e accettare le compensazioni sin dai tempi della progettazione dell’opera. E chissà cosa Tap avrebbe dato ai comuni a quei tempi».

Perché oggi nessuno protesta per i soldi chiesti a Tap, mentre in passato chiunque lo vo lesse fare veniva visto come un traditore del territorio?

«Perché a causa dell’invasione russa all’Ucraina abbiamo capito che l’approvvigionamento del gas, materia prima pulita, è una questione di libertà e democrazia, a meno che non si voglia intraprendere la strada della decrescita. E poi è cresciuta la sensibilità ambientale, per cui i gas – carburante di transizione prima della totalità di energia prodotta da rinnovabili o a Dio piacendo dalla fusione nucleare – riduce l’uso di fossili sporchi e non mortifica la produzione industriale».

AMATI BOCCIA MARCHIONNA E BARBANENTE SU URBANISTICA E PIANIFICAZIONE ENERGETICA

La politica del fare, che lavora sulle soluzioni ai problemi dei cittadini attraverso il metodo e lo studio.

Era la visione che un anno e mezzo fa aveva portato Fabiano Amati, neo-assessore regionale al Bilancio, a stringere un patto con il centrodestra per il governo di Brindisi.

Una visione di sviluppo che Amati pare non rivedere nell’azione dell’amministrazione Marchionna. A partire da come è stata concepita la bozza di delibera (approderà in consiglio comunale il 26 novembre) che individua le aree sulle quali attuare quanto previsto dalla legge regionale 36/2023 sugli interventi di ristrutturazione edilizia.
Bozza dalla quale vengono escluse le contrade soggette a varianti di recupero.

«Qui risponde il brindisino che è in me, cosciente dei dettagli in cui spesso si nasconde il diavolo. La legge regionale-argomenta Amati prevede la variante semplificata al Prg solo su immobili esistenti legittimi o legittimati, perché le Regioni non possono prevedere sanatorie su addizioni compiute senza titolo, anche se rientranti nelle percentuali dell’incremento volumetrico massimo e consentito.

E su questo siamo d’accordo. È una scelta politica che non condivido, invece, quella di escludere dai benefici d’incremento volumetrico gli immobili legittimi o legittimati, ossia quegli edifici che risultano esistenti come da Piano di recupero approvato e quindi privi di qualsiasi ampliamento non autorizzato.

Se la risposta – prosegue Amati – è che si vuole raggiungere il bene attraverso percorsi di ulteriore riqualificazione, avverto il rischio che nell’attesa del bene, si possa perdere il meglio;

la vita delle persone è breve e irripetibile. E non c’è nessun motivo per vietare incrementi volumetrici su immobili esistenti, che non consumano suolo e anzi portano in dote piatti a tavola per chi lavora, maggiori comodità per chi abita e ulteriori soldi per il Comune». Tra le priorità dell’agenda di Marchionna rientravano l’adeguamento del Piano regolatore generale al Piano paesaggistico territoriale regionale e la redazione del nuovo Pug. Anche su questo fronte, a Palazzo di città si procede a rilento.

«Se il sindaco Marchionna rincara Amati – non riesce a realizzare, come pare, i programmi proposti alla città per via di intralci politici nella sua maggioranza, lo dica apertamente e apra un dialogo con le forze politiche dell’opposizione, visto che è pure più di sinistra di me, per una collaborazione utile su cose concrete. E su questo potrebbe anche avvalersi del supporto dell’assessore Daniela Maglie, per bravura, temperamento e storia culturale molto idonea a navigare il mare del riformismo.

A Brindisi c’è bisogno di cose da fare e di una ricomposizione di forze riformiste. Se si scegliesse di fare così, io potrei essere collaborativo non solo istituzionalmente, come è nel mio dovere di assessore regionale, ma anche politicamente».

Negli anni, in materia di Urbanistica Amati ha svolto un ruolo di prim’ordine, anche in qualità di primo firmatario di diversi provvedimenti regionali, quale la proposta di legge che semplifica la procedura di approvazione del Pug (superando la fase del Dpp).
Sulla redazione del Pug, il Comune di Brindisi ha avviato una collaborazione con il Politecnico di Bari e in particolare con la professoressa Angela Barbanente, che nei giorni scorsi, relativamente alla individuazione delle aree per l’installazione di impianti da fonti rinnovabili, ha dichiarato che non vorrebbe che Brindisi “venga sfruttata dalla decarbonizzazione dopo aver pagato il prezzo della carbonizzazione”.

Posizione dalla quale Amati diverge. «Dopo aver pagato il prezzo della carbonizzazione, ci sono persone che vorrebbero far perdere alla città il risarcimento della decarbonizzazione.

Questo per ideologia anti-industriale, anti-capitalista, anti-mercato e anti-ambientalista. Le fonti rinnovabili sono straordinarie misure di produzione energetica pulita. Perché a Brindisi si voglia far pagare ancora una volta il prezzo dell’arretratezza è una cosa che francamente non riesco a capire», conclude.

La promessa di Amati “Le vertenze brindisine nel dibattito regionale”

È pronto a portare al centro del dibattito in Regione, ed in particolare nel consiglio regionale, le principali vertenze che riguardano il territorio brindisino il neo assessore al Bilancio Fabiano Amati. In particolare, quelle legate alla decarbonizzazione della centrale Enel “Federico II” di Cerano ed alla transizione “green” di Versalis. Due passaggi molto temuti da lavoratori, diretti e indiretti, e sindacati ma anche molto dibattuti dal mondo politico e produttivo del territorio.

Sul fronte Enel, per l’assessore regionale, la società «può e deve fare di più. Personalmente mi sono sempre sforzato di introdurre una riflessione politica che avesse al centro la cultura industriale. È di tutta evidenza che, in questo momento, cultura industriale significa che l’industria deve, e nel caso di Enel può, accompagnare questo processo di transizione, per cui mi sembra giusto quello che stanno sostenendo i sindacati e parte dei politici».

In questo senso, dice Amati, «penso che una iniziativa regionale di centralizzazione della questione Brindisi, sempre riaffermando la cultura industriale che oggi è diretta alla sicurezza ambientale e non è più come un tempo, cosa che mi sono sforzato di ripetere nel corso degli ultimi anni, sarebbe una cosa opportuna. Una iniziativa regionale significa un interesse quotidiano su questa questione, che poi è il compito che, con riferimento alla mia provincia, mi sono ulteriormente assegnato eseguito dell’incarico di assessore regionale, considerando che sono anche il rappresentante della provincia di Brindisi nell’esecutivo regionale. Una cosa della quale, giustarnente, abbiamo lamentato la mancanza per tanto tempo, anche con articoli di stampa. Mi pare, quindi, che adesso siamo arrivati al punto in cui è mio dovere concretizzare questa iniziativa».

Già nei mesi scorsi, il governatore Michele Emiliano, insieme all’assessore allo Sviluppo economico Alessandro Delli Noci, aveva convocato a Bari un vertice sul caso Enel, in attesa di una delle ultime riunioni del Tavolo regionale per la decarbonizzazione, durante il quale erano emersi i primi nove tra i possibili tredici investimenti previsti per sostituire la centra. «Naturalmente – aggiunge – sto aspettando che termini il confronto sulle aree idonee che sta impegnando la commissione Sviluppo nella sua totalità per porre nel dibattito pubblico, attraverso li consiglio regionale, la questione di Brindisi. Infatti ne ho già parlato con l’assessore allo Sviluppo economico, il collega Delli Noci, e con l’assessore Leo, che si occupa di lavoro. Ritengo, infatti, che il dibattito pubblico in consiglio regionale debba essere prioritario, per questo lo sto favorendo e lo favorirò».

Dal canto suo, Versalis ha presentato nelle scorse settimane il piano di riconversione dei suoj stabilimenti, compreso quello di Brindisi, dove è previsto il graduale spegnimento del cracking, con contestuale realizzazione di una gigafactory di batterie e di un hub per il riciclo meccanico della plastica. Un approсcio con un coinvolgimento più “diretto”, quello della controllata Eni, che tuttavia preoccupa molto, anche in questo caso, lavoratori e sindacati.

“Non voglio dare le pagelle sottolinea l’assessore regionale al Bilancio ma mi pare che sia in una che nell’altra vicenda sia necessario rendere centrale la cultura industriale della modernità, con tutto quello che significa. Brindisi, infatti, è anche industria. E questo ragionamento valesia per Enel che Versalis, come dicevo. Riguardo a quest’ultima vicenda, in particolare, voglio capire per bene che fine fa la chimica di base, che mi pare una parte fondamentale dell’argomento di cui stiamo dibattendo, ovvero la possibilità di dare lunghezza e durata agli insediamenti industriali. Perché chimica di base significa anche una notevole attività di ricerca».

In entrambe le vicende, secondo Amati, «l’orientamento del dibattito pubblico dovrebbe essere quello di rafforzare gli insediamenti industriali e salvaguardare l’industria esistente, tenuto conto, mai lo ripeterò allo sfinimento, che l’industria della modernità concorre alla sicurezza ambientale.

Un tempo inquinava. Oggi che, al contrario, porta sicurezza ambientale, o diciamo no o ce la sottraggono. Noi, invece, adesso la vogliano. Altrimenti è duplice il danno: prima, quando era inquinante, ce la prendevamo.

Ora, invece, che è produttiva e non inquinante, ce la tolgono. Non mi pare un ragionamento equo. Ecco perché la classe dirigente di Brindisi, ora più che mai, deve avere al centro una profondissima cultura indu- striale, perché Brindisi ha le caratteristiche di città fortemente compatibile, tenuto conto che, come dico sempre, qui l’unica cosa che non si può fare è una pista da sci. Per il resto, si può fare davvero tutto, a partire dall’industria che, in termini di produzione di ricchezza, è l’ambito che dà di più».

Morte in culla di una bambina di 11 giorni, la Puglia punta a triplicare gli screening: “Un test con una goccia di sangue può prevenire la Sids”

La piccola è morta a Lecce nella notte tra il 6 e il 7 ottobre per la sindrome della morte improvvisa del lattante (Sudden Infant Death Syndrome), che colpisce i bambini nel primo anno di vita: da un anno la Regione ha avviato il progetto di monitoraggio dei neonati ma non può estenderlo a tutta la popolazione a causa del piano di rientro. L’assessore Amati: “Proporrò alla giunta di triplicare i fondi, ora con un milione di euro interveniamo solo su duemila bambini ma potremmo raggiungerne 12mila”

Casi come la tragedia della neonata di Lequile, morta a undici giorni dalla nascita, si potrebbero probabilmente evitare con uno screening esteso a tutti i piccoli appena nati in Puglia. Ne è convinto Fabiano Amati, assessore regionale al bilancio e promotore di tutte le leggi più recenti sugli screening neonatali, che annuncia: “Proporrò alla giunta di triplicare i fondi per il progetto di ricerca Genoma-Puglia che abbiamo avviato da un anno. Quelli stanziati finora, un milione di euro, consentono di intervenire solo su duemila bambini. Con tre milioni di euro possiamo intervenire su dodicimila”. La Puglia, spiega Amati, è già avanti rispetto ad altre regioni e nel caso del Progetto Genoma è tra le prime al mondo. Ma non può estendere a tutta la popolazione il beneficio del programma e quindi la somministrazione tempestiva delle terapie perché sarebbero prestazioni non comprese nei livelli essenziali di assistenza. E siccome la Regione non è ancora formalmente uscita dal piano di rientro, è costretta a rinunciare, perché non ha nemmeno la possibilità alternativa di disporre dei fondi propri. Sì riteneva che la piccola di Lequile fosse morta a causa di un rigurgito mentre dormiva nello stesso letto dei genitori. Da un accertamento ulteriore è emerso invece che la neonata sia morta più precisamente di “Sids”, la sindrome della morte improvvisa del lattante (Sudden Infant Death Syndrome), una malattia che colpisce i bambini nel primo anno di vita. Oltre che con la prevenzione e con l’utilizzo di comportamenti corretti, le cause di questi decessi possono essere identificate attraverso test genetici. È infatti il progetto di ricerca Genoma Puglia, consistente nell’analisi di 407 geni per diagnosticare l’esposizione a 450 malattie, prevede anche la verifica sui geni interessati a causare la Sids.
Per questo Amati è convinto della necessità di aumentare gli investimenti: “Così possiamo salvare vite umane e continuare sulla nostra strada virtuosissima”.

Articolo di Davide Carlucci pubblicato su Repubblica edizione Bari del 08/11/2024

Depuratore Sava-Manduria, Amati: “Il TAR e la prossima inaugurazione mettono fine a un decennio di follia. Arrivano salute e ambiente”

Dichiarazione del Presidente della Commissione regionale Bilancio e programmazione Fabiano Amati.

“Sul depuratore di Sava-Manduria la decisione ultima del TAR di Bari e la prossima inaugurazione dell’impianto mettono fine a un decennio di contestazioni e follie, confermando il valore fortemente ambientale dello schema idraulico previsto, in grado di porre fine all’attuale e vergognoso stato di inquinamento del suolo e del mare di un territorio meritevole invece di tutela.
Si conferma così sia la decisione del Governo Vendola con il Piano di tutela delle acque 2009-2015 e sia quella del Governo Emiliano con il Piano 2015-2021, entrambi attestati – a prescindere da qualche differenza a valore dialettico più che tecnico – sullo scarico d’emergenza in battigia, più o meno come accade in altri territori, ove la soluzione prescelta costeggia e protegge importantissimi resort di alta qualità.
Certo, sarebbe stato meglio se le classi dirigenti del territorio interessato – non solo politici – avessero assecondato soluzioni tecnologicamente più quadrate, come la condotta sottomarina, ma purtroppo può capitare che, per notevoli errori di valutazione a sfondo politico e propagandistico, si finisca per preferire ipotesi certamente previste dalla legge, come lo scarico in battigia, ma meno performanti.
Su questo argomento ho trascorso mesi terribili dal 2009 al 2014, fronteggiando manifestazioni popolari fondate sull’eccitazione delle paure delle persone e cercando di far comprendere come fosse incivile tenere un territorio così bello e vasto nella prigionia dell’inquinamento. Infatti, celebrare nel 2024 l’entrata in esercizio di un depuratore somiglia un po’ alla vendita di un Commodore 64 nei tempi dell’intelligenza artificiale.
Ma purtroppo la vita in generale, e quella amministrativa in particolare, sono fatte di queste cose, per cui è necessario soffrire tenendo in alto la bandiera del buon senso anche quando il senso comune ti sta mettendo alla gogna; e ciò accade perché le prove si possono dire superate quando ciò che producono ha durata e non il sapore effimero di un’ora di celebrità.
Ringrazio i dirigenti e i tecnici regionali impegnati dal 2009 ad oggi – e per loro Anna Maria Iannarelli, Luca Limongelli, Andrea Zotti -, i dirigenti e i tecnici di AQP – e per loro Massimiliano Bianco, Nicola Di Donna e Francesca Portincasa -, l’avvocatura regionale – e per loro la coordinatrice Rossana Lanza e l’avvocato della causa Carmela Capobianco, l’impresa appaltatrice Putignano di Noci e tutte le maestranze, e l’amministrazione comunale di Manduria, per ultimo l’attuale Sindaco Gregorio Pecoraro, che ha dovuto sopportare anche il peso di decisioni impopolari ma giuste.”