“Non ci siamo, la depurazione posta al servizio di cause politiche, peraltro infondate, non può essere sostenuta. La questione è molto semplice e non si può tergiversare: si vuole evitare oppure no l’inquinamento di Porto Cesareo e Nardò con un’autorizzazione provvisoria allo scarico? Sia chiaro, ogni ulteriore ipotesi di modifica dello schema idraulico, introducendo le trincee drenanti, non comporta la modifica del recapito finale, per cui il danno ambientale di ben tre trincee drenanti per allungare il percorso e dissimulare lo scarico non mi pare sostenibile”.
Lo dichiara il Presidente della Commissione regionale Bilancio e programmazione Fabiano Amati.
“Non accetto il mancato avvio del procedimento di autorizzazione provvisoria, considerato che pure nel caso si assumesse l’ulteriore passaggio delle trincee drenanti non muterebbe il recapito finale, cioè lo scarico in battigia a Torre Inserraglio. Per questo prego ancora una volta la Regione e Acquedotto Pugliese di avviare il procedimento per l’autorizzazione provvisoria, inoltrando alla Provincia la richiesta di parere sull’assoggettabilità a Via, così da accelerare il procedimento finalizzato a sottrarre quella splendida parte del territorio pugliese all’inquinamento.
La questione è ormai scoperta: qualsiasi fantasia o lungaggine sull’argomento nasconde la necessità di assecondare dispute politiche infondate, che non possono sacrificare la salute delle persone. Depurare le acque è un atto di civilizzazione che sottrae le persone alle malattie e il fatto che ne stiamo parlando da tanti anni senza concludere un bel nulla è un segno di arretratezza che non mi stancherò mai di combattere”.