“Le liste del PD Puglia sono state fatte per investitura, come nel medioevo, e perciò risultano invotabili. Da oggi parte dunque il tour “Che facciamo?”, un giro nel dissenso, per rendere votabile il PD pugliese del futuro, attraverso la costruzione di una rete di persone disponibili a continuare o cominciare l’impegno nel PD, per distruggere questo sistema di potere e costruire un partito veramente democratico, aperto e senza soggezioni”.
Lo dichiara il Consigliere regionale del Partito Democratico Fabiano Amati.
“Un partito che sceglie i candidati per investitura, come nel medioevo, approfittando di un’indegna legge elettorale e dimenticando le primarie pur previste dal suo statuto, non può definirsi democratico. E il fatto che la stessa cosa capiti per tutte le altre liste e nelle altre regioni non toglie o aggiunge nulla alla necessità di una distruzione totale di questo sistema per costruire una prospettiva nuova e diversa, fondata sulla garanzia che a scegliere siano i cittadini, tra candidati che si siano distinti per idee realizzate o proposte.
Questo modo di fare comporta un deficit di democrazia nello Stato e nella Regione, perché se la selezione delle persone avviene con metodi totalitari e limitando la scelta delle persone, il minimo che può accadere è una situazione di devianza amministrativa.
Ovviamente, sono da cestinare le obiezioni con fraseologia inutile e ipocrita, tipo non-è-questo-il momento, oppure rammarichi-personalistici. Il primo perché il momento è quando le cose accadono e non quando ci fa comodo esaminarle, magari nella speranza che sia passata la nottata, e il secondo perché tutte le cose umane sono fondate su fatti riguardanti le persone, compresi i fatti di quelli che si trovano a cavallo dopo aver messo in atto mille sotterfugi per garantire la propria persona.
Serve dunque un atto di grande risolutezza e coraggio. Per restituire la scelta delle persone alle persone e perciò impegnare chi si candida a non macerarsi nell’indolenza da Palazzo, ma a tenere a cuore i problemi e le soluzioni. L’essenza della politica”.