“Penso che il sistema universitario pugliese debba parlarsi con franchezza e senza eccessi di fair play, per valutare come programmare al meglio l’ampliamento dell’offerta di ricerca e formazione. Ha suscitato interesse, infatti, l’opinione del Rettore dell’Università di Bari in ordine alla necessità di dare priorità alle scuole di specializzazione piuttosto che ai corsi di laurea, dando così continuità agli investimenti già previsti e al miglioramento delle dotazioni infrastrutturali delle sedi esistenti”.
Lo dichiara il Presidente della Commissione regionale Bilancio e programmazione Fabiano Amati.
“La Regione sta per decidere un notevole investimento economico sulla ricerca e formazione universitaria, impegnandosi per vent’anni e fuori dalle proprie competenze funzionali. La straordinarietà della questione merita, perciò, un impegnativo approfondimento, a cominciare dal rifiuto sincero e concreto di ogni ipotesi di campanilismo, dirigendosi verso l’ampliamento della reputazione del nostro sistema universitario e valutando gli investimenti sulla base di dati obiettivi.
In tal senso vanno considerati il dato demografico, il sistema pensionistico e le aspettative di vita, che in forma congiunta o disgiunta sono in grado di condizionare l’insegnamento universitario per progressiva contrazione di studenti, per aumento degli anni di lavoro del personale in servizio e per mutamento delle necessità specialistiche.
Tutto ciò rende necessario, alla luce della scarsità delle risorse economiche disponibili, una programmazione più pertinente e meno emotiva, puntata sull’ampliamento dell’offerta specialistica, che è un modo più sicuro per contrastare i flussi degli studenti pugliesi verso le altre università italiane. In poche parole, così come ha fatto intendere il Rettore di Bari, è più importante che i giovani medici si specializzino in Puglia, così da rimanerci, piuttosto che laurearsi in Puglia ed emigrare verso scuole di specializzazione extra regionali che non li riporteranno più indietro, impoverendo il nostro sistema sanitario.
Spero dunque che nell’audizione della prossima settimana con gli assessori regionali alla Sanità e alla Formazione si parli di questo e con ampi livelli di disponibilità ad aprirsi a tutte le ragioni, anche per onorare le sollecitazioni che abbiamo richiesto e che sono venute non per esigenze di cerimoniale ma per farci meglio valutare la decisione politica che stiamo per prendere”.