Vorrei prenotare una ristampa del Quotidiano di ieri. E le copie vorrei regalarle ai No-Tap di ieri, ai No-tutto di oggi e ai No-sempre che verranno. Nei secoli dei secoli. Amen. Vorrei regalare una copia ai No-serbatoio GNL di Brindisi, per dargli la possibilità di immaginarel’edizione del 1 novembre di un anno che verrà, quando i Tornesello e Gioffredi di quel giorno, racconteranno chesso-di una grandissima nave crociera a GNL o sintetico che fa ingresso finalmente nel porto di Brindisi portando in dono ciò che da decenni s’agogna. E il commento, sempre quello dei Tornesello e Gioffredi, sarà certamente tagliente: “Tempo perso, soldi sprecati”. E letto ciò, i No-serbatoto si spazzoleranno i pensieri morti caduti sulla spalla, simili a forfora, voltando le spalle all’amara verità finalmente svelata, come se il discorso non fosse rivolto a loro.
Un’altra copia vorrei regalarla ai No-depuratori: non c’entra con il gas, ma il metodo seguito è lo stesso. Anche qui, sempre in un 1° novembre di un anno ormai vicino, Tornesello e Gioffredi daranno notizia dell’avvio all’esercizio del moderno depuratore Sava-Manduria (per esempio), raccontando la fine dello sversamento reflui nel sottosuolo e a mare, candidando quelle meraviglie se località balneari alla bandiera blu che meritano. E i No-depuratori, presi da amnesia, sottoporranno alla punta del vecchio giradischi il vinile del canto “Avetrana mia”, questa volta festeggiando la fine della dipendenza tossica ai liquami, parola romantica per riassumere le umanissime cacca e pipì. E in versione live confido nell’accompagnamento vocale di Romina Power, amica in spi r
ito, perché non ci conosciamo, e donna sensibileda indirizzare però a cause più salutiste e ambientalmente corrette. Ci sono altre copie? Certo che ci sono. Le vorrei dare ai No-resort di Nardò. Qui non ci sarà, purtroppo, un’edizione del 1° novembre intenta a raccontare il fine lavori di un’opera incastonata nell’incanto rispettoso del paesaggio salentino, per usare al meglio il vento, il sole e il mare, piuttosto che relegarli alla funzione ispiratrice di versi poetici, come se tutti avessimo quell’estro invece raro. E Tornesello e Gioffredi, in questo caso, non potranno fare come Miranda de “Il diavolo veste Prada”, direttrice della rivista Runway intenta a spiegare all’ingenua Andy, nella mirabile scena del maglioncino color ceruleo, quanto anche il lusso serva a fare milioni di euro e innumerevoli di posti di lavoro. Sono finite le copie? Ce ne sono. Ce ne sono.
Qui per motivi di spazio non si possono trattare tutti i No. Ma sono tutti imparentati. Hanno un sottofondo comune. Nascosto. Tanto nascosto che a volte hanno preso pure la piega del No-alla-salute. Dice nulla la vicenda No-vax? Un’idea bizzarra di libertà di scelta, costituzionalmente vietata quando da tale scelta può derivare la malattia degli altri. Equi due domande. Perché gli ispiratori di quasi tutti i No sono sempre le stesse persone (compreso il No all’eradicazione degli ulivi nel caso Xylella da ricordare sempre), impegnate con metodo a eccitare le paure delle persone più ignare per reclutare militanza alla causa antagonista? Perché ci sono amministratori pubblici che avallano queste cause pur conoscendonel’infondatezza? Non è difficile. I primi per la solita avversione ideologica all’economia di mercato, anche nella versione sociale, speranzosi di poter riproporre approcci sconfitti dalla storia sotto le mentite spoglie dell’ambientalismo e della paesologia. I secondi per la paura nei confronti di posizioni sempre aggressive, intolleranti ranti, verbalmente squadriste e quindi totalitarie, dal tono sempre improntato all’argomento contro l’uomo, per cui non va contrastato ciò che si dice ma la credibilità morale e personale di chi lo dice, insinuando traffici d’interessi quasi sempre insussistenti. Ce un’ultima copia? È quella che terrò per me. Servirà per guardarla spesso, so prattutto quando finirà; perché tutto finisce, compreso l’impegno pubblico. La guarderò per ripensare al momento dei Si quando era più facile, assecondando la vanità, associarsi ai tanti No. A quando, forse per un’impronta di cultura biblica, da chierichetto, tuonava il divieto di farsi guide cieche e così finire per filtrare moscerini con obiezioni marginali eingoiare il cammello della disfatta. E alla memoria di disfatte che è meglio non vengano più, la dedica più appropriata dell’edizione di Quotidiano di mercoledi 1° novembre 2023.