Xylella e ricerca Scortichini, C-Entra il futuro: “Depositata la relazione finale. Nessun risultato plausibile e campo sperimentale abbandonato e distrutto”

Xylella e ricerca Scortichini, C-Entra il futuro: “Depositata la relazione finale. Nessun risultato plausibile e campo sperimentale abbandonato e distrutto”

 

“C’è voluta la giusta sollecitazione dell’Osservatorio fitosanitario regionale e finalmente è stata depositata la relazione finale del progetto di ricerca ‘Scortichini’. Il risultato è che non vi è alcuna evidenza per sostenere l’attività antibatterica utile del composto usato (Dentamet). L’unica evidenza a tutti palese è che il campo su cui è stata effettuata la sperimentazione è allo stato abbandonato e distrutto e che, a 100 metri da quel campo, un altro olivicoltore ha deciso di impiantare la Favolosa (Fs17)”. Lo comunicano i consiglieri regionali Fabiano Amati, Sergio Blasi, Napoleone Cera, Gianni Liviano, Ruggiero Mennea e Donato Pentassuglia, commentando il deposito – avvenuto il 10 settembre 2019 – della relazione finale all’accordo del 17 gennaio 2017 tra Regione Puglia, Crea, Università di Bologna e del Salento (c.d. Progetto Scortichini).

 

“La relazione depositata – proseguono – non aggiunge nuovi elementi rispetto a quanto già noto circa l’efficacia del composto utilizzato nel progetto di ricerca, il Dentamet, e fa riferimento a un articolo scientifico (A zinc, copper and citric acid biocomplex shows promise for control of Xylella fastidiosa subsp. pauca in olive trees in Apulia region – southern Italy), pubblicato sulla rivista «Phytopathologia Mediterranea». Tale articolo – spiegano i sei Consiglieri – è stato oggetto di critica approfondita, soprattutto a causa di varie discrepanze metodologiche e del fatto che l’effetto sul batterio sia stato misurato solo in 2 ulivi trattati e 2 di controllo, ed è stato preso anche in considerazione nell’ultima revisione EFSA (maggio 2019): le conclusioni sono che non vi è evidenza sufficiente di attività antibatterica utile del composto testato”.

“La relazione depositata contiene, inoltre, anche qualche sintetico passaggio in cui si espongono considerazioni circa la metabolomica degli alberi infetti, il contenuto di micronutrienti dei suoli salentini e la procedura di monitoraggio regionale. Quattro dei cinque articoli scientifici allegati alla relazione si occupano di questi aspetti, che non offrono particolari indicazioni specifiche circa l’efficacia del trattamento testato. Dal punto di vista dell’efficacia del composto, vale la pena ricordare come il campo sperimentale oggetto dell’unica pubblicazione che misurerebbe l’eventuale efficacia del composto utilizzato, è risultato precocemente abbandonato. All’epoca si disse per decisione del proprietario di mutare il tipo di coltivazione. Tale circostanza è difficilmente comprensibile alla luce di una presunta efficacia del trattamento. Inoltre, un campo posto nelle vicinanze del campo sperimentale (circa 100 metri) risulta espiantato e piantumato con la varietà resistente c.d. Favolosa (FS17); anche in questo caso – concludono – sembra difficile comprendere come mai il proprietario del fondo vicino abbia assunto simile decisione al cospetto delle mirabilie osservate nel campo vicino”.

Istat su export Puglia, C-Entra il futuro: “+10,1 % per acciaio, petrolio, meccanica, cave e miniere. Male agricoltura. Perché Borraccino si vanta?”

Istat su export Puglia, C-Entra il futuro: “+10,1 % per acciaio, petrolio, meccanica, cave e miniere. Male agricoltura. Perché Borraccino si vanta?”

“L’export pugliese migliora (+10,1%) per acciaio, petrolio e derivati, meccanica, lavorazioni rifiuti, cave e miniere. Ciò vuol dire che le politiche regionali c’entrano poco con i settori in positivo e molto con quello dell’agricoltura purtroppo in negativo (-15,2 %). Resta solo da capire perché l’assessore Borraccino si vanti di questi risultati”.

Lo dichiarano i Consiglieri regionali Fabiano Amati, Sergio Blasi, Napoleone Cera, Gianni Liviano, Ruggiero Mennea e Donato Pentassuglia, commentando i dati ISTAT sull’export pugliese relativi al secondo trimestre 2019.

Con il +10,1 % la Puglia è la quinta regione italiana, tra le 11 con segno positivo, per variazione delle esportazioni. Per meglio orientare il dibattito pubblico e il giudizio sulle politiche seguite dalle amministrazioni pubbliche nazionali e locali, è però necessario dettagliare l’analisi nei singoli settori d’attività economica. In questo senso, si rileva che i settori con maggiore variazione positiva sono: estrazioni di minerali da cave e miniere +24,2 %; legno e prodotti in legno +47,5 %; coke e prodotti petroliferi raffinati +88,8 %; metalli di base e prodotti in metallo (escluso macchine) +40,6 %; mezzo di trasporto +37,6 %; prodotti dalle attività di trattamento rifiuti +57,2 %”.

“I settori, invece, con variazione negativa – proseguono – sono: agricoltura -15,2 %; articoli d’abbigliamento (anche in pelle e pelliccia) -6,8 %; carta, prodotti di carta, stampa, supporto registrati -5,5 %; farmaceutici, chimici medicinali, botanici -7,1 %; altri prodotti della lavorazione di minerali non petroliferi -5,3 %. Con riferimento alle variazioni percentuali delle esportazioni per provincie, si registra Taranto e Lecce con risultati maggiori/uguali a +9,6 %, Bari nella forchetta compresa tra +0,8 e +9,6 %, Brindisi, Bat e Foggia nella forchetta compresa tra -3,9 e + 0,8 %. Per quanto riguarda il contributo delle singole province alla variazione delle esportazioni nazionali, si registra Taranto e Bari con risultati maggiori/uguali a +0,04 %, Lecce nella forchetta compresa tra +0,00 e +0,04 %, Brindisi, Bat e Foggia nella forchetta compresa tra -0,01 e 0,00 %”.

“Nel complesso ne deriva, dunque, un dato positivo nei settori più strettamente industriali, un dato fortemente negativo in agricoltura, a fronte del +7,6 % della vicina Campania, e un forte squilibrio territoriale tra le provincie dotate di maggiore o minore industrializzazione. Sarebbe opportuno, infine, che questi dati venissero letti nella loro complessità e senza inclinazioni alla propaganda celebrativa o distruttiva, come purtroppo spesso accade, per meglio orientare tutte le politiche pubbliche. In buona sostanza, c’è la necessità di approfondire i dati per evitare stridenti contraddizioni tra legislazione e realtà, investimenti e produttività, proclami e quotidianità – concludono i sei Consiglieri –”.

‘Di Summa’ di Brindisi, Amati: “Nei prossimi giorni autorizzazione per Pta e ospedale di comunità. Grazie al presidente Emiliano”

‘Di Summa’ di Brindisi, Amati: “Nei prossimi giorni autorizzazione per Pta e ospedale di comunità. Grazie al presidente Emiliano”

“Nei prossimi giorni sarà autorizzata l’istituzione presso il Di Summa di Brindisi del Punto Territoriale d’Assistenza e Ospedale di comunità. Ringrazio il presidente Emiliano per la decisione e i direttori dell’assessorato regionale e della Asl Br, Vito Montanaro e Giuseppe Pasqualone, per la puntuale e veloce istruttoria”. Lo comunica il presidente della commissione regionale Bilancio, Fabiano Amati.

“Con l’autorizzazione della giunta regionale – prosegue – potrà partire il procedimento finalizzato alla ristrutturazione del ‘Di Summa’, così da destinarlo a Punto Territoriale d’Assistenza e Ospedale di Comunità, ovvero lungodegenza o riabilitazione. La struttura servirà per ridurre il carico dell’ospedale ‘Perrino’ e per meglio fronteggiare la domanda di assistenza territoriale”.

“La decisione si giustifica – precisa – non solo per congiungere in un unico plesso l’assistenza territoriale, allo stato dislocata in due diverse sedi, ma soprattutto per migliorare l’appropriatezza delle prestazioni erogate dall’ospedale ‘Perrino’, attualmente gravato di attività sanitarie potenzialmente erogabili a domicilio, ma tramutate in ricovero per fronteggiare situazioni di difficoltà sociale o inidoneità strutturale del domicilio, oppure per corrispondere a domande che necessitano di sorveglianza infermieristica o di osservazione sanitaria breve”.

“Tale riorganizzazione dovrebbe, dunque, passare – spiega ancora il consigliere regionale – attraverso la riqualificazione strutturale dell’ex ospedale ‘Di Summa’, al servizio di cure primarie, continuità assistenziale, gestione delle urgenze/emergenze, attività di prevenzione e riabilitazione, prestazioni socio sanitarie integrate, attività amministrative, prestazioni di medicina e pediatria generale, prestazioni specialistiche ambulatoriali e a ciclo diurno, servizi di radiologia, centro prelievo e farmacia. Il tutto affidato a un team di operatori composti da medici di medicina generale, medici di guardia medica, specialisti ambulatoriali, infermieri professionali, assistenti sociali, psicologi, oss, etc”.

“Il modello succintamente descritto sarebbe in grado di evitare – conclude Amati – l’attuale dispersione dei servizi, anche al fine di contenere l’eccessivo afflusso in ospedale, migliorando così l’appropriatezza delle prestazioni e assicurando all’ospedale ‘Perrino’ la sua vera vocazione di ospedale regionale di II livello”.

 

“Di Summa” di Brindisi, Amati: “Esito positivo dall’istruttoria Regione-Asl per PTA e Ospedale di comunità. Adesso la delibera”

Corte giustizia UE e Xylella, C-Entra il futuro: “Chi ci chiederà scusa? Rimuovere significava estirpare materialmente piante infette e non notificare carte ai proprietari dei terreni”

Corte giustizia UE e Xylella, C-Entra il futuro: “Chi ci chiederà scusa? Rimuovere significava estirpare materialmente piante infette e non notificare carte ai proprietari dei terreni”
“E ora ci sarà qualcuno disposto a chiederci scusa per le critiche e le offese ricevute solo perché si provava ad evitare il disseccamento totale degli ulivi? La Corte di giustizia europea ha affermato un principio ovvio per tutti, tranne che per qualche parte della politica e della burocrazia italiana ponzio-pilatesca. Rimuovere “immediatamente” gli alberi infetti non significava accontentarsi della produzione di carte per obbligare i proprietari all’adempimento, ma estirpare materialmente le piante infette, a prescindere dai Tar, dalla Procura della Repubblica e dalle piazze rumorose sobillate da qualche decina di creduloni o politici a caccia dei loro voti”.
Lo dichiarano i Consiglieri regionali Fabiano Amati, Sergio Blasi, Napoleone Cera, Gianni Liviano, Donato Pentassuglia e Ruggiero Mennea, commentando la sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione europea (ECLI:EU:C:2019:676), depositata dalla V Sezione il 5 settembre 2019, pronunciata tra la Commissione europea e la Repubblica italiana sugli obblighi di rimozione delle piante infetta dal batterio Xylella fastidiosa.
“La sentenza della Corte di giustizia – spiegano i sei Consiglieri – non ha dunque ritenuto plausibile la causa di giustificazione dei procedimenti giudiziari di sequestro delle piante o i provvedimenti di giustizia amministrativa di sospensione degli atti di rimozione, perché uno Stato membro non può invocare situazioni del proprio ordinamento interno per giustificare l’inosservanza degli obblighi e dei termini risultanti dal diritto dell’Unione, e perché l’Italia avrebbe comunque potuto adottare misure normative nazionali di emergenza dirette a superare tutti gli ostacoli amministrativi e giuridici. Inoltre, la Corte di giustizia ha accertato un ulteriore inadempimento da parte dell’Italia per aver omesso di garantire, nella zona di contenimento, il monitoraggio della presenza di Xylella fastidiosa mediante ispezioni annuali effettuate al momento opportuno durante l’anno”.
“Insomma, tutte questioni su cui da qualche anno combattiamo, spesso inascoltati, nonostante la tragedia della Xylella abbia già fatto fuori tutto il paesaggio ulivetato della provincia di Lecce, parte di quello della provincia di Brindisi e Taranto, e si accinga ad aggredire – a causa delle stesse inerzie riscontrate all’inizio dell’epidemia – quello della Piana degli ulivi monumentali e del sud della provincia di Bari. E mentre tutto ciò accade – concludono –, siamo anche costretti a osservare nuove iniziative di propaganda messe in atto dal carrozzone della disinformazione in aree non ancora colpite, forse per assicurarsi per tempo il merito di nuove e progressive distruzioni di paesaggio e produttività, a cui qualche personalità politica continua purtroppo a prestare inopportuna attenzione”.

Programma di governo e autonomia, C-Entra il futuro: “Ciò che è scritto significa Sì o No alla proposta lombardo-veneta?”

Programma di governo e autonomia, C-Entra il futuro: “Ciò che è scritto significa Sì o No alla proposta lombardo-veneta?”
“La bozza del programma di governo 5S-PD non spiega molto bene il punto dell’autonomia differenziata. Ci chiediamo: assumere l’impegno al completamento del processo di autonomia differenziata significa dire Sì o No alla proposta delle regioni Lombardia e Veneto? Aggiungere gli aggettivi “giusta” e “cooperativa” significa respingere la parte della proposta lombardo-veneta che determina, per esempio, 682 milioni in meno per la Puglia solo pensando al gettito per Iva sanitaria?”.
Lo dichiarano i Consiglieri regionali Fabiano Amati, Sergio Blasi, Napoleone Cera, Gianni Liviano, Donato Pentassuglia e Ruggiero Mennea, commentando la bozza delle “Linee di indirizzo programmatico per la formazione del nuovo governo”, che al punto 17) prevede il completamento del “processo di autonomia differenziata giusta e cooperativa, che salvaguardi il principio di coesione nazionale e di solidarietà, la tutela dell’unità giuridica ed economica”.
“Sull’autonomia differenziata – proseguono i sei – c’è bisogno di ascoltare parole chiare non per pignoleria o polemica, ma perché il procedimento prevede un’intesa tra Stato e Regioni, per cui senza il consenso reciproco il procedimento non può essere concluso. Poiché ci sembra che le regioni Lombardia e Veneto non auspicano un’intesa quale che sia, ma all’accoglimento delle loro proposte così come formulate, è chiaro che risulta necessario sapere se il nuovo governo accoglierà la proposta così com’è o se avanzerà richiesta di modifiche. Senza queste specificazioni si rischia di rimanere nell’ambiguità, tentando di tenere assieme con espedienti dialettici posizioni inconciliabili, esponendosi – per quanto ci riguarda – anche a cattive sorprese”, concludono.

 

Nuovo ospedale Monopoli-Fasano, Amati: “Avanti secondo programma. Tra qualche giorno il getto del primo plinto. Consiglio di Stato chiude contenzioso”

Nuovo ospedale Monopoli-Fasano, Amati: “Avanti secondo programma. Tra qualche giorno il getto del primo plinto. Consiglio di Stato chiude contenzioso”

“Dopo 263 giorni di lavoro sta per essere eseguito il getto del primo plinto di fondazione. Accadrà nei prossimi giorni, alla presenza del Presidente Michele Emiliano. Il Consiglio di Stato, inoltre, ha depositato la sentenza che chiude definitivamente il contenzioso giudiziario, sancendo la legittimità degli atti d’aggiudicazione della gara”.

Lo comunica il presidente della Commissione regionale Bilancio, Fabiano Amati, presentando il rapporto sullo stato d’avanzamento dei lavori del nuovo ospedale Monopoli-Fasano al 31 agosto 2019.

 

“Dall’avvio dei lavori e al 31 agosto – prosegue – sono trascorsi 263 giorni, pari al 26,3% del tempo di durata complessiva (1000 giorni). Ne mancano, dunque, 737 per la fine. Ad oggi sta per terminare la fase di getto del magrone e della preparazione del piano di posa della guaina e delle strutture di fondazione. Nei prossimi giorni si proseguirà con le predisposizioni impiantistiche che interferiscono con le fondazioni (cavidotti elettrici e tubazioni di acque meteoriche e fognanti) e con l’esecuzione del getto dei pilastri di fondazione. Sono inoltre in corso le attività propedeutiche all’allargamento della strada di accesso al cantiere, consistenti nello spostamento dei cavi elettrici e telefonici”.

“Sto seguendo i lavori di realizzazione dell’opera con continuità e sistematicità perché mi rendo conto delle necessità di salute a cui la nuova struttura potrà corrispondere. Nel raggio lunghissimo Bari-Brindisi, infatti, non c’è mai stato un ospedale in grado di curare le malattie tempo-dipendenti e di alta complessità, con conseguenze sotto gli occhi di tutti. Il nuovo ospedale Monopoli-Fasano – conclude Amati – è funzionale a colmare un’esigenza che si sarebbe dovuta avvertire sin dagli anni ‘80 del secolo scorso, in modo da non farci ritrovare nelle attuali condizioni, cioè con ospedali affollati e con una rete territoriale in fase di organizzazione, quindi insufficiente a colmare la domanda di salute”.

 

 

Rischio idrogeologico, Amati: “Abbattuto ultimo diaframma all’attraversamento stradale del canale di Torre Canne. Fine alluvioni e allagamenti”

Rischio idrogeologico, Amati: “Abbattuto ultimo diaframma dell’attraversamento stradale del canale di Torre Canne. Fine alluvioni e allagamenti”

 

Contenere la furia dell’acqua, cioè regimentare, è lo scopo del canale deviatore di Torre Canne. Con l’abbattimento di oggi dell’ultimo diaframma dell’attraversamento della strada statale E55 si corre, dunque, verso la fine dei lavori. Un’opera idraulica di 2.600 metri che metterà in sicurezza da alluvioni e allagamenti la frazione di Fasano-Torre Canne”.

Lo ha dichiarato il Presidente della Commissione bilancio, Fabiano Amati, alla fine delle operazioni di abbattimento dell’ultimo diaframma del cunicolo di attraversamento della strada statale E55 (379), funzionale al completamento dei lavori di realizzazione del canale deviatore delle acque meteoriche dall’abitato di Fasano-Torre Canne.

All’evento sono intervenuti il Sindaco di Fasano Francesco Zaccaria, il Consigliere regionale Fabiano Amati, il Commissario Asset Elio Sannicandro, il Rup Leonardo Angelini, il direttore dei lavori Leonardo D’Adamo, il responsabile sicurezza Francesco Leone, il collaudatore dell’opera Piero De Leonardis, il rappresentante legale dell’impresa Gallone Cosimo esecutrice dei lavori e l’ex segretario generale dell’Autorità di Bacino della Puglia, Antonio Di Santo.

L’attraversamento della strada statale è stato uno dei momenti più importanti dell’intera lavorazione, perché effettuato con una tecnica in grado di conciliare la circolazione stradale. Ove fosse stata utilizzata la tecnica tradizionale vi sarebbe stato il bisogno di interrompere il traffico veicolare. L’attraversamento stradale misura 41 metri ed è parte del canale deviatore di lunghezza pari a 2.600 metri, è composto da 7 attraversamenti stradali e 3 opere di presa, raccoglierà le acque provenienti dalle colline sovrastanti la frazione di Torre Canne, intercettandole da tre lame per poi farle defluire in mare. È bello vedere opere pubbliche che si realizzano dopo lunghi passaggi burocratici – conclude Amati –. Il canale di Torre Canne, il cui costo di realizzazione si aggira intorno a 5 milioni di euro, rientra in un piano generale di mitigazione del dissesto idrogeologico per circa 200 milioni e per parecchie decine d’interventi sull’intero territorio regionale, approvato all’epoca del mio mandato da Assessore regionale ai lavori pubblici”.

 

DETTAGLI TECNICI DELL’OPERA DI ATTRAVERSAMENTO OGGETTO DELL’ABBATTIMENTO DELL’ULTIMO DIAFRAMMA

 

Si tratta dell’unico attraversamento gettato in opera.

L’opportunità di realizzare la struttura in cemento armato in opera scaturisce dalla richiesta dell’ANAS di non ridurre la carreggiata della E55 che, come noto, rappresenta un asse viari di primaria importanza per il traffico veicolare della Regione Puglia, rappresentando il principale collegamento del Salento verso nord.

Prevede la realizzazione dello scatolare in cemento armato gettato in opera e successivamente spinto sotto la strada statale. La struttura monolitica da infiggere viene realizzate al di sopra di una platea di varo.

L’infissione avviene tramite martinetti che contrastano da un lato sulla struttura e dall’altro su una parete, detta muro reggispinta, che a sua volta scarica e ripartisce tale azione sul terreno retrostante.

Le fasi di realizzazione della spinta del monolite sono stare le seguenti:

  1. messa in opera dei dispositivi antinfortunistici;
  2. esecuzione del tagliente in acciaio e della feritoia per la fuoriuscita del lamierino sulla soletta del monolite;
  3. installazione attrezzature di spinta tra il monolite e la parete reggispinta:

– collegamento martinetti idraulici alla centrale oleodinamica situata nelle immediate vicinanze, controllando l’idoneo fissaggio delle condotte contenenti olio in pressione;

– posizionamento piastre/travi in acciaio per la ripartizione della spinta sulle strutture in calcestruzzo;

  1. sistemazione di coperchio sui martinetti per consentire il passaggio dei mezzi di scavo utilizzati per lo scavo del terreno all’interno del monolite. Il coperchio è posizionato sopra i martinetti perché questi ultimi non rimangano danneggiati dal passaggio dei mezzi meccanici che entrano ed escono dal monolite;
  2. fissaggio del lamierino anti trascinamento alla struttura fissa di ritegno;
  3. spinta di primo stacco del monolite per verifica di funzionamento dell’impianto e resistenza delle strutture in c.a.;
  4. definizione caposaldo;
  5. scavo dall’interno del monolite sul fronte di avanzamento eseguito con mezzi meccanici;
  6. spinta del monolite per 50 cm corrispondenti alla corsa dei martinetti che a fine spinta ritirano lo stelo;

10.inserimento travi in acciaio di spessoramento di idonea lunghezza tra la parete reggispinta ed i martinetti;

11.lubrificazione eseguita dall’interno e dall’esterno del monolite, tramite opportuni fori previsti in fase di costruzione, dell’estradosso della soletta superiore;

12.ripetizione delle fasi 8-9-10-11 fino alla progr. 5,00 m di avanzamento.

 

SS 16 Bari-Mola, C-Entra il futuro: “Avanti subito con il nuovo tracciato. Sicurezza e lavoro sono capisaldi”

SS 16 Bari-Mola, C-Entra il futuro: “Avanti subito con il nuovo tracciato. Sicurezza e lavoro sono capisaldi”
“Avanti subito con il nuovo tracciato della strada statale 16, nel tratto Bari-Mola. Sicurezza e lavoro sono i capisaldi dell’azione politica, e la soluzione progettuale proposta possiede questi requisiti e tiene in debito conto i valori ambientali”.
Lo dichiarano i Consiglieri regionali Fabiano Amati, Sergio Blasi, Napoleone Cera, Gianni Liviano, Donato Pentassuglia e Ruggiero Mennea.
“Il nuovo tracciato della strada statale 16, nel tratto Bari-Mola, è un progetto già finanziato, ha valore regionale e non può essere valutato sulla base di istanze meramente locali.
Incidendo sulla spina dorsale della rete viaria pugliese, rappresenta il modo migliore di corrispondere alle necessità di sicurezza, in termini di tutela della vita umana, e lavoro, sia per quanto attiene alla fase di cantiere che per la crescita dei vari contesti produttivi. È insomma un intervento d’infrastrutturazione da cui deriva il più auspicato esito, cioè quello della civiltà che viene a trovarci – spiegano i sei Consiglieri-. Siamo ovviamente impegnati, come tutti, nel richiedere le migliori compatibilità del progetto con i beni ambientali e paesaggistici, e in questo senso riteniamo meritevoli della giusta attenzione tutti i rilievi delle amministrazioni locali direttamente interessate, all’unica condizione che non trascendano mai in veti ingiustificati. In questo senso ci pare che l’esperienza e la professionalità Anas possano essere considerate una garanzia”.
“Riteniamo inoltre meritevole di attenzione il fatto che alla dismissione dell’attuale tracciato potranno conseguire il risanamento e la valorizzazione a fini turistici di tutta l’area interessata. Per questo motivo – concludono -, approviamo l’attività dell’assessore Giannini e della Giunta regionale, e invitiamo tutti i colleghi consiglieri e i sindaci pugliesi, in particolare quelli del litorale Adriatico, a sostenere l’importante iniziativa progettuale”.

Autonomia, C-Entra il futuro: “La maggiore autonomia delle regioni equivale a più contenzioso, ritardi e burocrazia mitomane. Ecco i numeri: alla faccia della crescita”

Autonomia, C-Entra il futuro: “La maggiore autonomia delle regioni equivale a più contenzioso, ritardi e burocrazia mitomane. Ecco i numeri: alla faccia della crescita”
La maggiore autonomia delle regioni è una concessione al contenzioso, ai ritardi e alla vittoria finale della burocrazia mitomane. Basti pensare che negli ultimi 18 anni ci sono stati 1804 liti tra Stato e regioni, di cui 111 in Puglia. E di queste la metà si sono concluse con la dichiarazione d’illegittimità costituzionale. E tutto questo alla faccia della crescita, che per avverarsi ha bisogno di meno autonomia e più libertà da un labirinto di regole prodotte da più autorità e sulle stesse materie”.
Lo dichiarano i Consiglieri regionali Fabiano Amati, Sergio Blasi, Napoleone Cera, Gianni Liviano, Donato Pentassuglia e Ruggiero Mennea, commentando i dati 2001-2018 sui contenziosi davanti alla Corte costituzionale sulle competenze tra Stato e regioni, pubblicati oggi dal quotidiano «Il Sole 24 ore».
A parte la questione dei soldi sottratti alle regioni meridionali, la maggiore autonomia delle regioni susciterà un’ovvia impennata del contenzioso costituzionale. Già con l’attuale ordinamento il numero complessivo dei ricorsi negli anni 2001-2018 è stato pari a 1804, di cui 1131 conclusi con dichiarazione d’illegittimità costituzionale. E, quanto alla Puglia, il numero complessivo dei contenziosi nello stesso periodo è stato pari a 111, di cui 64 conclusi con dichiarazione d’illegittimità costituzionale” – spiegano i sei Consiglieri.
“Per dato d’esperienza – concludono –, si può dire che l’incertezza normativa derivante dai contenziosi determina un maggiore attendismo della burocrazia nell’assunzione della decisione, anche quando la singola norma impugnata non riguarda il caso concreto. È tutto ciò porta come conseguenza clamorosi ritardi da burocrazia mitomane, cioè da quel senso di potenza che non riesce a vedere l’uomo celato dietro un’istanza, con le sue aspettative e i suoi dolori, ma solo carte e puntigli per decidere, portando al minimo la responsabilità”.

Autonomia del nord, C-Entra il futuro: “Il PD non può accettare il negoziato su autonomia lombardo-veneta; un male per il sud e pure per il nord”

Autonomia del nord, C-Entra il futuro: “Il PD non può accettare il negoziato su autonomia lombardo-veneta; un male per il sud e pure per il nord”

Avrà la nostra ostilità qualsiasi governo che dovesse portare avanti il progetto autonomista lombardo-veneto, cioè quello che si presta a fare del male al sud e pure al nord, rendendolo meridione dell’Europa. Diffidiamo pertanto i nostri partiti, in particolare il PD, dall’accettare il negoziato su questo punto e invitiamo i parlamentari pugliesi a far sentire la propria voce”.

Lo dichiarano i Consiglieri regionali Fabiano Amati, Sergio Blasi, Napoleone Cera, Gianni Liviano, Donato Pentassuglia e Ruggiero Mennea.

“Tra i dieci punti indicati dal Movimento 5 Stelle per trattare sul programma del nuovo governo, c’è il rilancio del progetto autonomista proposto dalle regioni Lombardia e Veneto. Poiché su questi punti si svilupperà il confronto tra i partiti, compreso il PD, facciamo presente a chi non l’avesse ancora compreso che il progetto lombardo-veneto non consiste in una semplificazione amministrativa e quindi in una sfida a migliorarsi. Si tratta, invece, di un’iniziativa fondata sui soldi, cioè sul gettito fiscale da trattenere nelle regioni, che in materia di Iva sanitaria comporterebbe, per esempio, un probabile guadagno per il fondo sanitario veneto pari a 442 milioni e una probabile perdita per il fondo sanitario pugliese pari a 682 milioni”.

“A questo scenario – proseguono i sei Consiglieri –, si aggiunga che la prova scellerata dell’autonomia l’abbiamo già avuta con l’ultimo decreto semplificazioni, votato pure dai parlamentari pugliesi di maggioranza, che ha conferito alle regioni del nord le centrali idroelettriche, consentendo un guadagno sulla bolletta elettrica pari ad € 257 milioni, così distribuiti: 1.390 miliardi wattora di energia gratuita, per un valore di 201 milioni di euro; 20 euro per ogni kW a titolo di canoni aggiuntivi per concessioni scadute, per un valore di 30 milioni di euro; maggiorazione dei canoni per 26 milioni di euro. È inutile dire che in quella sede a nessun parlamentare, pure di opposizione, venne in mente di chiedere il medesimo trattamento per le regioni del sud, e circa la Puglia a valere sulla centrale termoelettrica di Brindisi e sulla più che abbondante produzione elettrica da fonti rinnovabili”.
“A ciò si aggiunga che questo progetto è pure malizioso e apre scenari inquietanti sugli sprechi regionali e la spesa pubblica, perché le regioni Lombardia e Veneto si limitano a chiedere le maggiori competenze e non il correlativo potere di tassare per farvi fronte. Troppo comodo, verrebbe da dire: lo Stato nazionale tassa e le regioni spendono”.

“Ma lo sanno i Presidenti delle regioni Lombardia e Veneto che se puoi spendere senza avere la responsabilità di tassare, finisce che le risorse vengono sprecate e buttate? E lo sanno che così facendo rischiano di determinare la meridionalizzazione delle regioni del nord, in un mondo in cui servono, invece, minori autonomie e maggiori libertà? Ecco, queste sono le cose su cui bisogna riflettere prima di mettere la firma su qualsiasi programma di governo” – concludono.