Consorzi di bonifica, Amati: “Se eletto, PdL per sopprimerli e vediamo se governo Meloni impugna. Chi ci sta?”

Comunicato stampa del Consigliere e Assessore regionale Fabiano Amati.

“I Consorzi di bonifica, nati nel 1933, sono diventati carrozzoni inutili e costosi, perciò devono essere soppressi. Ma visto che il Parlamento nazionale non lo fa, possiamo provare a farlo noi, mettendo alla prova il Governo nazionale su un eventuale ricorso e così aspettare una volta per tutte la relativa sentenza della Corte costituzionale, a chiarimento definitivo. E per realizzare questo obiettivo presenterò, se eletto, una proposta di legge, sperando nella sottoscrizione di tutti i colleghi. Nessuna strada alternativa è percorribile, se non mettendo a carico delle tasche dei pugliesi, magari con aumento delle tasse, il gettito del tributo 630. Il tributo 630 è infatti previsto da una legge statale e non può essere sospeso o soppresso con una legge regionale; se lo si facesse, il relativo gettito dovrebbe essere coperto con il bilancio regionale, cioè con le nostre tasse, perché – tra l’altro – alla sospensione del tributo non corrisponderebbe la sospensione dei dipendenti dei Consorzi e quindi dell’obbligo di pagargli gli stipendi.

Se si provasse a sopprimere invece i Consorzi, anacronistici carrozzoni, si eliminerebbe pure il tributo, attendendo la mossa del Governo nazionale, sicché se dovesse impugnare la legge potremmo finalmente sentire la Corte costituzionale sulla legittimità o meno di un’iniziativa legislativa regionale di soppressione dei Consorzi. Non capisco, tra l’altro, l’opinione rumorosa di chi vorrebbe sospendere il tributo, caricando sulle tasse dei pugliesi il gettito, ma mantenere in vita questi inutili carrozzoni. Inutili perché non siamo più nell’Italia del 1933, quando furono istituiti, e oggi abbiamo i seguenti dati di realtà, non revocabili con iniziative illusorie: non abbiamo più terreni da bonificare; l’acqua deve necessariamente essere gestita da un unico soggetto per i diversi usi, così come prevede la normativa europea, mantenendo sotto controllo l’efficienza dei sistemi idraulici e i consumi; le attività per contrastare il dissesto idrogeologico devono essere finanziate dalla fiscalità generale, con una struttura di missione adibita ad attuarle.

Non si possono più tollerare enti che servono solo a dare poltrone e con una missione che non esiste più. A meno che non si dica che si vogliono tenere in piedi dei poltronifici senza poi dover pagare chi si siede su quelle poltrone. Ma questa non è una soluzione possibile né razionale, poiché nessun pasto è gratis e non possiamo far pagare ai cittadini posti di potere che non servono agli agricoltori veri, ma solo a chi, nel nome dell’agricoltura, ha trovato un modo alternativo di fare politica.”

Intelligenza artificiale, intervista a Radio Radicale per “Puntini sull’AI”.

Intelligenza artificiale… oggi sono stato intervistato da Marco Cerrone su Radio Radicale per “Puntini sull’AI”.

Abbiamo parlato di intelligenza artificiale e di come la Puglia stia diventando laboratorio nazionale: dal progetto LLaMAntino alla legge regionale sull’IA, fino alle applicazioni nella Pubblica Amministrazione per capire perché la dimensione linguistica dell’IA è anche una questione democratica: trasparenza, controllo pubblico, qualità dei servizi.

Al centro la L.R. 4/2025 su innovazione e IA, il caso d’uso del chatbot BiT Puglia per il bollo auto, le opportunità e i rischi nella sanità e negli appalti pubblici, fino al mosaico normativo europeo – nazionale – regionale.

Puoi rivedere e riascoltare la puntata qui https://www.radioradicale.it/scheda/769688

Piattaforma podcast qui https://bit.ly/puntini-sull-ai

Genoma Puglia, la “rivoluzione” da divulgare. Il depliant informativo

Divulgate la “rivoluzione” pugliese… serve a salvare la vita al 100% dei bambini e a informare tutti quelli che stanno per diventare mamme e papà.

È partita la campagna informativa per far conoscere a tutti i genitori il nuovo screening genomico neonatale, gratuito e volontario: il programma Genoma-Puglia.
È una campagna informativa per portare al 100 % dei neonati il beneficio della conoscenza anticipata, della cura, della salute e della vita.
Con due gocce di sangue dal tallone del neonato è possibile analizzare oltre 407 geni e identificare fino a 500 malattie rare, consentendo diagnosi precoci e percorsi di cura tempestivi.
Lo screening non è obbligatorio e non sostituisce gli altri esami neonatali già previsti.
È attivo in tutte le neonatologie della Regione Puglia, con analisi presso la Genetica Medica dell’Ospedale Di Venere di Bari.
Obiettivo della campagna: informare, spiegare e offrire alle famiglie tutti gli strumenti per una scelta consapevole.

Svoglia il depliant qui e, mi raccomando, divulga, divulga, divulga il depliant 

Epatite C. Amati, Campo, Paolicelli, Pentassuglia, Di Bari: “PDL per istituire l’obbligo di proporre il test, curare e per risparmiare vite umane per tutti i nati fino al 1990. Subito in Aula”

Comunicato dei consiglieri regionali Fabiano Amati, Paolo Campo, Francesco Paolicelli, Donato Pentassuglia e Grazia Di Bari.

“Abbiamo depositato oggi una proposta di legge per introdurre l’obbligo di proporre il test anti epatite C a tutti i nati in data non successiva al 1° gennaio 1990.
“Si tratta di un test salvavita, poiché la conoscenza della malattia, in periodo silente e asintomatico, aiuta a somministrare le cure e a evitare di accorgersene quando è ormai troppo tardi e gli effetti degenerativi di tipo tumorale sono già ampiamente avviati.
E tutto questo in conformità con gli obiettivi delle Nazioni Unite e dell’Agenda 2030 per curare dal virus e debellarlo entro il 2030.
È una nuova sfida di salute pubblica che possiamo vincere, disponendo già oggi di strumenti diagnostici e terapeutici efficaci.
“Il testo della proposta prevede che tutti i centri di prelievo e i laboratori di analisi, pubblici e privati convenzionati, siano obbligati a proporre il test per la ricerca degli anticorpi anti-HCV a ogni cittadino residente in Puglia nato prima del 1990, in occasione di qualsiasi esame del sangue o attività clinica utile alla diagnosi.
“Non si tratta di obbligare, ma di proporre e far conoscere una modalità di approccio alla diagnostica in grado di salvare la vita. È quella che in gergo si chiama spinta gentile (nudge), una proposta che può essere rifiutata, ma che segna un cambio di passo nella prevenzione. Ogni rifiuto e ogni esito saranno registrati nel database delle ASL, così da non ripetere inutilmente gli inviti e costruire una strategia informativa efficace e personalizzata.
“Un’attività che non richiede risorse in più rispetto a quelle che già sono messe a disposizione per la diagnosi dell’epatite C, ma esige solo organizzazione, responsabilità e volontà politica per mettere fine a una malattia che ha causato e continua a causare troppe morti evitabili.
“Abbiamo il dovere di non lasciare che le terapie disponibili rimangano nei cassetti. Prevenzione e diagnosi precoce salvano la vita, e con questa legge vogliamo rendere la Puglia la prima Regione italiana a muoversi con decisione in questa direzione. Speriamo solo che l’Aula possa occuparsene al più presto, anche in forma di emendamento a qualche altra PDL già iscritta all’ordine del giorno.”

Nel codice la vita. Il genoma come nuova Costituzione del diritto alla salute.

Come può la diagnosi precoce diventare un fondamento della democrazia?

Cosa accade a uno Stato che arriva tardi nel riconoscere la sofferenza?

Dalla Puglia un caso concreto di giustizia predittiva: il Progetto Genoma, la legge sulla SMA, lo screening metabolico super esteso, la diagnosi molecolare per la SLA.

Il mio saggio pubblicato sulla rivista scientifica Judicium – Il processo civile in Italia e in Europa che intreccia scienza, diritto e politica: “Nel codice la vita. Scienze omiche e giustizia: una bio-costituzione della diagnosi precoce. Il caso Puglia”

Scaricalo e leggi come la conoscenza anticipata può cambiare la storia di una vita.

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Siccità, Amati: “Acqua affinata come rimedio. I 7 casi pugliesi, il primato del lago di Fasano-Forcatella e la virtù della provincia di Brindisi. Ma deve diventare la regola. Bene Pentassuglia”

Comunicato stampa del consigliere e assessore regionale al Bilancio Fabiano Amati.

“Che si fa con l’acqua di fogna? In alcuni casi virtuosi si riutilizza, ma sarebbe bello se la si utilizzasse tutta come regola e non come virtuose eccezioni. Infatti, abbiamo solo 7 impianti in funzione per l’affinamento, ma anche in questi casi sprechiamo il 75% dell’acqua affinata perché la rete di distribuzione è insufficiente. E il tutto accade mentre si prosciugano le falde, mettendo a rischio il nostro futuro idrico.
Questo e altro suggerito dai numeri riportati dal “Piano di emergenza per il superamento della crisi idrica 2025” redatto dalla Sezione Risorse Idriche e dal Dipartimento Agricoltura, Sviluppo Rurale e Ambientale della Regione Puglia, che permettono un’analisi del livello delle risorse disponibili, dei rischi per l’approvvigionamento e delle azioni necessarie per affrontare l’emergenza.
Ad oggi in Puglia sono in funzione 7 impianti; nel 2023 hanno affinato complessivamente 3,9 milioni di metri cubi di acqua, ma solo 1,1 milioni sono stati effettivamente usati in agricoltura. A distinguersi come modelli virtuosi sono il programma avanguardista del lago di Fasano-Forcatella e gli impianti di Gallipoli, Ostuni, Acquaviva delle Fonti, Castellana Grotte, San Pancrazio Salentino e Corsano.
E nel dettaglio, ecco la classifica su affinamento e riutilizzo: Fasano 3.115.640 metri cubi affinati, 1.298.183 metri cubi utilizzati; Gallipoli 2.611.210 metri cubi affinati, 1.088.004 metri cubi utilizzati; Ostuni 1.565.850 metri cubi affinati, 652.438 metri cubi utilizzati; Acquaviva delle Fonti 1.474.860 metri cubi affinati, 614.417 metri cubi utilizzati; Castellana Grotte 725.255 metri cubi affinati, 302.190 metri cubi utilizzati; San Pancrazio Salentino 604.440 metri cubi affinati, 251.850 metri cubi utilizzati; Corsano 485.085 metri cubi affinati, 202.119 metri cubi utilizzati.
La Regione Puglia negli anni ha investito molto per potenziare gli impianti di affinamento, infatti nel 2025 altri 6 depuratori entreranno in esercizio a Trinitapoli, San Ferdinando di Puglia, Zapponeta, San Severo, Martina Franca e Pulsano.
Se il sistema attuale può garantire fino a 10,5 milioni di metri cubi di acqua affinata all’anno e 4,4 milioni di metri cubi durante i 5 mesi irrigui (maggio-settembre), questi nuovi impianti aggiungeranno una capacità di circa 8,5 milioni di metri cubi annui e 3,5 milioni di metri cubi per la stagione irrigua di 5 mesi, contribuendo significativamente alla riduzione della pressione sulle falde.
Ora bisogna migliorare e ampliare le reti irrigue, le infrastrutture di distribuzione, applicare il Regolamento Regionale n. 8/2012, che disciplina il riuso delle acque reflue in agricoltura e completare i Piani di Gestione del Rischio (PdGR) necessari per l’attivazione delle autorizzazioni previste dal Decreto Siccità (DL 39/2023).
Ringrazio per questo il collega e assessore regionale all’Agricoltura Donato Pentassuglia al lavoro su questa visione condivisa che ci permetterà di costruire un sistema più sostenibile per contrastare la siccità.”

Giornata malattie rare, Amati: “Grazie a pdl Losacco e Lorenzin (PD), il progetto Genoma-Puglia potrà essere esteso all’Italia. Sono gli effetti veri della comune militanza politica”

“Il progetto Genoma-Puglia è stato d’ispirazione per la proposta di legge presentata oggi al Senato dai senatori del Partito Democratico Alberto Losacco e Beatrice Lorenzin. Salvare la vita ai bambini italiani e non solo a quelli pugliesi, sono i veri effetti di una comune e rinnovata militanza politica. Spero che altri parlamentari aggiungeranno la propria firma e il proprio sostegno alla proposta di legge e che il Governo nazionale assecondi l’idea e la sua urgenza”.

Lo dichiara l’assessore regionale Fabiano Amati, commentando il deposito della proposta di legge proposta dai senatori Alberto Losacco e Beatrice Lorenzin, sugli accertamenti diagnostici neonatali per prevenire e curare le malattie rare su base genetica e a esordio precoce.

“L’esperienza pugliese, che la pdl nazionale valorizza, serve a diagnosticare precocemente oltre 490 malattie genetiche, analizzando un pannello di 407 geni. Il pannello di geni analizzati è in Puglia limitato a 407 per motivi etici: sequenziare un pannello maggiore, o addirittura l’intero genoma, comporterebbe l’eventualità di riscontrare mutazioni per le quali non esistono terapie o protocolli di ricerca.
Dopo una prima fase svoltasi nel 2024, allo stato il programma pugliese prevede l’erogazione a carico della sanità pubblica a tutti i neonati; il programma non ha pari al mondo o almeno non risultano di uguali, almeno con riferimento al servizio pubblico.
Il progetto, ovvero la sua strutturazione in via ordinaria (come accadrà dal prossimo 1° aprile), serve a identificare patologie gravi ma trattabili, prevenire complicazioni grazie a diagnosi precoci, fornire informazioni utili per percorsi terapeutici-assistenziali personalizzati.
La prima fase del 2024 è stata caratterizzata da un progetto di ricerca, assegnato al Laboratorio di Genetica medica del Di Venere, diretto da Mattia Gentile. La seconda fase strutturale sarà sempre gestita dal laboratorio del Di Venere.
Dal 1° aprile prossimo il progetto si evolverà e sarà messo a disposizione (grazie al finanziamento di 5 milioni di euro stanziati con il bilancio regionale per il 2025) di tutti i neonati pugliesi e non più di una piccola selezione.
Ad oggi i risultati della prima fase di ricerca ha dato esiti importantissimi sulla diagnosi precoce e sulle relative prese in carico e cura. Eccoli.
Il Progetto di ricerca entrò in fase esecutiva il 18 Giugno 2024 con uno specifico cartoncino inviato a 9 Neonatologie (quelle con più alto numero di parti) con terapia intensiva neonatale.
L’adesione è stata massiccia con oltre l’80% delle coppie che hanno aderito allo screening. Alla data del 30 ottobre 2024 erano stati raccolti 4.200 cartoncini (ben oltre dunque i 3.000 cartoncini previsti dal progetto di ricerca e distribuiti in due annualità) e quindi l’obiettivo del progetto si concluse in termini di raccolta in soli quattro mesi e mezzo rispetto ai due anni previsti inizialmente.
Nel frattempo è stata potenziata la dotazione strumentale e si conta di azzerare in tempi brevissimi la prima fase del programma, per poi partire (dal 1° aprile) senza arretrati per la fase strutturale.

  • Alla data del 3 gennaio scorso, la situazione del sequenziamento dei cartoncini e dell’analisi era la seguente:
    n. casi sequenziati 3.000 (il 71,48%), ne restano da sequenziare 1.200 (il 28,57%);
    n. casi analizzati 2.200 (il 52,38%), ne restano da analizzare 2.000 (il 47,61%);
    n. Carrier (portatori sani di varianti P/LP in CFTR, GJB2, HBB) 140 (CFTR), 70 (GJB2), 45 (HBB) = 255 (11,59% su 2.200)
    n. casi patologici 70 (il 3.1% su 2.200), così distribuiti:
    Gruppo di malattie N Mutazioni generiche
    Metaboliche 18 (25,71%) PHKA2, PAH (4), LDLR (8), BCKDHA, GALT, MMACHC, BTD (2)
    Endocrine 2 (2,85 %) GCK
    Ematologiche 38 (54,28%) F8 (2), FANCG, G6PD (35)
    Cardiovascolari 5 (7.14%) SCN5A (3), KCNQ1, RYR2
    Neuromusculari 2 (2,85%) RYR1 (2)
    Diversi 5 (7.14%) CFTR, BRCA2 (2), RET, CUBN.

Va detto che ci sono alcuni casi refertati di cui non abbiamo ancora segregazione o riscontro (ad es. BCKDHA, MMACHC, GALT), altri per i quali abbiamo avuto riscontro dallo screening metabolico (casi PKU e BTD) e che ci sono invece alcuni casi che non sono stati inseriti perchè in valutazione (tra cui un GCK)”.

Proposta di legge sul fine vita TESTO INTEGRALE

In Puglia siamo stati i primi a presentare un testo (nel 2022) ed è all’ordine del giorno del Consiglio regionale da 35 sedute, ininterrottamente.

QUI IL TESTO INTEGRALE  PDL FINE VITA PUGLIA Pdf 

I motivi della mancata approvazione sono due: c’è chi dice “serve una legge nazionale”; il che sarebbe auspicabile ma non è ostativo alle leggi regionali, considerato che ogni giorno d’attesa condanna un uomo a non avvalersene e a soffrire per dolore e dignità perduta; c’è chi dice “la vita è sacra”; dimenticando però gli insegnamenti del cardinale Carlo Maria Martini e di Jurgen Moltman, teologo della speranza, quello de “Nella fine, l’inizio”.

In attesa del Parlamento, la legge regionale sul fine vita è necessaria, perché la sentenza additiva della Corte costituzionale del 2019 rende obbligatoria la prestazione a carico del servizio sanitario regionale.

Non farlo equivale a “violare” la legge.

Ecco il cronoprogramma per aprire i nuovi ospedali

Potenziare l’offerta sanitaria di tipo territoriale e offrire servizi adeguati alle malattie tempo dipendenti. Avranno questo obiettivo i nuovi cinque ospedali che a stretto giro saranno consegnati ai pugliesi.
Come assessore al Bilancio, e prima ancora da presidente della I commissione, Fabiano Amati, scadenze e conti alla mano, prosegue il lavoro di monitoraggio sui cantieri in corso.

Occhi puntati in particolare sull’ospedale Monopoli-Fasano ormai prossimo al taglio del nastro:

«Dal 20 luglio 2025 – ha spiegato Amati – ogni giorno sarà quel- lo buono per inaugurare il nuovo ospedale. L’inaugurazione, ovviamente, è il punto di partenza di un processo di trasferimento dal vecchio ospedale San Giacomo al nuovo ospedale, che culminerà nella piena attivazione prevista per la fine di ottobre del 2025.

Nei prossimi giorni svolgeremo un’ulteriore riunione con l’assessore regionale ai Trasporti e i sindaci dei comuni maggiormente interessati alle prestazioni del nuovo ospedale (Monopoli, Fasano, Cisternino, Locorotondo, Alberobello e Polignano a Mare), così da organizzare il servizio di trasporto pubblico verso il nuovo ospedale».

Prossimo all’apertura anche il nuovo ospedale di Taranto:

«I lavori sono al novanta per cento -ha evidenziato l’assessore. Le gare di appalto per l’acquisto di arredi e attrezzature risultano in stato avanzato. Nei prossimi giorni stabiliremo un crono- programma.

Il nuovo ospedale nel capoluogo jonico è un segmento rilevantissimo dell’assistenza ospedaliera regionale, non solo di quella di Taranto e della sua provincia».

Agonia finita per il nuovo ospedale del Nord Barese: nei mesi scorsi prima il piano clinico gestionale troppo oneroso poi alcuni problemi sul piano clinico gestionale, hanno arrestato una corsa ripartita qualche giorno fa. Si sta infatti procedendo spediti sulla progettazione. Successivamente, si procederà all’elaborazione del piano di fattibilità tecnico economica da consegnare entro marzo 2025.

Anche per l’ospedale di Andria è stato confermato il rispetto del cronoprogramma tracciato a luglio scorso. Entro gennaio 2025 ci sarà il nuovo progetto definitivo. Saranno poi necessari quattro mesi per il progetto esecutivo. Passando dalla verifica e dalla validazione, presumibilmente entro maggio 2025, a settembre prossimo potrebbe essere bandita la gara.
Infine, per quanto riguarda l’ospedale salentino di Maglie-Melpignano Amati spiega:

«Il nuovo quadro economico dovrà conseguire i maggiori risparmi possibili. La consegna del progetto, così ridefinito, consentirà alla Regione di ricandidare l’opera a nuovo finanziamento, dopo che per notevoli ritardi, è decaduto il vecchio finanziamento per le scadenze previste dall’accordo di programma».

Ora quindi per l’assessore parte la corsa contro il tempo:

«La Puglia ha un estremo bisogno di nuove strutture ospedaliere per essere all’altezza dei tempi dal punto di vista tecnologico e strutturale, anche per rendere disponibili le vecchie strutture ospedaliere per il potenziamento dell’offerta sanitaria di tipo territoriale, rappresentata da Presidi Territoriali d’Assistenza e Ospedali di comunità.  La vicenda dei nuovi ospedali è uno dei fatti più rilevanti della mia attività di amministratore pubblico, soprattutto per le zone della regione, come quella tra Bari e Brindisi, che non hanno mai avuto ospedali per la cura delle malattie tempo dipendenti. E’ il momento quindi di costruire un nuovo modello sanitario attraverso una moderna edilizia. D’altronde è la più grande soddisfazione per un amministratore: costruire realtà che durino nel tempo».

Consiglio del 7 maggio, Azione: “È urgentissimo. PDL su SLA, bronchiolite, papilloma e Centro risvegli. L’onestà è nella capacità di fare le cose”

“Avendone il diritto, abbiamo chiesto l’iscrizione obbligatoria all’ordine del giorno del Consiglio regionale del prossimo 7 maggio, delle proposte di legge sulla SLA, sulla bronchiolite e papilloma virus e sul Centro risvegli di Ceglie Messapica. Tra proposte di legge la cui approvazione è urgentissima e riguarda non la vita politica ma la vita reale delle persone. L’onestà consiste nella capacità di fare le cose presto e bene, non è nelle etichette o in una fortunata campagna di comunicazione.”

Lo dichiarano i Consiglieri regionali Fabiano Amati, Sergio Clemente e Ruggiero Mennea. 

PDL su SLA (è stata sottoscritta anche dai colleghi Leo, Tammacco e Vizzino).
La proposta riguarda la Sclerosi laterale amiotrofica – SLA e in particolare i test genetici, al fine di meglio precisare la diagnosi di malattia e conseguire maggiore efficacia terapeutica (accogliendo le novità farmacologiche più avanzate già a disposizione e quelle – speriamo – di prossima disponibilità) per i casi con causa genetica e ridurre la spesa per mobilità passiva anche per gli esami diagnostici (attualmente e inspiegabilmente rivolta presso strutture extraregionali). In questo senso, si chiede d’istituire l’obbligo della prescrizione di test genetico, salvo espressa rinuncia della persona interessata o di chi ne abbia la facoltà legale, per individuare eventuali mutazioni dei geni SOD1, FUS, C9ORF e TDP43, ovvero di ulteriori geni individuati nel corso degli anni successivi e sulla base di nuove e ulteriori innovazioni scientifiche e tecnologiche.
La proposta di legge provvede a istituire, inoltre, la Consulenza genetica SLA (CGSLA), al fine di diagnosticare con maggiore precocità e tempestività le forme genetiche di Sclerosi laterale amiotrofica.
La CGSLA sarà assicurata a tutte le persone affette e a quelle con rischio di predisposizione accertata su base familiare, allo scopo di programmare eventuali iniziative di sorveglianza diagnostica, nel rispetto delle linee guida nazionali e internazionali.
I requisiti d’accesso e le modalità di erogazione della CGSLA, comprese la presa in carico, le misure di sorveglianza diagnostica e relativa periodicità, tra esse le verifiche sulla maggiore concentrazione di subunità di neurofilamenti nel liquor o nel sistema circolatorio, ovvero altre e ulteriori analisi su biomarcatori comunque denominati, saranno stabiliti con delibera del Direttore generale dell’Agenzia regionale per la salute e il sociale della Puglia- AReSS, sentiti gli specialisti dei Centri di riferimento per la SLA individuati dalla Regione nella rete per le malattie rare, qualificati nell’assicurare il percorso di presa in carico dei pazienti e la prescrizione dei relativi test genetici. In particolare, tra tali Centri sarà individuato dalla stessa AReSS il Centro con funzione di coordinamento, per esperienze e maggiore casistica trattata, delle attività e i relativi protocolli e assumere il ruolo di referente nell’istituzione e nella gestione del Registro regionale delle malattie neurodegenerative (non solo SLA), da istituirsi con l’approvazione della stessa proposta di legge. La CGSLA, l’eventuale test genetico e la sorveglianza diagnostica, saranno ovviamente gratuiti.
La proposta di legge provvede, infine, a istituire il Registro regionale malattie neurodegenerative (Registro), utilissimo per meglio gestire l’epidemiologia e le attività di ricerca.
Il Registro raccoglierà i dati anagrafici, genetici e clinici, compresi i percorsi diagnostici e terapeutici, dei pazienti affetti da malattie neurodegenerative, per finalità epidemiologiche e di ricerca, così da ottenere una più adeguata conoscenze delle diverse malattie e contribuire ad accelerare lo sviluppo di terapie e trattamenti innovativi.
Il Registro sarà compilato, gestito e aggiornato, nell’osservanza di tutte le leggi statali in materia di protezione dei dati sensibili, dall’Agenzia regionale per la salute e il sociale della Puglia- AReSS.
In termini transitori, la proposta di legge prescrive il test genetico a tutti i pazienti con diagnosi già acclarata alla data dell’entrata in vigore della legge e per i quali non è stata disposta l’indagine genetica.


PDL su PAPILLOMA VIRUS E BRONCHIOLITE

(è stata sottoscritta anche dai colleghi Leo, Lopalco, Tammacco e Vizzino
La proposta di legge riguarda misure per conseguire l’aumento della copertura della vaccinazione anti Papilloma virus umano (HPV) e la prevenzione delle infezioni da Virus respiratorio sinciziale nel neonato (VRS – bronchiolite).
Nello specifico.


Vaccinazione anti-HPV.
Si tratta di una strategia per rendere la rete informativa a maglie strettissime, cosi da ridurre i non vaccinati alla sola percentuale di ragazzi e famiglie che scelgono il rifiuto in piena consapevolezza.
Per rendere dunque capillare il dovere d’informazione a carico delle autorità sanitarie e scolastiche sull’utilità della vaccinazione anti papilloma virus umano, così da debellare le infezioni e prevenire le relative conseguenze cancerose, nell’esclusivo interesse dei giovani pugliesi a una vita di relazione quanto più libera e affidabile, si stabilisce che l’iscrizione ai percorsi d’istruzione previsti nella fascia d’età 11-25 anni, compreso quello universitario, è subordinata alla presentazione di documentazione, già in possesso degli interessati, in grado di certificare l’avvenuta vaccinazione anti-HPV (quindi nessun aggravio per le strutture di certificazione), ovvero un certificato rilasciato dai centri vaccinali delle ASL di riferimento, attestante – a scelta degli interessati – la somministrazione, l’avvio del programma di somministrazione oppure il rifiuto alla somministrazione del vaccino. Non è dunque previsto un obbligo vaccinale, ovviamente, ma l’attestazione di una scelta, finalizzata solo ed esclusivamente al diritto di essere informati dei ragazzi. Quale ulteriore prova che si tratti del diritto dei ragazzi (e famiglie) a essere informati, vi è l’ulteriore previsione di un’attestazione – alternativa alle prime tre ipotesi (somministrazione/avvio programma di somministrazione/rifiuto della somministrazione) – limitata al mero riferimento sull’’avvenuto espletamento del colloquio informativo sui benefici della vaccinazione, senza dunque dover costringere gli interessati a prendere implicitamente posizione.
I dati raccolti nell’applicazione della disposizione come riferita, rientreranno nella gamma dei dati sensibili in materia di salute e perciò dovranno essere protetti con le garanzie e le tutele previste dalla legge.


Prevenzione delle malattie da VRS – bronchiolite.
Si tratta della proposta di rendere disponibile un’efficace strategia di prevenzione delle malattie causate dal Virus respiratorio sinciziale (VRS) nei bambini, attraverso la somministrazione degli anticorpi monoclonali umani approvati dalle autorità regolatorie.
La somministrazione sarà effettuata: in ambito ospedaliero, prima delle dimissioni dal reparto di maternità, per tutti i bambini nati nel periodo epidemico ottobre-marzo; a cura dei servizi territoriali, possibilmente nel mese di ottobre e comunque prima della conclusione del periodo epidemico, per i bambini nati nel periodo aprile-settembre.
Le modalità di somministrazione, i dosaggi e la periodicità, saranno quelli stabiliti dai documenti approvati dalle autorità di regolazione e dalle linee guida più aggiornate.
La strategia preventiva andrà integrata e resa complementare ad altre modalità di prevenzione primaria qualora si rendessero disponibili.

CENTRO REGIONALE DI RIABILITAZIONE INTENSIVA(CENTRO RISVEGLI) DI CEGLIE MESSAPICA (è stata sottoscritta anche da” collega Vizzino)
L’alta specializzazione nella gestione pubblica, la valorizzazione del personale attualmente adibito, l’apertura al supporto delle altre aziende sanitarie o ospedaliere universitarie, l’accoglienza delle nuove tecnologie per allungare i periodi di presa in carico, la priorità nell’attribuzione dei posti letto e la rilevanza clinica e umana di questa struttura, potrebbero mettere a punto l’avvio di una stagione nuova, ove anche alla Puglia possa essere riconosciuto in pienezza il ruolo di regione all’avanguardia nell’obiettivo più alto e complicato del risveglio dalla condizione di stato vegetativo e coscienza meno che minima, così tragica ma altrettanto ricca di mistero scientifico e ragionevole speranza.
È questo il senso della proposta di legge per internalizzare il Centro neuromotulesi di Ceglie Messapica e l’istituzione del Centro regionale di riabilitazione intensiva.
Nel dettaglio.
L’articolo 1 istituisce il “Centro regionale pubblico di riabilitazione ospedaliera di Ceglie Messapica – CRRiPOCeM”  di proprietà e gestione interamente pubblica, incardinato nell’organizzazione funzionale della Azienda Sanitaria Locale di Brindisi, corredato da tutte le unità operative, relativi day hospital e per tutti i livelli, regimi e fasi delle attività riabilitative. Per il raggiungimento dello scopo l’Azienda Sanitaria Locale di Brindisi potrà avvalersi nella gestione sanitaria del CRRiPOCeM e previa sottoscrizione di protocollo d’intesa, di altre Aziende Ospedaliere Universitarie o Aziende Sanitarie Locali della Regione.
L’articolo 2 detta norme speciali di operatività per il raggiungimento o mantenimento dell’eccellenza riabilitativa, facendo in modo che la tenuta in carico del paziente avvenga per l’intero percorso riabilitativo, stabilito sulla base della normativa, le linee guida e relative prescrizioni cliniche di carattere soggettivo, anche utilizzando tecnologie di tele-monitoraggio, tele-medicina, robotica, intelligenza artificiale, ovvero tecnologie aventi il medesimo obiettivo.
L’art. 3 tratta norme transitorie e finale per meglio regolare tutte le attività di passaggio dall’attuale gestione a quella esclusivamente pubblica.”