Vaccinazione sanitari, Amati: “Decreto nazionale non sia meno severo della legge pugliese”

“Per far rispettare un obbligo servono sanzioni che abbiano una chiara finalità dissuasiva. Per questo auspichiamo che il decreto legge del Governo nazionale non contenga sanzioni meno dure della disciplina pugliese già vigente: un modello che andrebbe replicato su tutto il territorio nazionale e che vorremmo esporre ai ministri Cartabia, Speranza e Gelmini”.

Lo dichiarano l’onorevole Alberto Losacco e il consigliere regionale pugliese Fabiano Amati, quest’ultimo promotore della legge vigente in Puglia sull’obbligo degli operatori sanitari alla vaccinazione anti-Covid.

“In Puglia è già vigente una legge che prevede, a prescindere dall’eventuale intervento del Governo nazionale, pesanti sanzioni sugli operatori sanitari che rifiutano le vaccinazioni ordinarie e quella anti-Covid.
La legge pugliese, dichiarata costituzionale con sentenza n. 137 del 2019 – relatrice Marta Cartabia, stabilisce il trasferimento dei sanitari obiettori dai reparti a rischio, il procedimento disciplinare e la sanzione pecuniaria sino a 5.000 euro. E il tutto contemporaneamente e senza alcun margine di discrezionalità.
È altamente improbabile che si possa affermare l’efficacia della forte raccomandazione vaccinale anti-Covid, limitando l’apparato sanzionatorio al trasferimento dai reparti a rischio del sanitario obiettore, perché tale sanzione a ben vedersi potrebbe trasformarsi addirittura in un espediente per ottenere l’alleggerimento del carico di lavoro, cioè un comodo passaggio dalla corsia alla scrivania. A questo si aggiunga che detto trasferimento dai reparti a rischio aggraverebbe la difficoltà per le aziende sanitarie di formare i turni, al punto da determinare l’eventuale chiusura dei reparti. Un vero paradosso.
Per questi motivi la disposizione di profilassi, cioè il trasferimento dai reparti a rischio, non può essere disgiunta da un rigoroso procedimento disciplinare e da severissima pena pecuniaria, o comunque da un apparato sanzionatorio e dissuasivo non meno potente di quello contenuto nella legge pugliese vigente”.

Vaccinazione sanitari, Amati: “Applicare subito sanzioni previste da legge regionale per 400 a Brindisi e Lecce”

“Bene la linea dura annunciata dalle Asl di Brindisi e Lecce nei confronti dei circa 400 operatori sanitari che rifiutano la vaccinazione. Ma non basta. Ora bisogna irrogare le sanzioni previste dalla legge regionale, che si applicano a prescindere da un’eventuale legge statale, come peraltro sancito dalla Corte costituzionale con sentenza n. 137 del 2019, relatrice Marta Cartabia”.

Lo dichiara Fabiano Amati, presidente della Commissione regionale Bilancio e Programmazione della Puglia, nonché promotore della legge regionale sull’obbligo vaccinale approvata dal Consiglio regionale qualche settimana fa.

“La legge regionale – continua Amati – prevede un apparato sanzionatorio che non si limita solo ad allontanare l’operatore dai reparti a rischio, o ad aprire un procedimento disciplinare, ma anche (e soprattutto) una sanzione pecuniaria fino a 5 mila euro. Sanzione che deve essere immediatamente irrogata, per non rendere vano lo sforzo del legislatore regionale e per evitare che il solo allontanamento dai reparti a rischio possa essere considerato addirittura un premio, lasciando alle aziende sanitarie pure il problema di dover coprire i turni nella cronica carenza di personale. L’applicazione delle sanzioni – conclude – è inoltre un atto dovuto, senza alcuna discrezionalità, per cui l’eventuale omissione potrebbe integrare il reato di abuso d’ufficio”.

Furbetti e vaccini, Amati: “Ho diritto agli elenchi. Accolto reclamo”

“Gli uffici regionali devono consegnarmi gli elenchi dei vaccinati, al fine di controllare eventuali violazioni. L’ufficio di presidenza del Consiglio regionale ha accolto il mio reclamo”.

Lo comunica il Presidente della Commissione regionale Bilancio e Programmazione Fabiano Amati.

“Ringrazio la Presidente Loredana Capone e i componenti dell’Ufficio di Presidenza per l’approfondita e immediata risposta al mio reclamo.
Una volta ottenuti gli elenchi mi atterrò alla riservatezza, così come stabilito dalla decisione.
È davvero curioso dover innescare un meccanismo di ‘carte bollate’ nell’ambito della stessa amministrazione, i cui componenti dovrebbero in teoria collaborare per raggiungere meglio e più in fretta il medesimo obiettivo.
Lo ripeto ancora una volta. Se la decisione scientifica ha dato priorità vaccinale ad alcuni soggetti rispetto ad altri è normale che ognuno di noi debba impegnarsi per impedire distorsioni o violazioni di diritti o interessi legittimi.
La materia vaccinale, costituzionalmente orientata dagli articoli 32 e 2, così come detto ripetutamente dalla Corte costituzionale, è da ricondursi a un trattamento sanitario a valore collettivo, nel senso che la vaccinazione di tutti o di particolari categorie comporta la riduzione del rischio contagio su altre persone con cui si viene in contatto.
Da ciò deriva l’importanza di una verifica puntuale sull’andamento della campagna vaccinale e del suo valore pubblicistico”.

200 sanitari non vaccinati nell’Asl di Lecce, Amati: “Ricorrere subito alla sanzione pecuniaria, altrimenti è abuso d’ufficio”

“Pare che siano addirittura duecento gli operatori sanitari nell’Asl di Lecce, che hanno rifiutato di sottoporsi alla somministrazione del vaccino contro il Covid. Se i dirigenti responsabili dell’Asl leccese non li sanzionano con i provvedimenti previsti dalla legge regionale approvata dal Consiglio regionale da poco più di un mese, potrebbero essere accusati di abuso d’ufficio. La legge e il regolamento sono così precisi in proposito, che non residuano margini di discrezionalità”.

È quanto dichiara il presidente della Commissione bilancio e programmazione Fabiano Amati, promotore della legge sull’obbligo vaccinale anti-Covid a carico degli operatori sanitari.

“Non può esistere efficacia di un obbligo senza che vengano disposte le sanzioni. Ricordo inoltre, che in Puglia da qualche settimana è stato ampliato alla vaccinazione anti Covid, l’obbligo già introdotto nel 2018 per tutte le altre vaccinazioni. In più, l’operatore sanitario che si rifiuti di vaccinarsi è assoggettato al giudizio di inidoneità per i reparti a rischio, al procedimento disciplinare e alla sanzione pecuniaria fino a 5.000 euro. Dunque, per quanto possa essere inimmaginabile che un operatore sanitario invece di curare può essere causa di contagio, in questa circostanza è necessario intervenire pesantemente.
Di conseguenza non può essere consentito, da parte dell’autorità sanitaria, di concedere la libertà di decidere la sorte sanitaria degli altri e di ritrovarsi dinanzi a situazioni in cui, a causa di sanitari irresponsabili, interi reparti ospedalieri vengano chiusi per la presenza di focolai Covid”.

Amati: “Promulgata la legge regionale, il Piano casa è salvo”

“È stata promulgata poco fa la legge regionale che salva il Piano casa dall’impugnativa del Governo nazionale deliberata il 26 febbraio 2021, cioè un mese fa. Ora si attende, come formalizzato dai ministeri della cultura e degli affari regionali, il ritiro del ricorso”.

Lo comunica il Presidente della Commissione regionale Bilancio e programmazione Fabiano Amati.

“In data 26 febbraio 2021 il Governo nazionale impugnava l’art. 15 della legge regionale di bilancio per l’anno 2021, avente a oggetto la proroga del Piano casa a tutto il 2021.
Qualche giorno prima era stata avviata una proficua interlocuzione con i Ministri Franceschini e Gelmini, per il tramite dei deputati Alberto Losacco e Mauro D’Attis, conclusasi con l’impegno a proporre l’abrogazione della lettera c bis) dell’art. 6 comma 2 della legge sul Piano casa.
In virtù di tanto depositai la proposta di legge e con l’aiuto del mio capogruppo Filippo Caracciolo, della Presidente del Consiglio regionale Loredana Capone e di tutti i colleghi Consiglieri regionali fu approvata il 9 marzo scorso.
Nella nota di richiesta d’impugnativa il Ministero della cultura aveva formalmente puntualizzato ‘che, qualora la proposta di legge venga approvata dal Consiglio regionale, questo Ministero provvederà a richiedere la rinuncia all’impugnazione’.
La legge è stata dunque approvata e oggi promulgata, per cui si sono avverate tutte le condizioni per il ritiro del ricorso e per conseguire il salvataggio della legge sul Piano casa.
La legge sul Piano casa è un provvedimento di eco-edilizia, perché fa conseguire il risparmio di suolo, l’utilizzo di materiali per il risparmio energetico e la riqualificazione di aree degradate e abbandonate. Un provvedimento di salute economica di un importante comparto produttivo, cioè in grado di assicurare migliaia di piatti a tavola, e idoneo a ridurre i rischi di corruzione per l’assenza di attività discrezionale.
E come tutti i provvedimenti di vera cura ambientale e di legalità è purtroppo sottoposto alla dura critica dai narcisisti etici, come avrebbe detto il compianto Franco Cassano, cioè quelle persone che si attribuiscono arbitrariamente la facoltà di distinguere tra il bene e il male per pensare a rendere inaccessibile agli altri la loro condizione di garantiti e di agiatezza”.

Vaccinazioni operatori sanitari, Amati: “Bene Asl Br, non applicare la legge sull’obbligo e relative sanzioni è abuso d’ufficio”

“La Asl Brindisi sta applicando correttamente le leggi vigenti nei confronti degli operatori sanitari, tutelandoli anche da se stessi. Mi sorprende piuttosto come questo desti meraviglia e non determini le altre aziende a fare la stessa cosa, anche considerando che omettere le sanzioni potrebbe determinare l’ipotesi di abuso d’ufficio”.

Lo dichiara il presidente della commissione regionale Bilancio e Programmazione, Fabiano Amati.

“Nessun operatore sanitario – prosegue – può decidere liberamente di contagiare i pazienti e i suoi colleghi. Il vaccino anti-Covid è un trattamento sanitario di prevenzione e a valore collettivo, per cui già in generale non sarebbe possibile obiettare, figurarsi tra gli operatori sanitari. La decisione pugliese di obbligare alla vaccinazione è, peraltro, pienamente conforme alla Costituzione, come affermato dalla stessa Corte con sentenza n. 137 del 2019, relatrice l’attuale ministro della Giustizia Marta Cartabia, e dal Tar Bari con ordinanza n. 731 del 20202.
Ciò che mi spaventa, piuttosto, è la pigrizia – conclude Amati – con cui altre aziende sanitarie stanno agendo nell’applicazione delle sanzioni, a meno che gli operatori no-vax non siano tutti concentrati nella Asl di Brindisi. E ciò non mi pare”.

EMA su AstraZeneca, Amati: “Tempo perso e gravissimo danno alla campagna vaccinale”

“Era tutto previsto. Un danno terribile alla campagna vaccinale, in ore in cui il Covid avanza e le persone si ammalano. La decisione politica non deve mai scostarsi dalla prova scientifica, soprattutto in materia sanitaria. E tale prova scientifica diceva che il vaccino era sicuro ed efficace e che lo è anche oggi proprio in virtù dei dati ulteriori sui casi di trombosi rara: 25 su 20 milioni d’inoculazioni, cioè lo 0,000125%”.

Lo dichiara il Presidente della Commissione regionale Bilancio e programmazione Fabiano Amati, commentando l’esito dell’indagine suppletiva dell’Agenzia europea per i medicinali – EMA.

“Abbiamo vissuto tre giorni di paura collettiva sulla base di un’esigenza di precauzione decisa per ragioni politiche e non per l’evidenza della prova scientifica.
E tutto ciò ha avuto come effetto collaterale il rallentamento della campagna vaccinale, fiaccando il morale e l’entusiasmo di tanti operatori sanitari all’opera.
Non si può parlare di attività rischiosa quando è solo qualche rara aneddotica, nemmeno provata, a oscurare le percentuali quasi totali del beneficio. Un clamoroso errore di ragionamento, infatti, ci porta a enfatizzare gli effetti altamente improbabili e remoti senza nemmeno compararlo con quelli enormemente possibili e prossimi.
Ogni giorno accettiamo in modo spensierato decine e decine di rischi per migliaia di volte superiori alla percentuale del vaccino AstraZeneca; basti pensare al consumo di farmaci, di cibo, di alcool o all’uso dei più vari mezzi di trasporto.
Sapere tutto ciò, addirittura ribadirlo, come ha fatto il DG AIFA, e però sospendere le procedure della più grande campagna di trattamento sanitario a valore collettivo, è stato un durissimo colpo che speriamo di poter superare al più presto”.

ASI BR, Amati: “Tutto come previsto: i Revisori avevano ragione. Ora rimuovere altre criticità”

“Ora lo riconosce anche il CdA e i soci. Il bilancio del Consorzio ASI del 2019 andava riformulato sulla base delle indicazioni dei revisori e l’utile dell’esercizio caratteristico è stato pari a € 172.000 al netto delle imposte; tutt’altra cifra rispetto a quella entusiastica celebrata dal sindaco Rossi, su carta intestata del Comune, e dal presidente Bianco”.

Lo dichiara il Presidente della Commissione Bilancio e Programmazione Fabiano Amati, commentando l’esito della riunione odierna della IV Commissione per l’audizione dei soci, CdA e Revisori dei conti del Consorzio Asi di Brindisi.

“Ho attraversato mesi di polemiche e attacchi personali solo perché avevo osato esigere puntuali verifiche sulla gestione ASI, per poi ritrovarmi ad osservare il riconoscimento di tutti i punti critici segnalati dai Revisori dei conti. Dispiace che solo oggi venga celebrato dal CdA e da una parte dei soci il lavoro di questo importante organo di controllo nominato dalla Regione, mentre nei mesi scorsi s’insinuava un conflitto d’interessi oggi però escluso, forse perché nel faccia a faccia è molto più difficile sostenere le insinuazioni.
Resta ora da approfondire la gestione del 2020, in materia di donazioni, reclutamento di personale, consulenze e allargamento dei collegi difensivi. A proposito delle donazioni i Revisori dei conti hanno comunicato di aver ricevuto solo ieri sera la perizia richiesta diversi mesi fa, per cui ogni valutazione di regolarità amministrativa sarà oggetto di successivo approfondimento. Anche sugli argomenti delle consulenze e dell’allargamento dei collegi difensivi in alcune controversie, i Revisori dei conti si sono riservati ogni più utile approfondimento, mentre sulla questione del reclutamento del personale hanno già accertato l’esistenza di una violazione, cioè il mancato rispetto delle procedure di pubblicità nelle modalità di selezione.
Spero che questa vicenda possa essere d’insegnamento, così da evitare futuri battibecchi tra chi sta dalla parte delle norme e dei numeri, e chi agisce per difendere a oltranza il proprio clan politico.
A Brindisi c’è bisogno di praticare, a cominciare dall’amministrazione del capoluogo, una maggiore attenzione e rispetto nei confronti degli organi di controllo, dei pareri dei dirigenti e delle leggi scientifiche. Non deve più succedere che a fronte di un esito tecnico contrario al proprio punto di vista politico, pure quando si tratti del risultato di un’equazione, a tutti venga assegnata la patente di controrivoluzionari. Quel modo di fare e pensare finì in tragedia oltre trent’anni fa e spiace vederlo riproporre con le sembianze della farsa. Suvvia, possiamo farcela a fare qualcosa di buono per Brindisi, basta avere un po’ più di fiducia nei numeri e in tutte le persone con cui ci ritroviamo a compiere assieme pezzi di strada”.

Vaccini e furbetti, Amati: “Negano accesso a elenco violando mie prerogative. Per occultare abusi?”

“Mi stanno negando l’accesso agli elenchi dei vaccinati, violando le mie prerogative, e ciò mi autorizza a pensare che si vogliano occultare gli eventuali abusi. Ho scritto al Presidente del Consiglio regionale per ottenere l’immediata tutela della funzione di Consigliere regionale”.

Lo comunica il Presidente della Commissione regionale Bilancio e programmazione Fabiano Amati.

“Ho richiesto da diversi giorni l’elenco dei cittadini vaccinati, per verificare eventuali abusi e, a tutt’oggi, nessuna risposta se non una richiesta di parere alla segreteria generale della Giunta. Insomma, un estenuante procedimento per schivare la responsabilità di procedere e fornire gli elenchi, contravvenendo alla disciplina dell’accesso agli atti dei Consiglieri regionali.
Si evocano peraltro ipotesi di diniego fondati sulla tutela dei dati anagrafici e sanitari o richiamando giurisprudenza sul divieto d’accesso generalizzato, oppure paventando rischi di confusione tra funzione legislativa e amministrativa.
Nessuna di tali ipotesi è però accordata con l’ordinamento, per tre motivi molto concreti. Il Consigliere regionale può accedere agli atti dell’amministrazione indicati specificamente, senza alcuna limitazione, e a esso si intendono estesi tutti gli obblighi sul trattamento dei dati, compreso quello di segretezza; non è possibile opporre l’argomento della tutela dei dati anagrafici e sanitari, perché la richiesta di accesso è in questo caso proprio fondata sulla verifica dei presupposti per la vaccinazione e cioè le coorti d’età e di categorie, sicché la vaccinazione di un non avente diritto per età o categoria comporterebbe la lesione di un diritto o interesse altrui, impugnabile dinanzi al giudice; la richiesta è specifica e nient’affatto generalizzata (tale sarebbe stata la richiesta della password d’accesso) per cui non è possibile individuare, nemmeno per ipotesi, la supposta confusione tra funzione esecutiva-amministrativa e legislativa-controllo politico.
Per questi motivi ho ribadito la mia richiesta d’accesso e rilascio copia degli atti, investendo della questione il Presidente del Consiglio regionale, affinché sia sviluppata un’iniziativa a tutela delle prerogative assegnate ai Consiglieri regionali attraverso regolari elezioni popolari e non derogabili attraverso l’uso delle funzioni di gestione, appropriandosi cioè di un potere di arbitrato improprio sulla legittimità della funzione legislativa e di controllo politico; una cosa non riscontrabile nemmeno in periodo pre-rivoluzionario”.

 

 

Sospensione AstraZeneca, Amati: “Sui vaccini non esiste la decisione politica per ‘mal di firma’ ma solo la prova scientifica”

“Una decisione politica non può avallare le paure, mettendo a soqquadro una campagna vaccinale che ha già di suo mille problemi organizzativi. Mi sembrano pertanto improprie le dichiarazioni del direttore generale AIFA: o c’è la prova scientifica che AstraZeneca ha problemi imprevisti, e non mi pare che ci siano, oppure si revochi subito la sospensione. Siamo purtroppo immersi nel ‘mal di firma’ e nel modello ‘una carta a protocollo’ per scansare responsabilità”.

Lo dichiara il Presidente della Commissione regionale Bilancio e Programmazione Fabiano Amati, commentando le dichiarazioni del direttore generale AIFA Nicola Magrini, riportate oggi dalla stampa quotidiana, sulla sospensione del vaccino AstraZeneca.

“Non mi paiono congrue con il blasone scientifico di AIFA dichiarazioni che da un lato ribadiscono la sicurezza del vaccino AstraZeneca alla luce dei dati addirittura rivisti e poi giustificano la sospensione come scelta di tipo politico.
Nelle materie scientifiche la decisione politica si assume scegliendo tra ipotesi plausibili scientificamente provate e non per fronteggiare la paura. Anzi, il compito delle istituzioni scientifiche è proprio quello di rassicurare ogni condizione di paura che interferisse pesantemente nel raggiungimento del risultato auspicato, cioè l’immunità di popolazione nel più breve tempo possibile.
Sono certo che la decisione sarà rivista tra non molte ore, ma il danno che è stato realizzato è già immenso e le ore di lavoro che impiegheremo per rinnovare la fiducia della gente si sarebbero potute usare con maggior profitto nella lotta alla pandemia”.