Gli abitanti dei quartieri Torre Rossa, Sant’Elia e Montenegro possono fare domanda per gli allacci acqua e fogna / rassegna stampa

#Acqua e #fogna a Brindisi: nel giro di quindici giorni abbiamo dato una soluzione a un problema che si protraeva da diversi anni. Acquedotto pugliese è già pronto a raccogliere le domande per gli allacci alle reti idriche e fognarie per gli abitanti dei quartieri Torre Rossa, Sant’Elia e Montenegro.
 
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Acqua e fogna a Brindisi, Amati: “Da oggi si possono fare domande per allacci a Torre Rossa, Sant’Elia e Montenegro”

“Tra qualche ora sarà pubblicata la legge che consente gli allacci alle reti idriche e fognarie per gli abitanti dei quartieri Torre Rossa, Sant’Elia e Montenegro. In vista di ciò, il gestore del sevizio Acquedotto pugliese è già pronto a raccogliere le domande”.
Lo comunica il Consigliere regionale Fabiano Amati, Presidente della Commissione regionale bilancio.
Nel giro di quindici giorni abbiamo dato una soluzione a un problema che si protraeva da diversi anni. Una condizione igienico-sanitaria insostenibile ha caratterizzato a lungo la vita di diverse centinaia di persone, nonostante l’esistenza di una rete idrica e fognaria pienamente funzionante e l’approvazione di un Piano di recupero in attesa di essere attuato. Non appena i cittadini di quei quartieri mi hanno invitato a incontrarli – prosegue Amati -, ho colto un senso d’impotenza per le tante promesse mai mantenute e la grande quantità di parole spese inutilmente sull’argomento. Dopo l’approvazione in Consiglio regionale di una norma in grado di superare ogni impedimento burocratico e un incontro promosso dal Prefetto di Brindisi, oggi siamo in grado di avviare la fase operativa degli allacci: è l’ultimo miglio di una lunga strada e perciò – conclude – chiedo all’amministrazione comunale di Brindisi di prestare tutta la collaborazione possibile ad Acquedotto pugliese, affinché entro fine mese siano realizzati la maggior parte degli interventi”.

Torre Rossa Brindisi, Amati: “Emergenza sanitaria per 450 persone. Anche i pozzi non hanno più acqua per cause misteriose. Ho scritto al Prefetto”

Nel quartiere Torre Rossa di Brindisi, 450 persone vivono in emergenza sanitaria, senza acqua e fogna, aggravata nelle ultime settimane per cause misteriose, poiché l’unica fonte di precario approvvigionamento, i pozzi, non riescono più a essere alimentati dalla falda, lasciando quindi senz’acqua le persone. AQP è pronta agli allacci ma la burocrazia comunale impedisce di farlo. Ho scritto al Prefetto per chiedere la convocazione di una riunione con Comune, ASL e AQP, affinché o si proceda agli allacci o si sgomberi il quartiere”.

Lo comunica il Consigliere regionale Fabiano Amati, Presidente della Commissione regionale bilancio.

“Ieri sera ho visitato il quartiere Torre Rossa di Brindisi e ho avuto modo di studiare tutta la documentazione urbanistica e idrogeologica. Ho potuto constatare che da qualche settimana la già assurda condizione igienico-sanitaria è stata aggravata dall’improvvisa e misteriosa interruzione del tributo idrico della falda ai pozzi artesiani. È come se fosse stata rotta la calotta in creta della falda superficiale in pressione, determinando un nuovo equilibrio idrologico e mettendo dunque fuori gioco i pozzi. Tutto questo – prosegue Amati – ha reso non più rinviabile, nemmeno per una settimana, il procedimento di allaccio alle reti idriche e fognarie”.

“Torre Rossa è un quartiere di Brindisi dove vivono circa 450 persone in case generalmente unifamiliari, in attesa dei permessi di costruire rivenienti dall’approvazione della variante di recupero degli insediamenti. Il quartiere è dotato di rete idrico-fognaria pienamente funzionante, ma il Comune di Brindisi non agevola l’allaccio delle singole utenze, nonostante AQP sia pronta a realizzare le opere. La carenza di acqua e fogna crea gravissimi problemi igienico-sanitari, sia per l’assenza di acqua potabile – sostituita sino a qualche settimana fa dall’emungimento dai pozzi – sia per l’utilizzo di veri e propri pozzi neri, privi di tenuta e dunque con caratteristiche altamente inquinanti. Allo stato è del tutto ingiustificata l’inerzia dell’apparato burocratico del Comune di Brindisi nel consentire gli allacci, considerato che il Consiglio comunale ha approvato l’acquisizione delle aree di sedime stradale al demanio comunale, ovvero la sottoscrizione di un atto unilaterale d’obbligo alla cessione. Poiché ogni ritardo è in grado di infliggere un danno alla salute degli interessati e all’ambiente – conclude –, ho scritto al Prefetto di Brindisi chiedendo la convocazione di una riunione urgentissima con la ASL, il Comune di Brindisi e AQP”.

Amati: “L’acqua a villa Di Cagno Abbrescia non può scavalcare decine di altre richieste in attesa. Autorità Idrica intervenga con urgenza”

“L’acqua alla villa di proprietà di una società riconducibile a Simeone Di Cagno Abbrescia viene dopo decine di altre richieste di decine di altri comuni; e ciò per priorità, lunghezza reti e numero di utenze. Per questo, ho chiesto al Direttore generale di AQP di approvare con urgenza tutti gli altri interventi, cancellando una brutta pagina da tengo-famiglia”.

Lo dichiara il Consigliere regionale Fabiano Amati, Presidente della Commissione regionale bilancio, con riferimento alla delibera dell’Autorità Idrica Pugliese del 29 giugno 2020.

“Dopo l’approvazione di 9 interventi, tra cui quello di quasi 2 chilometri per servire – tra gli altri – la villa di proprietà di una società riconducibile al Presidente del CdA di AQP, mi pare opportuno procedere a rivedere le richieste relative ai comuni di Binetto, Monopoli, Fasano, Cavallino e Ugento e a istruire, con altrettanta urgenza, gli interventi richiesti dai comuni di Chieuti, Lucera, Alberobello, Cassano delle Murge, Castellana Grotte, Locorotondo, Toritto, Trinitapoli, Villa Castelli, Novoli, Salice Salentino e Supersano. La richiesta emerge in considerazione di eclatanti disparità di trattamento indotte dal parere del gestore AQP che, a fronte di richieste più aderenti alla legge regionale e alle relative linee guida, ha finito per privilegiare – in alcuni casi – richieste di maggiore lunghezza, minori utenze e prive di chiusure anelli”.

“Mi piacerebbe ricordare – prosegue Amati – che la legge regionale attraverso cui sono stati autorizzati gli interventi era stata proposta da me e da altri colleghi per venire incontro a esigenze di copertura per aree ad alta densità abitativa, così da risolvere problemi di salute e ambiente. Rivederla applicata, invece, per soddisfare esigenze di minore densità abitativa, con maggiori oneri e soggiacendo a pratiche preferenziali, svilisce il lavoro del Consiglio regionale che all’unanimità approvò quelle disposizioni. A ciò si aggiunga che il progetto finanziato, a ragione della più eclatante disparità, è stato selezionato come unico approvato, tra sette progetti, nonostante la maggiore onerosità e il minor numero di utenze da servire. Per questo motivo – conclude – chiedo l’immediato intervento della Direzione generale dell’AIP e del suo Consiglio direttivo”.

Consorzi, le clientele fermano il passaggio ad Aqp / Intervista su Corriere del Mezzogiorno di oggi

Corriere del Mezzogiorno Puglia di venerdì 22 maggio 2020, pagina 5

Intervista a Fabiano Amati – «Consorzi, le clientele fermano il passaggio ad Aqp»

Amati (Pd): «Un continuo spreco di denaro, la Regione paga 12 milioni all’anno senza alcun rilancio»

di Fatiguso Vito

BARI «Sia chiaro: la vicenda giudiziaria di Ninni Borzillo farà il suo corso. Faccio una riflessione politica e amministrativa. I consorzi di bonifica continuano a rappresentare un costo esorbitante per la comunità pugliese. Eppure, basterebbe farli confluire in Acquedotto Pugliese; lo prevede una legge che non viene applicata».

Fabiano Amati, presidente della commissione Bilancio (esponente del Pd), torna a chiedere che si faccia chiarezza. I consorzi commissariati sono diventati un ricettacolo di interessi e spesso luoghi dove il servizio, ovvero l’erogazione dell’acqua agli agricoltori, passa in secondo piano. Ogni anno dal bilancio regionale fuoriescono milioni di euro per consentire alle strutture di poter andare avanti nonostante il servizio preveda l’erogazione dell’acqua a fronte del pagamento di una tariffa.

Amati, l’indagine su Borzillo è una delle tante vicende che andrà chiarita in sede giudiziaria. Ma il problema politico è il solito: come risolvere una volta per tutte la crisi dei consorzi di bonifica?

«La soluzione è sempre la stessa e ogni volta che viene proposta scattano interessi trasversali che bloccano gli eventi: far confluire i consorzi in Acquedotto Pugliese».

Che vantaggi produrrebbe?

«Intanto per il funzionamento dei consorzi commissariati la Regione paga ogni anno dai 10 ai 12 milioni. Poi lo stesso Acquedotto Pugliese riconosce i costi di approvvigionamento delle risorse idriche dagli invasi di competenza dei consorzi. Infine, sono iscritti nel bilancio della Regione residui attivi per oltre 100 milioni. Sono cifre che i consorzi non restituiranno mai».

E dal punto di vista operativo?

«L’Acquedotto è specializzato nella distribuzione idrica e potrebbe migliorare la capillarità della rete diretta ai campi. Ma c’è altro».

Dica pure.

«In un periodo dove l’acqua è sempre più una risorsa indispensabile e preziosa c’è da lavorare per trovare fonti alternative. E sicuramente Acquedotto ha a disposizione i reflui trattati dai depuratori. La gran parte di tale risorsa viene dispersa nell’ambiente mentre potrebbe essere usata per l’agricoltura. Il problema? La rete è gestita da soggetti diversi, quindi riunire il servizio di distribuzione in un unico operatore significa creare valore».

I vantaggi sembrerebbero evidenti. Perché il progetto non decolla? Lo stesso Michele Emiliano aveva parlato di soluzione positiva.

«Non parlo di progetto, ma di legge regionale che non viene applicata. Lo prevede una norma del febbraio 2017. Purtroppo, la realtà si scontra con interessi contrapposti. Anche Emiliano su questo tema ha rallentato. C’è il “problema” del personale. La gran parte è inquadrata con contratto di dirigente e quadro. Le figure operative, invece, sono soprattutto lavoratori a tempo determinato. Passare ad Acquedotto Pugliese significherebbe ridurre questi livelli retributivi troppo elevati. Anche questo è un motivo che blocca la riforma».

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Intervista-CorriereMezzogiorno

 

AQP va gestito con un amministratore unico / rassegna stampa

 

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AcquedottoPugliese va gestito con un amministratore unico, altrimenti diventa come una qualsiasi pubblica amministrazione con tutti i vizi della burocrazia e i rischi della clientela. Episodi come questo sono la conseguenza di una impostazione che non è aziendalista, mentre Aqp dipende dal sistema bancario e ha bisogno di un rating degno. Ma la sua forza viene posta in discussione da queste fibrillazioni che assumono forme caricaturali.

 

Newco AQP, Amati: “Sono contrario. Si esprima la maggioranza”

“Credo che alla prossima riunione di maggioranza sarà indispensabile parlare con chiarezza, e senza nascondersi, del progetto AQP di costituire una società con i privati per la ricerca perdite e risanamento reti. La Giunta ha dato la sua approvazione, ma io resto contrario per i motivi che ho ampiamente esposto. A questo punto è opportuno capire quale programma si intende presentare agli elettori”.

Lo dichiara il Consigliere regionale Fabiano Amati, con riferimento al Piano industriale AQP approvato dalla Giunta regionale il 30.12.2019.

Costituire una società mista pubblico-privato – puntualizza Amati – comporta notevoli problemi tecnici e politici. Nei mesi scorsi li ho dettagliatamente esposti, senza ricevere alcuna risposta. Speriamo che nella prossima settimana si chiarisca definitivamente la questione, perché sulle modalità di gestione della risorsa idrica in Puglia non si possono ammettere ambiguità”.

Newco di AQP: ogni giorno una versione, c’è confusione / rassegna stampa

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Nuova società #AQP con i privati: i Comuni, i Sindacati e l’ANCE hanno rivolto la stessa domanda ricevendo però tre risposte diverse. Siamo in piena confusione. In caso di elezione a presidente della Regione chiuderò il Comitato elettorale travestito da CdA, nominando un amministratore unico normale, cioè esperto di aziende di servizi pubblici.

Newco AQP, Amati: “Che confusione. Ogni giorno una risposta diversa. Se presidente chiuderò il Comitato elettorale travestito da CdA”

Sulla nuova società AQP con i privati, i Comuni, i Sindacati e l’ANCE hanno rivolto la stessa domanda ricevendo però tre risposte diverse. Siamo in piena confusione. In caso di elezione a presidente della Regione chiuderò il Comitato elettorale travestito da CdA, nominando un amministratore unico normale, cioè esperto di aziende di servizi pubblici”.

Lo dichiara il Consigliere regionale Fabiano Amati, Presidente della Commissione regionale bilancio, con riferimento all’ipotesi di costituzione di una società pubblico-privato per la ricerca perdite e il risanamento delle reti.

“Sull’argomento della nuova società abbiamo sentito di tutto. Ogni giorno una cosa diversa. Una rassegna di informazioni a seconda dell’interlocutore – Comuni, Sindacati, ANCE – e sulla base di una domanda sempre uguale. Siamo partiti il 26 novembre con la conferenza stampa e con l’idea che la nuova società ‘provvederà alla realizzazione degli interventi in 94 Comuni pugliesi critici dal punto di vista delle perdite idriche nel comparto distributivo cittadino’, ‘nonché per la sostituzione di circa 1.600 chilometri di rete’ e che la nuova tecnologia portata dal socio privato sarebbe il ‘controllo globale delle reti mediante sensori di nuova generazione’. Abbiamo continuato con la comunicazione del 28 novembre, contenente la terribile confessione di un rischio sanzioni per ritardo (‘accelerare la realizzazione di interventi necessari, e prescritti, a pena di sanzioni salatissime, da parte dell’Autority del settore’) e la rassicurazione ‘che i lavori sulla rete saranno appaltati all’esterno’, cioè come è sempre avvenuto, e che il socio privato avrebbe cooperato ‘nella progettazione degli interventi e nella gestione sulla rete’. A quel punto – prosegue Amati – qualcuno faceva osservare che la progettazione per i 637 milioni di lavori era già oggetto di appalto da parte di AQP e – addirittura – in fase di aggiudicazione; da quel momento dall’elenco delle attività oggetto della società di scopo scompariva pure la progettazione dei lavori per 637 milioni. La questione si faceva confusionaria e così insorgevano con preoccupazione i Comuni pugliesi, i Sindacati e l’ANCE. Allora, AQP cominciava a giocare con le note tre carte: ai Comuni provava a distribuire la carta con effetti valeriana, dicendo che si trattava di un’indagine preliminare di mercato e che comunque l’iniziativa sarebbe stata concordata e non avrebbe riguardato i lavori; ai Sindacati la carta con effetti anestetici, dicendo che si era solo nella fase dell’annuncio e che tutto sarebbe stato ancora definito; all’ANCE, invece, una carta con effetti ‘red bull’, cioè l’eccitante degli appalti riservati alle imprese locali, come se vivessimo in un paese fermo alla preistoria del diritto”.

“È inutile dire che né Anci, né Sindacati, né ANCE se la sono bevuta. E mentre tutto ciò accade, una recentissima comunicazione del Presidente Di Cagno Abbrescia ci fa sapere che la nuova società si occuperà solo di dare supporto all’attività già in corso e su cui AQP è ’intensamente impegnata’. Qual è il supporto? La tecnologia d’avanguardia. Cioè? ‘I sensori di nuova generazione’. È così – conclude – siamo tornati, dopo due settimane, alle dichiarazioni del 26 novembre. Come nel gioco dell’oca”.

 

 

Nuovo Ospedale Monopoli-Fasano e Società privati-AQP / rassegna stampa di oggi

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Nuovo Ospedale Monopoli-Fasano:

I lavori per la costruzione del Nuovo Ospedale Monopoli-Fasano procedono come da cronoprogramma. Dall’avvio dei lavori al 30.11.2019 sono trascorsi 354 giorni, pari al 35,4% del tempo di durata complessivo, stimato in 1000 giorni. Ieri il getto del primo solaio.

Nuova Società AQP:

Ora è chiaro. Emiliano sostiene la decisione di privatizzare Acquedotto pugliese. A questo punto scriverò al Magistrato della Corte dei conti delegato al controllo di AQP. Questo disegno sciagurato va impedito, perché in nessun modo possiamo avallare un progetto rivolto a interessi molto particolari e per niente chiari.