Comunicato stampa di Fabiano Amati, consigliere e assessore regionale della Puglia.
“Mancano 18 giorni alla scadenza del contratto con il gestore privato del servizio di assistenza domiciliare di Brindisi (ADI) e ancora non c’è una decisione sul futuro da parte della ASL. Spero che entro, e non oltre venerdì prossimo, si decida per l’unica modalità di gestione legalmente possibile, quella diretta, poiché ai sensi del Codice dei contratti non è possibile né la gara-ponte (procedura negoziale) né la proroga tecnica.
E perché non sia possibile è scritto in modo chiaro nella legge e comunque sul presupposto, a mio giudizio inesistente, che la gestione esterna sia più conveniente della gestione diretta: la gara-ponte è ammessa solo in caso di estrema urgenza, motivata con dettagli concreti e non per cattiva programmazione o inerzia, dovuta a eventi imprevedibili e non imputabili alla stazione appaltante; la proroga tecnica è ammessa solo se non sia stato possibile l’affidamento del servizio con una gara in corso (non completata) e questa impossibilità sia derivata da cause imprevedibili, non imputabili alla stazione appaltante e non funzionale a supplire a mancanze organizzative.
Quanto detto sono condizioni di legalità inderogabile, nemmeno con la motivazione che nel 2023 fu introdotto il nuovo regolamento n. 7 in materia di accreditamento e sul quale si attende la determinazione del fabbisogno, perché le norme sulla gara-ponte e sulla proroga tecnica sono di stretta interpretazione.
Nel frattempo, esercitando i miei doveri, ho predisposto una nota informativa alla Procura regionale presso la Corte dei Conti, spiegando le numerose perplessità sulla corretta esecuzione dell’ADI (sino a questo momento), nel regime della sperimentazione gestionale e nelle forme dell’associazione in partecipazione tra la ASL e il raggruppamento con capofila la cooperativa San Bernardo; a ciò aggiungendo la carenza di autorizzazione regionale, almeno con riferimento al rinnovo del contratto, e i numerosi inadempimenti in materia di controlli. In ogni caso, allegata alla segnalazione c’è tutta la documentazione in mio possesso, raccolta nelle ultime settimane.
A questo punto spero che entro venerdì si decida il da farsi, così da evitare che l’ambito di approfondimento della magistratura contabile divenga doveroso estenderlo a procedimenti amministrativi non ancora attivati e comunque vietati dalle leggi.”
“Tre agenti a Bari, uno a Brindisi, dodici a Foggia, dieci a Taranto. Nessuno a Lecce, nessuno alla Bat. Questo è il piano di potenziamento firmato dal ministro Piantedosi per la Polizia di Stato in Puglia. Una brutta notizia per le comunità che ogni giorno chiedono sicurezza, tra cittadini esasperati e sindacati che denunciano la carenza cronica di personale.E la disparità diventa ancora più evidente se confrontiamo i numeri pugliesi con quelli di altre province italiane. A Roma sono stati assegnati ben 230 agenti, di cui 166 solo per la Questura. In provincia di Latina le unità sono 36, di cui 34 distribuite nei commissariati distaccati di Aprilia, Formia e Gaeta, e due alla Stradale. In provincia di Livorno sono stati destinati 17 agenti, tra Cecina, Piombino e la Stradale. In provincia di Nuoro addirittura 37 agenti, distribuiti in sei località: Lanusei (8), Macomer (4), Orgosolo (8), Ottana (10), Tortolì (6) e uno per la Stradale. Anche in provincia di Modena ne arrivano 20, equamente divisi tra i commissariati di Mirandola e Sassuolo. Tutto questo mentre in intere province pugliesi non arriva neppure un agente. E quando arriva, si tratta spesso di numeri simbolici, non strutturali.A Bari arrivano tre agenti, distribuiti tra Stradale, Postale e Reparto Volo: niente per la Questura, niente per i Commissariati. A Brindisi ne arriva uno, alla Stradale. A Lecce e alla provincia di Barletta-Andria-Trani, niente. A Foggia dodici unità, così suddivise: otto a Lucera, due a Manfredonia, uno alla Stradale e uno agli uffici tecnici di supporto. Nessun agente destinato al capoluogo. A Taranto dieci agenti al Reparto Mobile, impiegati esclusivamente per l’ordine pubblico: nessun rinforzo per la Questura e i Commissariati, che dovrebbero garantire il controllo quotidiano di un territorio flagellato da reati contro il patrimonio, come i furti in abitazione e le truffe agli anziani. Senza parlare della criminalità organizzata, che proprio in questa fase sta cercando di riorganizzarsi, approfittando della prossima uscita dal carcere di molti boss storici.

da La Gazzetta del Mezzogiorno del 20 marzo 2025

